30mila euro al Politecnico per una ricerca sui nuclei storici di Santena

SANTENA – 30 dicembre 2008 – “Conservazione, riqualificazione urbana dei nuclei storici del Comune di Santena”: questo il titolo della ricerca che il Dipartimento di progettazione architettonica e disegno industriale del Politecnico di Torino, svolgerà per il Comune di Santena. La bozza del progetto di ricerca è stata approvata dal consiglio comunale, nella seduta del 22 dicembre 2008. Per le casse comunali la spesa è di 30mila euro.

Ezio Gaude, esponente di Alleanza nazionale, e assessore alle Infrastrutture pubbliche, in consiglio ha letto qualche stralcio della delibera messa in votazione: “In funzione degli ormai prossimi eventi – 2010 bicentenario della nascita del Conte Camillo Benso di Cavour e 2011 celebrazioni Centocinquantesimo anniversario dell’Unità d’Italia – di rilevante importanza a livello nazionale e locale, a partire dalle emergenze architettoniche e ambientali, ma anche dalla caratteristica struttura urbana del centro abitato coincidenti con esempi di architettura rurale, questo assessorato ha rimodulato una serie di interventi, già avviati, che consentiranno alla città di Santena di dotarsi di strumenti di gestione del territorio e di specifici progetti d’area quali il parco golenale e la green way. Tali obiettivi sono ambiziosi e riteniamo che ci consentiranno, attraverso una attenta, moderna e razionale dotazione di infrastrutture, di garantire un’accoglienza e una ospitalità al livello di un pubblico sempre più attento ai contenuti ambientali e alla qualità dei servizi”.

eziogaude-poli

Ezio Gaude, sempre leggendo la delibera, ha continuato: “L’intento è sviluppare uno studio proteso a costruire una proposta organica e coerente di riqualificazione di Santena nell’ambito dell’area del Pianalto, con indicazioni sulla pianificazione strategica e sulla governance attraverso un complesso quadro di analisi e una interpretazione unitaria del territorio e concentrare gli interventi nell’intorno del complesso cavouriano, il tutto in armonia e in sintonia con gli scenari già ipotizzati nell’ambito del progetto Strade di colori e di sapori, con la strategia dell’Agenda del chierese, con quanto già avviato nel contesto del Pia – Progetto integrato d’area –, Torino Docup 2000-2006 e con il Pti – Piano territoriale integrato – del chierese di recente approvato dalla graduatoria regionale”.
Mentre Ezio Gaude leggeva il dispositivo della delibera un bel gruppo di consiglieri avevano espressioni un po’ smarrite, tipiche di chi ha perso quantomeno il filo. Resosi conto di questo l’assessore Gaude ha tagliato corto ed ha saltato tre lunghi paragrafi della delibera e ha continuato così: “Pertanto è stato concertato un contratto di ricerca da sviluppare con il politecnico di Torino per analizzare i fattori storici, ambientali, morfologici, architettonici e socio-economici attraverso i quali si possono individuare i criteri architettonici utili allo sviluppo cromatico ed estetico. La spesa preventivata è di 30mila euro. Si prevede d concludere il progetto di ricerca nel settembre 2009”. Quasi tutti i consiglieri hanno ascoltato, ma molti avevano una faccia che tradiva qualche perplessità rispetto alla reale comprensione.

cascella2Santino Cascella, presidente del consiglio comunale, ha subito tentato di stroncare il progetto: Ecco come si è espresso: “Senta assessore, forse io non ho capito bene ma a me sembra un progetto un po’ fatuo. Qui si parla di sviluppo cromatico e il costo è di 30mila euro. Per il progetto cromatico esistono delle riviste che costano ben poco e si può accedere a queste per avere delle informazioni o comunque dei progetti già fatti. Onestamente mi sembra inutile questo tipo di spesa. Abbiamo un ufficio tecnico comunale che può adempiere a questi doveri. E poi sono delle cose semplicissime… non c’è bisogno che l’università ci venga a dire se dobbiamo colorare in rosso o in giallo una facciata. Personalmente sono contrario soprattutto perché in questo momento questo tipo di spesa non la reputo necessaria”.

robertoansaldi-poliRoberto Ansaldi, capogruppo dell’Unione dei moderati ha chiesto spiegazioni: “Ho sentito quanto ha detto l’assessore Guade e devo ammettere la mia ignoranza ma non ho capito molto. Non capisco quale è il prodotto che deriverà da questo studio del Politecnico. Per votare avrei bisogno di avere le idee un po’ più chiare. Il risultato di questo studio che andiamo a commissionare al Politecnico che cosa produce; qual è la ricaduta che ho sul territorio una volta fatto questo studio. Disporremo di un piano colore? Ho un’analisi che mi serve per piano regolatore? Vorrei capire in termini concreti”.

L’assessore Ezio Gaude, questa volta a braccio, ha fornito alcune spiegazioni: “L’ufficio tecnico in vista del Piano del colore ha già predisposto una mappatura degli edifici che fanno parte del centro antico cittadino. È stata condotta una indagine, casa per casa, sulla tipologia di edifici e delle facciate. Quello che è stato concertato con il Politecnico è uno studio, a partire da analisi fatta dall’ ufficio tecnico. Verranno fatti studi e progetti d’area su suolo pubblico e su facciate che insistono su suolo pubblico. Questo lavoro, di fatto, è una parte del Piano del colore che stiamo portando avanti. Alla fine di questo lavoro ci troveremo in mano il Piano colore completo. E poi, una cosa che è anche scritta in delibera è che grazie a un finanziamento, una sponsorizzazione di un privalo – la ditta Sikkens – saranno realizzate quaranta stratigrafie di edifici significativi: un lavoro eseguito da restauratori, sarà analizzata la stratigrafia delle facciate, per individuare i colori e i materiali utilizzati nel passato. Quindi si farà un lavoro strutturale, nel senso che ci occuperemo non soltanto del colore ma dei materiali, degli spazi pubblici; insomma siamo in linea con l’orientamento che oggi, a livello nazionale, va per la maggiore. Dopo il lavoro del Politecnico vedremo come proseguire per rendere operativo il Piano colore”.

brunoferragatta-poliBruno Ferragatta, capogruppo dell’Unione centrosinistra, ha rivolto una domanda breve e secca: “Nell’ambito dell’ufficio tecnico comunale non ci sono le competenze per fare questo tipo di lavoro?”.
L’assessore Ezio Gaude, ha detto: “Io penso questo: all’interno dell’ufficio tecnico non c’è personale specializzato in questo ambito. Ci siamo confrontati con i dirigenti comunali. Prima di affidare un lavoro ad altri abbiamo fatto tutte le verifiche del caso. Ho chiesto e mi hanno detto che non c’erano queste competenze specifiche”.

Roberto Ansaldi è nuovamente intervenuto: “Mi verrebbe di votare a favore, un’analisi vera e approfondita di questo genere a Santena non c’è. Però mi astengo e vi spiego perché. Se è giusto e doveroso avere la dovuta attenzione sul nucleo centrale più antico occorre avere anche un minimo di buon senso nelle zone collaterali. E’ giusto fare un Piano colore e studiare le tipologie corrette di materiali da utilizzare. Però segnalo che, poco lontano dal centro, in via Tetti Barbieri è sorta una casa di civile abitazione con un capannone assurdo. E’ vero che è un capannone agricolo, ma è pur anche vero che gli interventi a servizio dell’agricoltura possono essere concessi con maggiore attenzione rispetto ai materiali da utilizzare e con una tipologia costruttiva meno impattante rispetto alla zona dove sorge. Una vecchia regola del Piano regolatore diceva che tutti gli interventi devono essere congrui e armonizzarsi con l’area in cui insistono. Quel capannone lì, alto sei metri è un pugno in un occhio. Io non voglio penalizzare nessuno, ma come è giusto usare tutte le attenzioni per il nucleo centrale più antico, vediamo per il futuro di usare criteri ragionevoli anche per tutte le altre zona della città. Credo che quell’intervento in via Tetti Barbieri si poteva concedere con qualche aggiustamento, fermo restando i fabbisogni di chi ha proposto l’intervento. Quell’intervento, tra l’altro, è veramente brutto. In conclusione mi astengo, anche se la delibera, concettualmente, è condivisibile. Mi astengo perché si usano due pesi e due misure: in centro si fanno stratigrafie per le facciate, mentre 300 metri più in là si da il via libera alle brutture. Il giudizio estetico deve valere nel centro antico cittadino come per tutte le altre zone della città”.

Santino Cascella, alla luce di quanto detto in consiglio, ha aggiustato un po’ il tiro: “Questo qui è un progetto che costa 30mila euro. Una volta che il Politecnico l’avrà consegnato come sarà possibile applicarlo. Un mio vecchio pallino è quello di rifare alcune facciate della piazza centrale, che è il biglietto da visita per la nostra città. Con un progetto del genere noi riusciamo a risolvere questo problema? Mi chiedo se, invece di dare soldi per questo studio, non sarebbe meglio dare una sovvenzione a chi vuole cambiare colore alla facciata? Alla fine che ne faremo di questo progetto? Vorrei che si fosse più operativi. Di studi se ne possono fare tantissimi, ma in realtà quanti di questi poi servono veramente”.

bennynicotra-poliLa parola è passata al sindaco Benny Nicotra: “Io vi ho ascoltato con attenzione. Per prima cosa dico che trovo molto utile e importante questa delibera che intendiamo adottare. Perché è uno scempio in tutta la città vedere che chicchessia, che chiunque, mette dei colori alle case come vuole: bianco, rosa, giallo e verde; c’è di tutto. La gente sceglie il colore che gli piace. Per cui il Piano colore era da un bel po’ che andava fatto ed era anche un progetto dell’amministrazione del mio secondo mandato da sindaco, ma non siamo mai riusciti a porlo in essere. Trovo poi ancora più interessante che abbiamo trovato una ditta leader, la Sikkens che fa dei rilievi e ci aiuterà a far sì che alcuni fabbricati di vecchia costruzione possano ritornare ad avere il colore originario”.

Poi il sindaco ha aggiunto: “Poi mi rivolgo a quella ubicazione in via Tetti Barbieri, dove c’è stata poca attenzione da parte di chi ovviamente l’ha approvato. Il via libera è arrivato nella scorsa amministrazione e io non ero sindaco. Perché uno scempio del genere è dovuto soltanto dalla poca attenzione data e che oggi la esprimiamo qui, tanto per lanciare dei sassolini… Quell’ubicazione è stata deliberata la scorsa legislatura e di conseguenza noi ce la siamo trovata bell’è fatta. Uno scempio del genere fa veramente orrore, ma lo dico qua pubblicamente perché le persone che sono venute a lamentarsi che hanno case e villette in quella zona oggi non sono più baciate dal sole. Dobbiamo fare attenzione quando ci sono dei progetti nei riguardi della varie edificazioni, sia di civile abitazione, sia anche di attività commerciali e artigianali e industriali o agricole, devono rientrare nella logica complessiva del piano regolatore. Per cui condivido quello che il consigliere Roberto Ansaldi ha detto. Purtroppo nel caso del capannone di via Tetti Agostino non abbiamo fatto la dovuta attenzione che era nostro dovere fare. L’approvazione di quel capannone agricolo, mi sembra si è verificata nel 2004 o 2005”.

ll punto è passato con: 14 voti favorevoli; tre astenuti (Cascella, Ansaldi e Galizio); quattro assenti (Giacone, Tosco, Maggio, Elia).

**

Allegata alla delibera consiliare c’è il programma della ricerca commissionata al Dipartimento di progettazione architettonica e disegno industriale, diretto dalla professoressa Liliana Bazzanella. Lo si riporta di seguito.

Conservazione – riqualificazione urbana dei nuclei storici del Comune di Santena. Programma di ricerca
15 dicembre 2008

Premessa
Configurazione e qualità urbana del centro storico di Santena poggiano su rapporti/contrasti fra il nucleo del Castello e il nucleo abitato di antica formazione.
Il primo è luogo di memorie storiche legate a Camillo Benso di Cavour e alla sua famiglia nonché sistema architettonico e paesaggistico importante, in cui hanno lavorato personaggi diversi per il palazzo e i giardini: ora inserito nella rete regionale dei parchi, è oggetto di cura e tutela da parte della fondazione Cavour, regione Piemonte e comune di Torino, che hanno seguito opere di restauro e sistemazione.
Il secondo è un tessuto urbano sviluppatosi a pettine lungo una strada che connetteva centri rurali nella pianura, con piazza e chiesa addossate al recinto del castello. E’ un nucleo minore ma di notevole interesse per la chiarezza dell’impianto antico ancora per buona parte leggibile, per i caratteri degli spazi pubblici e delle tipologie edilizie storiche legate prevalentemente all’attività agricola. E’ un tessuto di qualità ma anche debole, perché facilmente può essere compromesso da restauri e recuperi non attenti o da nuovi edifici non compatibili con il sito. Richiede quindi strategie per la conservazione, la riqualificazione e l’eventuale rinnovo per non essere trasformato da interventi scorretti, quali si ritrovano nel passato e per guidare un atteggiamento più consapevole che del resto si osserva in alcune pratiche recenti.
Il castello e il centro storico, un tempo complementari fra loro, sembrano ora realtà separate. Solo il turismo e le sue esigenze pongono le basi per nuove relazioni: un turismo che potrebbe essere di ampio respiro legato al castello, ma che si risolve solo in alcuni periodi dell’anno, uno minore, ma con potenzialità quello di Santena, connesso alle stagioni agricole (gli asparagi), ai mercatini di antiquariato, alle green way nel territorio comunale.
Gli eventi del 150° anniversario dell’Unità d’Italia offrono ora uno scenario più vasto e aprono a possibili mutamenti. Il complesso monumentale acquisterà maggiore importanza, a seguito dei programmi di restauro e recupero previsti per il palazzo e per le costruzioni annesse. Ciò comporterà un incremento di visitatori ed esigenze che il centro urbano dovrà assolvere: nuovi spazi di servizio, dalle aree a parcheggio ai luoghi di ristorazione, ma soprattutto nuova qualità urbana.
In questo quadro si inserisce il programma di ricerca proposto dal Dipartimento di progettazione architettonica e disegno industriale, su precisa richiesta del comune di Santena per la conservazione – riqualificazione urbana dei nuclei storici della città.
Articolazione della ricerca
Oggetto della ricerca sono i nuclei centrali di antica formazione, i nuclei antichi agricoli e quelli ambientali individuati dal Prgc – Piano regolatore generale comunale. Dopo una prima lettura di caratteri e problemi di questi luoghi, s’intende condurre approfondimenti specifici solo sui casi più significativi, all’interno dei nuclei centrali a nord e a sud del torrente Banna, esaminati nel loro rapporto con il sistema castello.
E’ prevista una organizzazione in tre fasi temporali: ciascuna di queste avrà un ambito di studio prevalente, i cui temi potranno avere ulteriori approfondimenti nelle fasi successive. Gli ambiti sono i seguenti:
-A)Inquadramento storico di origini e sviluppo del tessuto urbano; esame della cartografia storica; individuazione dei caratteri dell’immagine urbana, definita dagli spazi pubblici e dai fronti edilizi che su di essa di affacciano; segnalazione delle aree problema; riconoscimento e lettura delle tipologie edilizie; rilievo ortofotografico degli episodi più significativi e per i quali siano previsti interventi di riqualificazione;
-B)Approfondimento di analisi sui casi individuati, in particolare degli spazi pubblici in prossimità del sistema castello; segnalazione dei caratteri e delle permanenze storiche; definizione degli elementi da salvaguardare e indicazione dei degradi; esplorazione di ipotesi per la riqualificazione di vie e piazze, con nuovi disegni degli spazi pubblici e indicazioni per restauri e riqualificazione dei fronti;
-C)In accordo con l’amministrazione, definizione di strategie per sensibilizzare sul tema operatori e utenti; proposte di indirizzi per il riassetto degli spazi pubblici e semipubblici e di linee guida per interventi di restauro, di eventuale “rinnovo” di immagini architettoniche non compatibili, di nuove edificazioni.
In tutte le fasi l’attività di ricerca sarà svolta in stretto rapporto con amministratori e tecnici del Comune, che dovranno realizzare, guidare e controllare gli interventi di riqualificazione: saranno quindi previsti incontri periodici.
I risultati della ricerca saranno raccolti in un dossier formato A3 (oppure in formato più idoneo per una futura pubblicazione) con scritti, materiali iconografici, cartografie storiche e rilievi, letture del tessuto urbano e delle tipologie edilizie, esplorazioni progettuali a scala di disegno urbano e riqualificazione edilizia, linee guida per programmi di arredo dello spazio pubblico, per interventi sul costruito e nel nuovo. Queste indicazioni potranno essere accolte in piani di settore, in piani di recupero o divenire materiale di supporto per gli operatori privati e pubblici, sia nelle fasi di progettazione che in quelle di valutazione e controllo.