Santena, sulla Masseria la maggioranza è divisa, ma vota compatta con l'opposizione

SANTENA – 01 luglio 2009 – Nei giorni precedenti è stato pubblicato tutto il dibattito del consiglio di fine giugno in merito alla mozione sulla futura destinazione dei terreni della Masseria. Di seguito qualche altra curiosità sentita e vista quella sera in consiglio.

cc-masseria

Su rossosantena.it è stata riportata, pressoché integralmente, la discussione svolta in consiglio, in modo che ognuno possa farsi un’opinione su quanto è successo e su come si sono disposti i consiglieri in merito alla mozione. La discussione ha evidenziato – e questa non è una novità – che il sindaco Benny Nicotra – anche in consiglio comunale – fatica un po’ nel tenere la sua coalizione ferma sui suoi desiderata. La sera del 23 giugno, dopo la presentazione della mozione da parte delle minoranze, il sindaco ha letto un documento che dettava le sue condizioni e «invitata la minoranza a ritirare la mozione». In caso contrario aveva invitato i consiglieri della coalizione di centro destra «a respingere la mozione in quanto priva dei presupposti oggettivi». L’appello è andato a vuoto ed è successo il contrario: la maggioranza ha fatto propria la mozione della minoranza. Qualche lieve modifica nel testo originale è bastata al capogruppo del Pdl, Giuseppe Falcocchio, per presentare come «mozione della maggioranza» il documento portato in votazione e approvato all’unanimità da tutto il consiglio.

Ma ripercorriamo alcune tappe della serata. I lavori del consiglio vengono sospesi tre volte. La prima pausa è durata dalle 20,30 alle 20,40, richiesta dalla consigliera Borgarello. I lavori riprendono con l’assessora del Carroccio che opera una lunga serie di sottili distinguo, ma chiude affermando che, per la Lega, la destinazione a servizi non va cambiata. Prima del consiglio, per bocca del suo segretario Valter Cianchetti, la Lega aveva già bocciato l’operazione di cementificazione dei terreni della Masseria, con interviste su rossosantena.it sul bisettimanale il Corriere di Chieri e sul settimanale Il Mercoledì.

In consiglio comunale l’assessore all’Istruzione afferma che nonostante sia contro la cementificazione boccerà la mozione delle minoranze perché prevede il ritorno ad uso agricolo dei terreni. E’ quanto basta alle minoranze per farsi avanti e proporre di votare un documento unitario, dove si affermi che l’area comunque dovrà restare a servizi. Parte la seconda sospensione, dalle ore 20,55 alle 21, chiesta dal consigliere Roberto Ansaldi. I lavori riprendono con il capogruppo Ansaldi che annuncia che le minoranze cancelleranno dalla mozione l’intenzione di ripristinare, per l’area della Masseria, la precedente destinazione agricola. Il nuovo testo impegna “…il consiglio a mantenere l’attuale destinazione urbanistica anche per il prossimo futuro o in alternativa a destinazione servizi”.

Appena resa nota la nuova formulazione della mozione l’assessora Borgarello chiede una nuova sospensione. E’ la terza della serata e sono le 21,02. Questo è il momento clou del consiglio. Poco prima dell’interruzione il sindaco Benny, visibilmente adirato con i suoi, prende carta e penna e mette nero su bianco l’intenzione di dimettersi. Il primo cittadino è un politico di lungo corso e tira fuori dal suo cilindro questa mossa a effetto per compattare tutti i suoi. Le minoranze non solo non hanno accettato di ritirare la mozione, ma cogliendo le contraddizioni interne alla maggioranza, rese esplicite dalla Lega, offrono ampia disponibilità a rivedere la mozione, con l’obiettivo di arrivare a un pronunciamento unitario di tutto il consiglio. Nicotra appare furioso, lancia strali a molti dei suoi. Li accusa di essere succubi delle trappole dialettiche della minoranza e di non sapersi muovere con sufficiente scaltrezza sul terreno del confronto politico.

Il consiglio sospende i lavori per la terza volta quando la tensione è al massimo. Nelle due precedenti sospensioni i consiglieri avevano parlottato e deciso la strategia da seguire stando in aula, in mezzo al numeroso pubblico. Questa volta la tensione gioca brutti scherzi. Tra le fila della maggioranza si arriva al battibecco. Un fedelissimo di Benny – il vicesindaco Domenico Trimboli – si lamenta con la Lega e chiede conto del perché della sospensione. La battagliera leghista risponde per le rime e fa presente che la Lega non prende ordini da nessuno. Intanto il sindaco se la prende con un incolpevole spettatore – Giuseppe Borrello, ex presidente del consiglio comunale – e lo accusa di stare a origliare. Borrello se la ride e controbatte –“Ma come, l’aula è gremita di pubblico e di giornalisti e il sindaco se la prende solo con me“. La maggioranza esce dall’aula per concordare come proseguire il consiglio. Prima della terza sospensione il sindaco verga le dimissioni. Nella riunione che segue chiede ai suoi di votare contro la mozione, minacciando le dimissioni. E qui succede quello che sinora non si era mai visto: un po’ dei suoi, contrari alla cementificazione della Masseria, gli dicono che può anche dimettersi. Poi sempre la maggioranza riesce a compattarsi attorno a una nuova mozione. La sospensione va avanti fino alle 21,15.

Alla ripresa Santino Cascella, presidente del consiglio comunale è serafico: «Bene, vorrei sapere che cosa ha prodotto questa sospensione». Tocca a Pino Falcocchio, capogruppo del Pdl, spiegare quanto sta per succedere: «La maggioranza ha preparato una mozione alternativa che, secondo noi, non sposta il senso della mozione della minoranza». Una frase che, da sola, compensa l’attesa del pubblico che da oltre due ore attende paziente l’evolvesi della vicenda. Questa strabiliante dichiarazione consente al consiglio di ritrovare l’unità di intenti. I lavori finiscono con il consiglio che vota compatto. Del foglio con la minaccia delle dimissioni non c’è più traccia. Per produrre una mozione che conta 74 parole – articoli compresi – il consiglio impiega più di due ore, una faticaccia. Per qualche consigliere della maggioranza il voto unanime è una liberazione anche se – ancora una volta – non è riuscito a esternare pubblicamente il suo pensiero contrario rispetto a quello del Benny. Sarà per la prossima…

Per completezza di informazione si aggiungono altri elementi della serata. Qualche cenno merita il pubblico; da tempo non si presentava così numeroso. Molti spettatori sono fans della maggioranza o dell’opposizione. Mentre il sindaco e il capogruppo del Pdl Falcocchio si sbracciavano a dire che a protocollo non c’era ancora nessuna domanda relativa alla Masseria e che si trattava di un processo alle intenzioni, tra le file del pubblico spiccava la presenza di un noto costruttore santenese, probabilmente nessuno l’ha ancora informato che per ora di richieste non ve ne sono. Forse si è solo portato avanti con il lavoro. Oppure è venuto a controllare il lavoro che porta avanti il figlio, in Giunta.

Questo pezzo più o meno di colore, costruito con quasi tutte opinioni, largamente confutabili, si chiude così. Per alcune opinioni, tipo la lettera delle dimissioni, allego anche la foto, perché sembrerebbe proprio confermare l’accaduto.

Per i lettori arrivati sin qui, si riportano alcune facce di altri protagonisti della serata: si tratta di consiglieri comunali – alcuni sono intervenuti nel dibattito, altri si sono ben guardati dall’aprire la bocca. Comunque, per qualcuno – dai loro volti – si intuisce che cosa avrebbero voluto dire in merito alla Masseria…

filippo.tesio@tin.it

Ezio Gaude
Ezio Gaude
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Benny Nicotra

Domenico Trimboli
Domenico Trimboli

Walter Mastrogiovanni
Walter Mastrogiovanni
Gianni Giacone
Gianni Giacone

Giovanni Tosco
Giovanni Tosco

Giuseppe Maggio
Giuseppe Maggio
Giuseppe Falcocchio
Giuseppe Falcocchio
Giovanni Bergoglio
Giovanni Bergoglio

Paolo Mosso
Paolo Mosso
Benny firma le dimissioni e Borgarello replica a Trimboli
Benny firma le dimissioni e Borgarello replica a Trimboli