Ages, quinto giorno di assemblea, con due blocchi stradali

SANTENA – 7 novembre 2008 – Quinto giorno di mobilitazione per gli operai dell’Ages che, da lunedì mattina 3 novembre, sono in assemblea permanente davanti ai cancelli.  Dall’avvio del presidio quella di oggi è stata la giornata più movimentata, con due blocchi stradali.


Ecco la cronaca della giornata. Poco dopo le 9 del mattino il capo del personale Bifulco fornisce disposizioni ai sorveglianti per chiudere il cancello. Poi, assieme ai due addetti presenti negli uffici per espletare le pratiche dei pagamenti, lascia lo stabilimento. Un gesto che Rsu e lavoratori hanno valutato come atto che preludeva all’abbandono dello stabilimento da parte della proprietà.

Altra questione che ha reso nero l’umore degli operai è stato scoprire che – ancora una volta – non era stata mantenuta la promessa fatta dalla proprietà, in merito al versamento del restante trenta per cento del salario del mese di ottobre. Questi due fatti hanno visto maturare negli operai la sensazione che l’Ages stesse velocemente scivolando verso il baratro del fallimento.

Il portato di questa situazione ha avuto come conseguenza l’immediata occupazione dell’incrocio della circonvallazione di Santena, proprio all’altezza dei cancelli dello stabilimento. Il blocco stradale è partito alle 9,30 ed è andato avanti sino alle 11,10. Il risultato di questa iniziativa di lotta dei lavoratori è stato che, per la prima volta dall’inizio dell’assemblea permanente, è arrivata una troupe di Rai 3 e, già nel Tg del primo pomeriggio, è andato in onda un servizio. “Per la prima volta – commentano i lavoratori – la nostra protesta ha avuto una buona visibilità sulla televisione pubblica”. Nel Tg regionale della sera la notizia ripassa, ma è concentrata all’inverosimile, è appena un flash.
Nel primo pomeriggio il capo del personale Bifulco con alcuni dirigenti e capisquadra si è ripresentato ed ha chiesto l’apertura dei cancelli. Durante un confronto serrato tra dirigenti e lavoratori ai lavoratori viene detto che non si aveva intenzione di abbandonare lo stabilimento e che si intende scongiurare l’ipotesi del fallimento. Dopo il confronto il capo del personale e due impiegati rientrano al loro posto. I capisquadra, invece, fanno dietrofront.
Intanto, in mattinata e nel primo pomeriggio, le organizzazioni sindacali dopo avere esaminato la situazione sempre più critica in cui versa il gruppo Ages, prendono la decisione di presentare al giudice di Asti la richiesta di insolvenza della società. Gli avvocati cominciano a raccogliere la documentazione relativa: al mancato versamento dei fondi previdenziali; al mancato versamento del 30 per cento dello stipendio di ottobre; al mancato versamento del Tfr dei lavoratori che hanno lasciato l’azienda. Entro pochi giorni, forse già martedì mattina, gli avvocati potranno far firmare la documentazione ai lavoratori per poi presentarla al giudice che sarà chiamato a decidere sul commissariamento del gruppo Ages.
Nel frattempo, per martedì della prossima settimana, all’Unione industriali di Torino, è previsto un nuovo incontro tra organizzazioni sindacali, Rsu e direzione dell’Ages. I sindacati hanno comunicato che si presenteranno solo se al tavolo sarà presente anche l’amministratore unico Egidio Di Sora.
Il pomeriggio trascorre con gli operai davanti ai cancelli, riuniti in capannelli, per fare il punto sulla situazione e per stabilire le modalità con cui portare avanti il presidio che è programmato a oltranza sino all’arrivo di risposte sulle tante questioni aperte e, in particolare, sull’assenza totale di un piano industriale da parte della proprietà.
“Senza risposte – spiegano i lavoratori – cinquant’anni di nobile storia dell’Ages rischiano di essere cancellati. Il sindacato e i lavoratori continueranno a battersi perché questo non avvenga, utilizzando tutti i mezzi democratici e pacifici a disposizione”.
Verso fine pomeriggio, sempre per tenere alta l’attenzione verso i problemi del gruppo Ages, i lavoratori hanno previsto un altro blocco della circonvallazione. Alle 16,30 arrivano due agenti della Digos per capire le intenzioni dei manifestanti e le modalità che saranno attuate per bloccare i mezzi in transito.

Si parte per la seconda occupazione stradale
Si parte per la seconda occupazione stradale

Alle 16,44 gli operai raccolgono le bandiere, accendono le pile dei megafoni e dai cancelli puntano spediti verso la rotonda davanti allo stabilimento. Invadono l’asse stradale e in pochi attimi la circolazione è bloccata: auto, camion e trattori si arrestano davanti alle bandiere rosse della Cgil e a quelle bianche e verdi della Cisl. Gli operai bloccano la circonvallazione e la strada che conduce alla borgata della Trinità. In pochi minuti arrivano le auto dei carabinieri e, poco dopo, anche i vigili urbani.

Il blocco prosegue; molti mezzi fanno marcia indietro. Tanti automobilisti cercano di superare il blocco percorrendo le vicine strade di campagna; nascono altri ingorghi, qualcuno si impantana sulla strada sterrata.

Davanti alla bandiere si ferma anche un signore con una Ferrari; chiude i fari a scomparsa, poi scende e dialoga con i manifestanti.

Altri automobilisti sono molto meno concilianti, ma restano bloccati anche loro. Fino alle 17,23 si presidia l’incrocio davanti allo stabilimento, poi si decide di iniziare un corteo e si punta verso Villastellone.

Come gli operai lasciano l’incrocio i mezzi possono finalmente ripartire. Piano piano il corteo inizia a percorrere il tratto di strada che dall’Ages conduce alla rotonda sita prima del ponte di Villastellone. Davanti a tutti l’auto dei vigili di Santena.

Alle 17,30 la testa del corteo è davanti allo stabilimento Petronas, pochi metri e si raggiunge la stazione di carburante Tamoil. Ormai si è fatto buio e il corteo prosegue. Dai lavoratori si alzano slogan a senso unico che hanno come bersaglio il solito Di Sora. Ogni tanto qualcuno prende di mira anche il sindaco di Santena Nicotra.
Alle 17,35 il corteo avvolge una Panda grigia che proviene in senso contrario, l’auto accosta e una signora, abbassa il finestrino, e dice “Sono solidale con voi, ma dovevo proprio passare di qua”. Pochi minuti ancora e la testa del corteo arriva alla rotonda del ponte ferroviario e vengono bloccati tutti i mezzi che arrivano da Villastellone e dai Favari.

I manifestanti arrivano alla rotonda e compiono alcuni giri, due o tre, prima di ripartire all’indietro, puntando nuovamente allo stabilimento Ages.

I carabinieri hanno il loro da fare per incanalare il traffico verso i Favari. Pochi minuti dopo la rotonda è di nuovo libera e il traffico può ripartire.


I manifestanti tornano indietro; questa volta alla testa del corteo c’è l’auto dei carabinieri che corre a bloccare le auto che arrivano dalla circonvallazione all’altezza del cimitero. Quando il corteo torna indietro è già buio pesto, l’oscurità è tagliata dalle sirene dei megafoni e dagli slogan che si fanno più forti. Si va dal classico “Lotta dura senza paura”, all’immancabile “Di Sora, vieni a pescare con noi. Ci manca il verme”, intervallato da qualche storico canto operaio.
Lentamente il corteo torna davanti allo stabilimento. Alle 17,57 si ripassa davanti alla Petronas; dai manifestanti arriva un grido che è quasi un’invocazione: “Assorbiteci”. Poco dopo le 18 il corteo finisce la sua corsa davanti ai cancelli. Il traffico riprende la normalità e le forze dell’ordine ripartono. I manifestanti si preparano a passare la quinta notte dall’inizio della mobilitazione.
Le tre stufe si sono riaccese. C’è una buona scorta di bancali in legno, servirà a scaldare i manifestanti. Terminato il blocco, qualcuno si prepara a tornare a casa. Altri si dirigono ai fornelli dei gazebi per preparare la cena. Altri ancora finiscono di montare le trombe sull’automobile e subito ripartono per avvisare i cittadini di Villastellone e di Santena che il presidio continua: “Abbiamo bisogno di tutti. Difendiamo il lavoro, lo sviluppo, un futuro sereno per noi e i nostri figli. Noi lavoratori dell’Ages abbiamo bisogno della solidarietà di tutta la cittadinanza per non sentirci un caso isolato”.

filippo.tesio@tin.it