Santena, “I santenesi esclusi dal parco Cavour”, audizione in sede di Quinta commissione del consiglio comunale di Torino

SANTENA – 4 novembre 2009 – “I santenesi esclusi dal parco Cavour”, questo il titolo dell’interpellanza presentata dai consiglieri della Lega Nord Carossa e Angeleri e discussa in quinta Commissione, presieduta da Luca Cassiani, venerdì 30 ottobre scorso, nella sala dell’Orologio. Ad assistere ai lavori in municipio a Torino, un gruppo di santenesi. Di seguito gli interventi di: Daniele Jalla, dirigente del settore Musei della città di Torino; Fiorenzo Alfieri, assessore alla Cultura e al 150° dell’Unità d’Italia; Mario Garavelli, presidente della Fondazione Cavour.

audizione sala orologio

L’audizione in quinta commissione è cominciata con l’intervento di Daniele Jalla, dirigente del settore Musei della città di Torino e coordinatore dei servizi museali: «Comincerei dicendo una cosa banale. Il parco di Santena è nello stesso tempo un giardino storico e pubblico; questo comporta una serie di problemi. Oltre alla normale cura che va riservata a un giardino storico il fatto che l’area sia aperta al pubblico pone ulteriori esigenze di sicurezza». Jalla ha fornito alcuni numeri: «La gestione del complesso Cavour costa 400mila euro l’anno. Ognuno dei 180mila metri quadrati di superficie verde costa 1,3 euro; in totale la spesa annuale stimata dai nostri uffici è di 204mila e rotti euro per sfalci erba, manutenzione arredi e piante. Al momento attuale la Fondazione può contare su modeste entrate e ha pochissimo personale».

Il dirigente del Comune di Torino ha proseguito: «La città di Torino per il complesso di Santena, a partire dal 2000, ha investito 1,5 milioni di euro per interventi strutturali. Sono state fatte molte cose, ma non gli interventi sul parco. Naturalmente ci siamo posti il problema di come fronteggiare questa spesa. La Fondazione è un ente morale di vecchio tipo; la città di Torino non è socio fondatore, ma ha una convenzione per la proprietà dei beni. Da alcuni anni si è individuato il cambio di statuto come unica soluzione praticabile per riuscire a rimettere a posto i conti.  Cambiando lo statuto si concede la possibilità ad altri enti di entrare nella Fondazione, in modo da costituire un  fondo in grado di risolvere anche i gravi problemi economici  pregressi che pesano sul bilancio della Fondazione».

Daniele Jalla ha aggiunto: «L’iter per arrivare al nuovo  statuto è complesso, ma oggi dovremo essere quasi al dunque. Con questo nuovo strumento la Fondazione potrà avviare un piano di rientro rispetto alla situazione debitoria attuale. Con il nuovo statuto la città di Torino si è impegnata ha elevare il contributo annuale alla Fondazione arrivando a quota 50mila euro; una cifra che non ritengo alta per il Comune di Torino.  Anche la Regione Piemonte ha promesso un contributo di 50mila euro e così il Comune di Santena e il Ministero dei beni culturali. In questo modo la Fondazione potrebbe arrivare a poter contare su un fondo di 200mila euro. La seconda proposta di intervento economico che la città di Torino prevede per l’anno prossimo è un intervento di manutenzione straordinaria per il parco, con una spesa prevista di 200mila euro. Una somma che trova giustificazione nel fatto che, per anni, il parco è stato abbandonato. Con questa secondo pacchetto di risorse che Torino ha promesso la Fondazione potrebbe contare su un bilancio forte di 400mila euro, risorse sufficienti per mettere a norma la parte verde e per pagare in modo regolare le spese correnti. Ci sono ancora 200mila euro da conteggiare: per il terzo anno successivo la città potrebbe stanziare 100mila euro. La prima tranche di 100mila euro è stata stanziata nel 2008, altri 100 mila euro sono previsti nel bilancio 2009, infine altri cento mila euro potrebbero essere previsti per il 2010. Tutte queste risorse potrebbero costituire un fondo di dotazione in capo alla Fondazione: si tratta di risorse che però saranno disponibili solo con l’entrata in vigore del nuovo statuto. Ricordo ancora che altri 100mila euro sono già arrivati dalla Regione Piemonte nel 2008 e altrettanti ne dovrebbero arrivare nel 2009 e nel 2010. In totale si arriverebbe a un fondo di 600 mila euro, necessari  sia per il fondo di dotazione inalienabile sia per anticipare le spese su un progetto su cui la Fondazione, il Comune di Torino e  la Regione stanno lavorando, con un investimento previsto 5 milioni di euro, di cui 4 assicurati dal Fesr – Fondo Europeo di Sviluppo Regionale – della regione Piemonte».

Daniele Jalla ha così concluso: «Questo è il quadro economico, rispetto al quale non è così semplice prevedere a breve un intervento di manutenzione del parco in autunno-inverno, tale da portare all’apertura del parco nella prossima primavera. Io penso che, ragionevolmente, si cercherà di intervenire per avere almeno alcune parti del parco aperte. Ricordo però che senza condizioni di sicurezza assoluta nessuno di noi – né la Fondazione né la città di Torino – si prenderà la responsabilità di aprire al pubblico il parco Cavour. In queste settimane il Comune di Torino sta attivamente collaborando con il neopresidente della Fondazione, dottor Mario Garavelli, che è fortemente impegnato nel rimettere a posto questa situazione. Per quanto riguarda la città di Torino – e io seguo il complesso cavouriano santenese da più di dieci anni – posso dire che tutto quello che è stato possibile l’abbiamo fatto. Lo scoglio resta quello del cambio di statuto, senza il quale tutte le cifre, tutti i soldi e tutte le operazioni delineate prima non si riusciranno a concretizzare».

L’audizione in quinta commissione è continuata con l’intervento di Fiorenzo Alfieri. L’assessore alla Cultura, ha spiegato: «La Fondazione Cavour non è a riconoscimento regionale, ma nazionale. Questo significa che il cambiamento di statuto, che è stato approvato in consiglio comunale, ha bisogno di essere recepito da Roma, dal Ministero, tramite la Prefettura che ha messo vincoli di tipo formale – e anche sostanziale – molto maggiori rispetto a quelli che normalmente la Regione pone quando si tratta di cambiare uno statuto. Sostanzialmente questa è la ragione che ha causato grande ritardo. Ora si sta facendo lo sforzo di includere la Regione  Piemonte nello statuto perché è l’unica che dispone di risorse adeguate per rimettere in sesto una situazione come quella in cui versa attualmente la Fondazione. Ricordo che il complesso cavouriano potrebbe far parte a pieno titolo del circuito delle residenza sabaude  e potrebbe così finalmente avere tutti i vantaggi che una simile posizione comporta anche rispetto alla comunicazione veicolata dalla Regione Piemonte».

Fiorenzo Alfieri ha proseguito: «E’ anche bello che la Regione si sia resa disponibile e abbia subito capito che senza il suo intervento la gestione di questo bene non si sarebbe mai potuta risolvere. Già oggi l’assessore regionale alla Cultura Gianni Oliva è nel consiglio di amministrazione della Fondazione, ma fino a  che la Regione non diventerà a pieno titolo socia della Fondazione non potrà mettere i fondi che servono a sbrogliare questa intrigata matassa. Il fatto che lo statuto stenti a decollare è la causa principale di tutta una serie di ritardi, e – tra l’altro – anche della situazione attuale in cui versa il parco Cavour. Detto questo, bisogna ricordare che – finalmente – siamo in dirittura di arrivo e ci sono buone possibilità che – a breve – la situazione si sblocchi».

La parola è quindi passata a Mario Garavelli, presidente della Fondazione Cavour: «Faccio alcune premesse. Sono presidente da pochi mesi; da metà giugno. Quindi siamo appena all’inizio di questa amministrazione. La seconda premessa è che la Fondazione è molto interessata a dare in uso il parco in godimento ai santenesi. Noi siamo molto orientati a fare questo. Il parco è un bene storico e monumentale però è certamente un bene importantissimo per la città di Santena e per i suoi abitanti. Tutto il complesso è veramente bello e notevolissimo; si tratta di un parco con piante secolari che si estende per 18 ettari. Il risvolto negativo è che le piante possono diventare pericolose. Il problema della sicurezza si risolve con i soldi».

Garavelli ha aggiunto: «Oggi la Fondazione dal punto di vista finanziario è in una situazione pressoché fallimentare. Sono 5-6 anni che i bilanci sono in deficit. Il passivo annuale è di 50-60-70mila euro, con un debito complessivo di quasi 600mila euro. Il  problema vero è che la Fondazione praticamente non ha entrate proprie. Le entrate sono pari a 5 euro per ogni biglietto intero pagato dai visitatori, che non sono  grandi folle. I contributi che arrivano alla Fondazione sono tutti esterni. La Fondazione ha un bilancio annuale con 440mila euro di spese. La situazione è grave: ci sono tetti che stanno per crollare e, ovviamente, il tetto è la prima cosa da aggiustare, ma oggi noi non disponiamo delle risorse per questi interventi».

«Malgrado questo quadro – ha però aggiunto il presidente della Fondazione Mario Garavelli – ritengo che, per il futuro, le prospettive siano buone. Naturalmente sono tutte legate all’approvazione dello statuto, documento che da tempo è stato approvato in sala Rossa. Il problema è che sinora non erano stati approvati i bilanci 2008 e 2009 della Fondazione. A oggi non è stato approvato il preventivo e il consuntivo 2008. La Prefettura per dare il via libera al nuovo Statuto naturalmente ha bisogno di avere i bilanci approvati. Ora, dopo lungo e meticoloso lavoro, siamo arrivati a ordinare le carte. Abbiamo messo giù un bilancio presentabile. Tenete presente che io, in quanto ex magistrato, avrei qualche problema a presentare un bilancio falso. Abbiamo quindi predisposto un bilancio vero, reale, naturalmente in deficit, che è ora all’esame del Consiglio di presidenza della Fondazione. Una volta approvato lo porteremo in Prefettura che richiede la copertura patrimoniale. In sostanza per approvare lo statuto la Fondazione deve essere solidamente patrimonializzata in modo che poi possa camminare con le proprie gambe. Il nostro problema è che, sino a oggi, chi è disposto a mettere i fondi lo potrà fare solo dopo che il nuovo statuto sarà entrato in vigore. In sostanza è il classico caso in cui il cane si morde la coda. Alla fine, con la Prefettura si è trovata una soluzione di compromesso: basterà un impegno d’onore da parte degli enti pubblici interessati a patrimonializzare la Fondazione subito dopo l’approvazione statuto. Contiamo di approvare lo statuto e portare tutte le carte alla Prefettura nel prossimo novembre. La Prefettura approverà quindi il nuovo statuto, poi il ministero dei Beni culturali ha due mesi di tempo per presentare le sue osservazioni. Dunque, al massimo, il nuovo statuto diventerà operativo entro tre mesi. Subito dopo i nuovi soci fondatori – e la Regione in particolare – dovrebbero apportare i necessari mezzi finanziari, sufficienti per sanare il pregresso e per mettere in condizione la Fondazione di poter far fronte a tutte la necessità. Tra queste vi è sicuramente il parco. Assicuro che uno dei primi interventi sarà proprio il parco che è abbandonato da anni. Ma io, da vecchio contadino, oggi mi occupo prima del tetto, che è da riparare e perde acqua. Dunque la prima cosa che faremo sarà quella di aggiustare il tetto; a questo proposito ci sono già contatti con la Fondazione San Paolo. Con l’entrata di nuovi soci fondatori avremo mezzi finanziari per fare le tutte le cose che sono necessarie. E’ comunque nostra intenzione aprire appena sarà possibile almeno una parte del parco, cintando tutte le aree che dovessero risultare pericolose. A breve la situazione dovrebbe quindi sbloccarsi».

E’ quindi intervenuto il consigliere della Lega Nord Mario Carossa: «Ho sentito esposizioni corrette e chiare. Io però vorrei sentire una data entro la quale si possa ragionevolmente pensare di riuscire a riaprire il parco Cavour al santenesi. Abbiamo sentito che per manutenere questo polmone verde  occorrono 200mila euro l’anno; io ritengo questa cifra alla portata del Comune di Torino, della Regione e anche dal Governo centrale romano, perché non va dimenticato che anche Roma dovrebbe fare la propria parte. Se possibile chiederei l’indicazione di una data da prendere a riferimento per la riapertura del parco».

Carlo Zanolini, componente della Commissione Cultura,  ha ricordato: «La commissione Italia 150 ha già visitato Santena. Io ritengo che la casa, il parco e la tomba debbano essere un po’ il simbolo di tutte queste celebrazioni. Non possiamo permetterci di trascurare il patrimonio esistente a Santena. Comune di Torino, Comune di Santena, provincia di Torino e Regione Piemonte dovrebbero coordinarsi maggiormente per presentare un progetto, in modo da avere accesso alle necessarie risorse. Per la reggia di Venaria si sono trovati un sacco di fondi e risorse, mentre sinora per Santena abbiamo dato poco o nulla».

L’audizione si è chiusa con la replica di Mario Garavelli: «Davvero non me la sento di indicare una data precisa per la riapertura.  Informo comunque che alcuni interventi partiranno a breve. Ad esempio, per la tomba di Cavour, che non è in cattive condizioni, ma ha bisogno di qualche piccolo intervento, la Consulta dei beni culturali si è resa disponibile. Sono già venuti a compiere una prima visita e – presumibilmente – a breve finanzieranno questo intervento. Come ho detto, non posso indicare una data precisa per restituire il parco ai santenesi: invito comunque i presenti a venire a Santena nella prossima stagione degli asparagi. Nel maggio 2010, io spero che saremo a buon punto anche per l’apertura del parco cittadino».

**

Blog: rossosantena.it

filippo.tesio@tin.it

©RIPRODUZIONE RISERVATA