Una pausa per lo spirito – riflessioni dal 17 al 23 maggio 2009

SANTENA – 16 maggio 2009 – Di seguito alcune proposte di riflessione per i giorni dal 17 al 23 maggio 2009.

fiori

Domenica 17 maggio 2009

Dio è amore.

Carissimi, amiamoci gli uni gli altri, perché l’amore è da Dio: chiunque ama è stato generato da Dio e conosce Dio. Chi non ama non ha conosciuto Dio, perché Dio è amore.
In questo si è manifestato l’amore di Dio in noi: Dio ha mandato nel mondo il suo Figlio unigenito, perché noi avessimo la vita per mezzo di lui.
In questo sta l’amore: non siamo stati noi ad amare Dio, ma è lui che ha amato noi e ha mandato il suo Figlio come vittima di espiazione per i nostri peccati.
1Gv 4,7-10

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Lunedì 18 maggio 2009

Il principe del mondo non ha nessun potere su di me.
Gv 14,27-31

Vale per Gesù e vale per chi gli appartiene.
Il Maligno non può accampare nessun diritto sulla tua vita.
Il Signore ti difende come sua proprietà,
perchè tu gli sei caro,
perchè sei prezioso ai suoi occhi.
Anche quando fossi nel peccato,
non lasciarti mai ingannare:
tu sei di Cristo.
don Mario Aversano – Arcidiocesi di Torino

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Martedì 19 maggio 2009

Lo Spirito di verità vi guiderà alla verità tutta intera.

In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: “Molte cose ho ancora da dirvi, ma per il momento non siete capaci di portarne il peso. Quando però verrà lo Spirito di verità, egli vi guiderà alla verità tutta intera, perché non parlerà da sé, ma dirà tutto ciò che avrà udito e vi annunzierà le cose future. Egli mi glorificherà, perché prenderà del mio e ve l’annunzierà. Tutto quello che il Padre possiede è mio; per questo ho detto che prenderà del mio e ve l’annunzierà”.
Gv 16,12-15

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Mercoledì 20 maggio 2009

Quello che voi adorate senza conoscere, io ve lo annunzio

Allora Paolo, alzatosi in mezzo all’Areopago, disse: “Cittadini ateniesi, vedo che in tutto siete molto timorati degli dei. Passando infatti e osservando i monumenti del vostro culto, ho trovato anche un’ara con l’iscrizione: Al Dio ignoto.
Quello che voi adorate senza conoscere, io ve lo annunzio. Il Dio che ha fatto il mondo e tutto ciò che contiene, che è signore del cielo e della terra, non dimora in templi costruiti dalle mani dell’uomo né dalle mani dell’uomo si lascia servire come se avesse bisogno di qualche cosa, essendo lui che dà a tutti la vita e il respiro e ogni cosa. Egli creò da uno solo tutte le nazioni degli uomini, perché abitassero su tutta la faccia della terra.
Per essi ha stabilito l’ordine dei tempi e i confini del loro spazio, perché cercassero Dio, se mai arrivino a trovarlo andando come a tentoni, benché non sia lontano da ciascuno di noi. In lui infatti viviamo, ci muoviamo ed esistiamo, come anche alcuni dei vostri poeti hanno detto: ”Poiché di lui stirpe noi siamo”.
Essendo noi dunque stirpe di Dio, non dobbiamo pensare che la divinità sia simile all’oro, all’argento e alla pietra, che porti l’impronta dell’arte e dell’immaginazione umana.
Dopo esser passato sopra ai tempi dell’ignoranza, ora Dio ordina a tutti gli uomini di tutti i luoghi di ravvedersi, poiché egli ha stabilito un giorno nel quale dovrà giudicare la terra con giustizia per mezzo di un uomo che egli ha designato, dandone a tutti prova sicura col risuscitarlo dai morti”.
Quando sentirono parlare di risurrezione di morti, alcuni lo deridevano, altri dissero: “Ti sentiremo su questo un’altra volta”.
At 17,22-32

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Giovedì 21 maggio 2009

Ecco, io sono con voi tutti i giorni, sino alla fine del mondo”.
Mt 28,20

Raoul Follereau nel messaggio ai giovani del 1973 scriveva:
“Un amico filosofo e un po’ poeta, mi ha raccontato questa storia.
Un passante si fermò un giorno davanti ad una cava dove lavoravano tre uomini. Egli chiese al primo: “ Che cosa fai, amico?”. Quello rispose senza alzare la testa: “Mi guadagno il pane”. Chiese al secondo: “Che cosa fai, amico?”. E l’operaio, accarezzando l’oggetto delle sue cure, spiegò: “Vedete? Taglio una bella pietra…”. Chiese all’ultimo: “Che cosa fai, amico?” . E l’uomo, alzando verso di lui degli occhi pieni di gioia, esclamò: “Costruiamo una cattedrale!”.
Tutti e tre compivano lo stesso lavoro. Il primo si accontentava di ricavarne da vivere; il secondo gli aveva già dato un senso; ma solo il terzo gli conferiva la sua grandezza e dignità.”
Perché non impariamo da Gesù, che è con noi fino alla fine del mondo, a scoprire la grandezza e dignità del nostro quotidiano?

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Venerdì 22 maggio 2009

Non aver paura, ma continua a parlare e non tacere

Mentre Paolo era a Corinto, una notte in visione il Signore gli disse: “Non aver paura, ma continua a parlare e non tacere, perché io sono con te e nessuno cercherà di farti del male, perché io ho un popolo numeroso in questa città”. Così Paolo si fermò un anno e mezzo, insegnando fra loro la parola di Dio.
At 18,9-11

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Sabato 23 maggio 2009

ll Padre vi ama, perché mi avete amato e avete creduto.

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: “In verità, in verità vi dico: se chiederete qualche cosa al Padre nel mio nome, egli ve la darà. Finora non avete chiesto nulla nel mio nome. Chiedete e otterrete, perché la vostra gioia sia piena.
Queste cose vi ho dette in similitudini; ma verrà l’ora in cui non vi parlerò più in similitudini, ma apertamente vi parlerò del Padre. In quel giorno chiederete nel mio nome e io non vi dico che pregherò il Padre per voi: il Padre stesso vi ama, poiché voi mi avete amato, e avete creduto che io sono venuto da Dio. Sono uscito dal Padre e sono venuto nel mondo; ora lascio di nuovo il mondo, e vado al Padre”.
Gv 16,23-28