Ages: presidio ad Asti, sotto l'abitazione di Di Sora

SANTENA – 29 novembre 2008 –  Un sit-in di mezz’ora sotto l’abitazione di Di Sora, in via Arduino 23, ad Asti. Questa è l’iniziativa che oggi i lavoratori dell’Ages di Santena hanno organizzato in risposta alle mosse dell’imprenditore che ieri, venerdì 28 novembre, a partire dalle 14, ha messo i lavoratori in libertà e non ha pagato salari e stipendi di novembre.


Le ragioni del sit-in nella cittadina di Asti le spiega Salvatore Scalia, della Femca Cisl, Torino: “Ancora una volta questo imprenditore ha calpestato la dignità dei lavoratori. Ieri non ha pagato gli stipendi e si tratta di persone che da tre anni sono in cassa integrazione straordinaria.  Siamo a fine mese e la prossima settimana ci sono mutui e affitti da pagare. Alcuni lavoratori mi hanno riferito che sono andati a prelevare gli ultimi cento euro per poter fare la spesa prima delle bollette da pagare che prosciugheranno i conti. Noi sappiamo che la Fiat ha liquidato alcune fatture per consentire all’Ages di pagare la mensilità di novembre. L’imprenditore ha ricevuto i soldi, ma non sappiamo dove siano finiti e perché non versi il dovuto ai lavoratori. Abbiamo paura che vengano utilizzati da qualche altra parte. Siamo qui per chiedere ciò che ci spetta, innanzitutto la mensilità di novembre”.


Di seguito la cronaca della giornata. La decisione di manifestare sotto l’abitazione dell’imprenditore è stata presa ieri, venerdì 28 novembre. L’appuntamento è per le dieci di stamattina, davanti al gazebo montato nel piazzale dello stabilimento a Santena. Negli ultimi giorni i gazebi sono stati attrezzati per combattere meglio il freddo e per resistere al peso della neve. Un altro telo è stato steso sopra le strutture esistenti. Nella porta dell’entrata c’è una scritta di carta, bella lunga, che recita “L’Italia è una Repubblica fondata sul lavoro. Lavoratori dell’Ages in lotta”.
Dentro i locali che fanno da base al presidio permanente avviato il 3 novembre scorso, dal soffitto, qua e là cade qualche goccia, ma la situazione non appare preoccupante. I locali sono scaldati da una stufa a legna. La cucina è un po’ in disordine: sui tavolini ci sono le pentole servite per la cena di ieri venerdì sera. Alcune lavoratrici raccolgono tutto e si dirigono nello stabilimento per lavare le pentole. Qualche altra lavoratrice accoglie chi arriva offrendo una fetta di torta. Sin dalle nove il piazzale inizia a riempirsi. Le macchine fanno fatica a parcheggiare; la neve gelata crea qualche difficoltà per le manovre. Come al solito nel piazzale sono in funzione alcune stufe, alimentate con la legna delle pedane.
I delegati finiscono di preparare i cartelli da portare ad Asti; appena finiti sono schierati davanti ai cancelli. Scritti in rosso e in nero ci sono questi slogan: “Ages Santena, vogliamo lo stipendio vero, il salario intero”, “Ages Santena, Di Sora dacci il nostro salario. Gestione controllata solo a un commissario”, “Cosa chiediamo? Salario, fondi gomma, sicurezza sul lavoro e un imprenditore onesto”, “Ages Santena, gestione Di Sora, azienda in malora”, “Ages Di Sora, falla finita, paga gli stipendi e goditi la vita”. Oltre ai cartelloni una lavoratrice ha portato un po’ di disegni dove l’imprenditore ciociaro viene ritratto nelle vesti di personaggio dei cartoni animati.


Poco dopo le dieci del mattino delegati e sindacalisti, megafono alla mano, sintetizzano gli obiettivi della missione ad Asti: “Abbiamo organizzato un sit-in sotto la casa dell’imprenditore per far arrivare sui mezzi di informazione il nostro disagio e la nostra situazione critica. L’intera nostra vicenda di questi anni e gli ultimi atti dell’imprenditore, in attesa delle imminenti decisioni del Tribunale relative al commissariamento, non può passare sotto silenzio”.
Intanto continuano i preparativi. Cartelloni e striscioni vengono caricati sulle macchine. I delegati distribuiscono anche le cartine, scaricate da Google, con il percorso per arrivare sin sotto casa della proprietà. Poco dopo le 10,24 si parte. Dodici macchine piene di lavoratori si dirigono verso il bivio dei Ponticelli, sulla strada statale 29, per poi imboccare l’ingresso dell’autostrada. Per strada c’è il tempo di ripassare gli slogan da urlare sotto la palazzina dell’imprenditore. Pochi minuti e, alle 11,07, le macchine si ritrovano al casello Asti Est: si pagano 2,20 euro e si entra nel reticolo stradale di Asti.


La carovana sembra vicino alla meta, ma poche rotonde dopo ha già sbagliato strada. Mappe e satellitari sembrano non bastare. La neve rallenta la comitiva, che appare in tutto simile a quelle che si formano in occasione dei matrimoni. Dopo un po’ di giri dell’oca in Asti, alle 11,26 finalmente si parcheggia in prossimità della palazzina.

Appena arrivati qualcuno butta l’occhio ai campanelli per vedere se la meta è raggiunta. In uno c’è l’etichetta che interessa “Paola Di Sora e Luigi Russo”; l’appartamento è sito al terzo piano.


Davanti all’edificio stazionano gli uomini della Digos. Tutta la comitiva dei lavoratori arriva davanti all’abitazione; il tempo di attaccare lo striscione della fabbrica davanti alla cancellata e le tapparelle dell’appartamento vengono abbassate. Pochi minuti e il traffico viene rallentato. Dopo un po’ arrivano i vigili urbani. Ci sono anche giornalisti, fotografi e una troupe della Rai. Il sit-in continua con slogan e bordate di fischi. Si va avanti per qualche minuto.

Non sempre gli slogan hanno toni urbani, ma tutto fila liscio. Alle 11,51 uno dei manifestanti, approfittando dell’arrivo nella palazzina di un signore con le borse della spesa, si introduce nelle scale e punta l’appartamento dell’imprenditore. Digos e sindacalisti lo inseguono. Pochi minuti e tutti scendono, la situazione torna sotto controllo: anche l’ultras bloccato appare tranquillo.


Dopo le foto, gli slogan e le interviste i manifestanti decidono che l’obiettivo è stato raggiunto. Alle 12,01 tocca a Gerardo di Martino, chiudere la protesta. Con tanto di megafono spiega: “Oggi abbiamo fatto sentire la nostra voce direttamente al padrone. I mezzi di informazione daranno eco alla nostra protesta e perciò gli obiettivi che oggi ci eravamo posti li abbiamo raggiunti. Deve però essere ben chiaro che se nei prossimi giorni  non riceveremo gli stipendi, i salari e tutto quello che ci spetta, ritorneremo ancora qui. E verremo anche di notte, perché se a causa della crisi noi la notte non dormiamo, neanche Di Sora deve poter dormire”.


Poi, preso da una vena lirica, sempre con il megafono ha urlato “Nessun dorma”. E poi, come si è accorto che l’esortazione era piaciuta, l’ha ripetuta: “Nessuno stia tranquillo. Nessun dorma”.

L’ultima frase arrivata dal megafono è rivolta agli abitanti della zona: “Dovere portare pazienza per il disagio che vi abbiamo causato, ma non abbiamo altra strada per far valere le nostre ragioni”. Spento il megafono, in pochi secondi cessa la mobilitazione dei lavoratori dell’Ages di Santena per le strade di Asti. Il tempo di raccogliere cartelloni e striscioni e in via Arduino la circolazione è ritornata normale.

filippo.tesio@tin.it