Santena, l’arringa di Benny contro la mozione delle minoranze sui terreni della Masseria

SANTENA – 26 giugno 2009 – Si propone l’intervento di Benny Nicotra nel consiglio comunale del 23 giugno scorso, durante la discussione della mozione relativa alla destinazione dei terreni della Masseria. L’intervento doveva servire a evitare il voto sulla mozione delle minoranze che chiedevano di mantenere a servizi ospedalieri l’area o di farla ritornare a uso agricolo.  Di seguito quanto detto dal primo cittadino in un’aula con il pubblico delle grandi occasioni.

Benny Nicotra, sindaco di Santena
Benny Nicotra, sindaco di Santena

Dopo oltre mezz’ora di discussione che ha visto le minoranze spiegare le ragioni del mantenimento a uso agricolo dell’area della Masseria, nel consiglio comunale del 23 giugno scorso è stata la volta del sindaco Benny Nicotra che è partito così: «Dopo avervi ascoltato, volevo fare alcune considerazioni, ma mi vengono sempre dei dubbi…».

Poi il sindaco ha subito risposto a qualche sollecitazione arrivata dalle minoranze. Parlando a braccio, si è rivolto al consigliere Roberto Ansaldi: «Effettivamente adesso siede nei posti dell’opposizione e si è dimenticato che stava nei posti della maggioranza, dove credo che il percorso della ditta Prodit l’abbia seguito. Il signor Ansaldi ha avuto un excursus di sette anni, ma dove – allora ero sindaco – poi ho lasciato al signor Ghio e di conseguenza si sono verificati tanti passaggi che riguardavano l’attenzione nei riguardi dei confinanti dei terreni acquistati, che erano agricoli agricoltori nonché alcuni affittuari che potevano esercitare il diritto di prelazione e acquistare quei terreni a discapito della Prodit. Per cui c’è stato tutto un passaggio prima di avere le consegne dei terreni, che tu Ilario Martini ti ricordi molto bene. Abbiamo incontrato più volte i confinanti, però il prezzo era tale che – ovviamente il vile denaro chi ce l’ha lo spende e si appropria dei terreni  e purtroppo si è verificato quel passaggio».

Il sindaco ha continuato: «Il carico antropico non è una cosa che il Comune ha stabilito nei confronti del territorio.La Regione Piemonte, ai sensi dell’articolo 9 bis della legge urbanistica regionale, ha stabilito ce se non eravamo attenti ad effettuare i lavori nel bacino del rio Banna, ci toglieva la possibilità di edificabilità e riduceva il carico antropico in alcune zone, in alcune borgate costeggiate dal torrente».

Rivolgendosi a Bruno Ferragatta, il sindaco ha aggiunto: «Ti ricordi che io ho detto pulcini bagnati, non certo pulcini spennati… Non ci aveva tirato nessun per la… Era un diritto e dovere di ogni consigliere partecipare a quella situazione abbastanza delicata del nostro territorio».

Poi rivolto ancora ad Ansaldi ha continuato: «Hai fatto un passaggio citando  l’Ikea; io avevo incontrato i dirigenti, volevano 550mila metri di edificabilità. Noi non avevamo neanche un’area con tutta quella superficie. Quando gli ho detto ma scusi in cambio l’Ikea quanta occupazione porterà. Loro mi dissero che sarebbe arrivata pochissima occupazione perché intendevano realizzare una centrale di smistamento, un magazzino. La vicenda Ikea per Santena è finita lì, non ne ho neanche parlato in Giunta perché noi non avevamo 550mila metri sul nostro territorio. E poi comunque non c’erano i presupposti per una ricaduta sociale sul territorio che facesse diventare interessante l’operazione. Per cui questi passaggi mi sembrano così …un po’ inutili.

Nicotra ha precisato: «Mi sembra che anche per la Masseria sinora è stata tutta una pubblicità mediatica. Sono andato a vedere gli atti amministrativi in merito a quell’area.  Ho anche visto chi sinora si è aggiudicato l’appannaggio del monopolio del piano regolatore esistente: deve essere completato sono al 25 per cento. E il 70 per cento è stato monopolizzato da pochissimi personaggi che operano su Santena. Per cui mi sporgono anche un po’ di dubbi su questa continua mediaticità così particolareggiata sul terreno della Masseria».

Ancora una volta rivolto al capogruppo dell’Unione dei Moderati-Udc, Benny ha detto: «Ansaldi, mi sembra che nel 1992 lei faceva parte di quella amministrazione e nel cambio di destinazione d’uso lei c’era. Nel 1992 lei era in amministrazione. Io sono arrivato nel 1994 quando il cambio di destinazione d’uso della masseria era già stato fatto».

Ansaldi lo interrompe per ricordare che non è così: «Si sbaglia, nel 1992 non ero in Giunta».

Benny incassa e aggiunge sarcastico, questa volta rivolta a tutti i consiglieri di minoranza: sarcastico: «Mi sono preso nota di tutte queste cose e dico, bravi. Siete stati bravi. Avete creato volantinaggio. Avete creato preoccupazione sul territorio. Non avete pensato al territorio. Avete pensato soltanto a reclamizzare un prodotto che noi sinora non abbiamo ancora visto. Non è stato ancora protocollato nulla».

Sempre rivolto ad Ansaldi il sindaco ha detto: «E sei stato molto attento nel dire che non ci sono protocolli, non c’è nulla. Ma voi avete l’atto.  Avete il compromesso. Avete stabilito come sono stati ripartiti i pagamenti. Ma io dico:  io vivo a Santena, io che amministro Santena, mi preoccuperei di vedermi controllata la mia vita. Perdonatemi, lo dico con estrema franchezza. Ma lo dico perché mi sento libero di esprimervi come voi siete liberi di fare quello che fate. Poi, ovviamente, se ne rende conto ai cittadini, all’amministrazione, che ha rappresentato. Però nell’insieme non  è così che si fa. Per costruire un qualcosa si costruisce insieme. Capisco che quell’area è a grandissimo rischio. Eravamo presenti quella notte, poche settimane fa, con il consigliere Gianni Tosco; dove abbiamo visto una situazione molto allarmante. Però è proprio grazie a quel bacino di laminazione che noi abbiamo un territorio in salvaguardia. Ora leggo la risposta della mozione, così vi azzittisco un pochino».

Benny ha stretto i pochi fogli ed è partito: «L’area denominata Masseria, interessata dalla mozione pervenuta in data 8 giugno 2009, protocollo 7036, e individuata nel vigente piano regolatore come “Area per attrezzature private di interesse generale, contraddistinta in cartografia con sigla Hp”. Tale area, di significativa impronta e qualificazione urbana per la realtà santenese, ha rilevanza sovracomunale per l’attività specifica in essa prevista. Ovvero, la creazione di un nuovo e qualificato complesso ospedaliero privato, allocato al levante dell’abitato e compreso tra la circonvallazione,  strada provinciale 122, e la borgata di Tetti Agostino. L’area in oggetto è assoggettata a piano particolareggiato di iniziativa pubblica ai sensi della legge regionale 56 del 1977, al fine di consentire all’amministrazione comunale il pieno controllo sulla trasformazione urbanistica del comparto ospedaliero di valenza sovra comunale in essa previsto».

Poi rivolgendosi ad Ansaldi ha detto: «Lei ha dato dei numeri, andando nella buona fede delle persone che ascoltano. Adesso dico io i numeri veri, perché questi sono quelli che mi hanno danno gli uffici, presi ed estrapolati dal Piano regolatore. Non sono numeri da me inventati, perché mi sentirei anche un po’ ridicolo nell’esprimerli».

Nicotra ha aggiunto, leggendo: «Il piano particolareggiato dovrà rispettare i valori parametrici di seguito indicati: superficie territoriale 200.746 metri quadrati; superfici copribile, metri quadrati 30mila; superficie  sviluppabile, 60mila metri quadrati; altezza massima, 12 metri; volumetria massima, metri cubi 240mila. Inoltre, sono previste le seguenti superfici per servizi: superfici strade interne, metri quadrati 3.212; superficie destinata ad allargamento delle sedi stradali comunali e provinciali, metri quadrati 4.038; superficie depuratore 4.000 metri quadrati; superficie a verde e piantumazione metri quadrati 100mila; parcheggi pubblici o assoggettati a uso pubblico, metri quadrati 3.500».

Il sindaco ha continuato: «Dall’analisi dell’attuale piano regolatore e dallo stato di attuazione si valuteranno gli obiettivi di carattere generale prefissati e il loro conseguimento. Verificata l’eventuale distanza tra gli obiettivi preposti e la loro concretizzazione, alla luce del primo periodo di attuazione, potrebbe nascere l’esigenza di modificare e ridefinire alcuni aspetti strategici del piano regolatore generale comunale al fine di rinvigorire e potenziale il nostro principale strumento urbanistica, adeguandolo all’attuale realtà. Sarà la natura e la portata del programma urbanistico dell’amministrazione che determineranno le procedure da attivare per addivenire alla variante del piano regolatore. Ci si potrà pertanto avvalere della variante generale – prevista dall’articolo 15 della legge regionale la 67 del 1977 – o, in alternativa, della variante strutturale, di cui alla legge 1 del 2007. Tutti i Piani regolatori generali comunali devono comunque essere coerenti con il piano territoriale regionale e provinciale. Nell’ipotesi che gli interventi eventualmente proposti  – nuove aree edificabili, nuove infrastrutture, riequilibri degli standard urbanistici – interessino l’intero territorio comunale o, in alternativa, pur se riguardano una limitata estensione, territoriale ma incidono sull’intero impianto normativo del Piano regolatore generale comunale, sarà necessario predisporre una variante strutturale del piano regolatore comunale che equivale a un nuovo piano regolatore generale. Che equivale ad un nuovo Piano regolatore generale – capace di eseguire una profonda rilettura dei principi ispiratori dell’attuale Prgc – il cui iter e la sua approvazione è il seguente: adozione comunale del progetto comunale da parte del consiglio comunale; ricezione da parte della Provincia degli atti e la verifica della concretezza degli stessi; verifica provinciale di compatibilità con gli strumenti sovra comunali approvati e formulazione parere istruttorio; trasmissione al Comune e, per conoscenza, alla Regione degli eventuali atti deliberativi; adozione comunale del progetto definitivo da parte del consiglio comunale, contestualmente trasmesso alla Regione; assunzione a vigenza, attraverso la pubblicazione da parte della Regione su bollettino ufficiale della regione Piemonte. Nel caso contrario, in cui eventuali interventi proposti – nuove aree edificabili, nuove infrastrutture, riequilibri degli standard urbanistici – non riferendosi all’intero territorio  comunale o non modificando l’intero impianto strutturale sia urbanistico sia normativo del Piano regolatore consentano di ricorrere alla variante strutturale  di cui alla legge regionale 1 del 2007, essenzialmente la procedura di approvazione della variante potrà avvenire con Conferenza dei servizi, alla quale partecipano regione, servizi urbanistici e idrogeologici, provincia, comune, Asl e Arpa. In sintesi l’iter dovrà prevedere le seguenti fasi: approvazione del documento programmatico da parte del consiglio comunale cui segue la conferenza dei servizi sul documento programmatico; adozione preliminare, cui segue altra conferenza dei servizi e adozione definitiva da parte del consiglio comunale. In ogni caso le finalità del principale strumento urbanistico rimangono quelle di stimolare uno sviluppo economico e sociale della città e qualunque scelta verrà assunta sarà motivata da questi intenti e risulterà determinante per la vita e la storia di Santena».

Poi Nicotra ha aggiungo le intenzioni dell’amministrazione rispetto all’area: «In questa occasione si ribadisce che le aree edificabili e le aree destinate a servizi attualmente individuate nel vigente Piano regolatore continueranno a mantenere la stessa destinazione e gli stessi indici di cubatura, conseguentemente anche l’area denominata Masseria».

Poi rivolto alla minoranza: «Perché avete detto anche cose non vere; cubature che vengono assorbite se per caso si edifica alla Masseria. Perché dire queste cose qua… Per cui tutto questo, vi dico che rimane tale. Alla data odierna non risulta essere pervenuto a  questo Comune alcun documento che tratti dell’area oggetto della presente discussione. Mi permetto di ricordare a me stesso e a tutti i presenti che le varianti strutturali al Piano regolatore generale sono adottate dal consiglio comunale dopo un esame tecnico dove  tutte le ipotesi hanno pari dignità, nella massima trasparenza e nell’interesse della città. Le stesse sono poi approvate dalla Regione Piemonte».

Il sindaco ha chiuso così il suo primo intervento: «Invito i sottoscrittori a ritirare la mozione. Nel caso non venisse ritirata invito i consiglieri a respingere la mozione in quanto priva dei presupposti oggettivi».

Dopo l’intervento del sindaco si è riaperto il dibattito, non senza sorprese.

– continua –