Santena, presentato il volume “Per non dimenticare, storia della Resistenza nel Chierese”

SANTENA – 19 aprile 2009 – “Per non dimenticare. Storia della Resistenza nel chierese” questo il titolo di un volume edito a  cura dell’Anpi di Chieri, giunto alla terza edizione e ristampato nel marzo scorso. Il volume è stato presentato in città da Giuseppe Gastaldi, presidente Anpi Chieri, durante un incontro organizzato la sera di venerdì 17 aprile 2009, dall’associazione culturale Europa e dalla sezione Anpi di Villastellone.

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Giuseppe Gastaldi
Giuseppe Gastaldi

Il volume si apre con un distico di cinque righe firmate da Giuseppe Gastaldi, presidente Anpi Chieri: «Questo libro è dedicato a chi è morto per la libertà, a chi non ha mai sentito parlare di Resistenza, a chi stravolge la verità storica, narrando falsità sugli uomini e le vicende della resistenza». Subito sotto una citazione di Primo Levi: «Tutto quanto è accaduto potrebbe accadere ancora».
Agostino Gay, sindaco di Chieri, per presentare questa terza ristampa, tra le altre cose, scrive: «In questi decenni abbiamo assistito a cambiamenti così profondi e radicali, di cui la globalizzazione non è che il più recente ed eclatante segno, che la previsione sui destini dell’uomo e del Pianeta diventa un azzardo. Eppure non si può non avere una speranza, non si può non credere che l’Umanità sappia ritrovare in se stessa le risorse per uscire dalla profonda crisi che tutto avvolge, non si può rinunciare a sperare che un futuro di libertà, giustizia e solidarietà attenda i nostri figli. Più che a mondi sognati, a utopie non verificate credo che una spinta a ridare a tutti noi un ruolo attivo nella rinascita di una società che abbia al suo entro l’uomo, l’uomo n carne e ossa con i suoi bisogni, con le sue speranza, possa darcele una riflessione s quello che in Italia è avvenuto dal 1943 al 1948, una rilettura di un’epoca che ha visto un popolo riprendere in mano il suo destino. Anche queste pagine possono servire allo scopo, perché testimoniano che anche nelle nostre terre, anche attraverso le scelte dei nostri padri risultati insperati sono stati raggiunti. Per l’opera che in tutti questi anni ha svolto perché il ricordo non venisse mai meno, per l’impegno che h profuso nel sensibilizzare soprattutto i ragazzi delle scuole di quello che la Resistenza è stata e della tragedia innescata dalle leggi razziali che ci hanno reso corresponsabili di quanto avvenuto nei lager, di questo voglio ringraziare l’Anpi di Chieri e Giuseppe gastaldi che dell’associazione è stata l’anima».

La prima edizione del libro è uscita nel 1975, la seconda nel 1995. La terza edizione – per i tipi de Il Tipografo, di Riva preso Chieri – contiene una parte aggiunta a completamento della seconda edizione, formata da due distinte sezioni: una che amplia gli aspetti che la lotta di liberazione produsse nella città di Chieri e, una seconda, che riporta dati e informazioni sui riconoscimenti ufficiali tributati ai caduti e documenta come il ricordo sia stato mantenuto vivo nel tempo. Nella premessa a queste aggiunte è scritto: «Per quanto riguarda i nuovi capitoli è sembrato all’Anpi di Chieri, ai curatori del libro, che fosse doveroso, a distanza di cinquant’anni non lasciare cadere nell’oblio alcune pagine di grande interesse anche se, finora, poco note. Così, la vicenda che riguarda il gruppo di vigili del fuoco è emblematica di come le decisioni dei giovani che nel 1943, si trovavano a dover scegliere, portarono ad esiti diversi, e purtroppo, per la maggioranza del gruppo, drammatici, fino al sacrificio estremo. La vicenda è ricostruita sulla base dei ricordi di uno di quei giovani che in tutti questi anni non ha dimenticato i suoi compagni di allora». L’intera vicenda è ricostruita grazie alla memoria dell’unico superstite: Giuseppe Gastaldi.

Sempre nella premessa alla seconda parte del volume è scritto: «Per ricordare l’apporto delle donne chieresi alla lotta di liberazione sono state scritte alcune schede e testimonianze elaborate in tempi diverse e ampliate on alcune testimonianze nuove. Si tratta di uno spunto che occorreva riprendere e ampliare con un lavoro che finalmente tenga conto di un protagonismo femminile, scarsamente riconosciuto ed elaborato in forme autonome. Una pagina dolorosissima è quella sulla deportazione: si è voluto ricordare il gruppo di ebrei di Chieri che finirono nei campi di concentramento nazisti, e con loro i sacerdoti cattolici che hanno fato la stessa tragica fine, le due vicende in realtà non solo si accostano negli esiti, ma si intrecciano nel loro sviluppo perché padre Girotti, un domenicano del convento di san Domenico, finirà nei lager, perché proteggeva e sottraeva ebrei torinesi alla persecuzione razziale. Finiranno nei lager anche altri chieresi, alcuni politici, militari e civili di cui bisognerebbe scrivere la storia. Molti non sono tornati. Infine alcune pagine sono dedicate ai partigiani chieresi di cui si riportano parti di testimonianze, si è voluto ricordare in apertura il sacrificio del carabiniere Musso (ndr santenese), richiamando l’episodio di Cudine di Corio e l’apporto dato da sottoufficiali e militari alla resistenza chierese. A volte si tratta di giovani provenienti da zone lontane, dalle regioni del Sud, che non si sottrassero però all’impegno fino alla conseguenze estreme. Seguono delle brevi memorie di partigiani caduti a Chieri e nel Chierese o in altre formazioni. Il debito che abbiamo con loro è grande; e il primo dovere di cittadini è quello di non dimenticarli, perché la loro causa fu una giusta causa per il ritorno d ella libertà soppressa durante il ventennio fascista».

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Fonte: Per non dimenticare, storia della resistenza nel chierese  – a cura dell’Anpi di Chieri – Terza edizione

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