Santena, il dibattito in consiglio comunale sulla mozione contro Santino Cascella

SANTENA – 10 marzo 2010 – Di seguito, la seconda parte del dibattito che si è svolto in consiglio comunale, lunedì sera, 8 marzo scorso, in merito alla mozione di sfiducia presentata dal sindaco Nicotra e dalla sua maggioranza, nei confronti del presidente del consiglio Santino Cascella. Gli interventi di Edoardo Tamagnone, Roberto Ansaldi, Domenico Galizio e Cetty Siciliano.

Consiglio pubblico1

Dopo gli interventi di Santino Cascella, di Benny Nicotra e di Francesco Migliore, capogruppo del Pdl, il dibattito sulla mozione di sfiducia è continuato con un nuovo intervento di Santino Cascella.

Santino Cascella 2Santino Cascella, a braccio, ha detto: «Volevo far presente questo. Con la mozione di sfiducia mi sono stati allegati alcuni articoli pubblicati su blog, giornali e documentazione varia. Io dico che non era il caso; tanto io riconosco di avere fatto queste dichiarazioni e quindi non le rinnego e non le avrei rinnegate. Ho abitudine di dire sempre ciò che penso e ciò che faccio. Naturalmente, ora aggiungo che – qualora dovesse essere approvata la mozione – io presenterò ricorso al Tar.  Guarda caso, non più tardi di pochi mesi fa, in una situazione analoga è stato presentato ricorso al Tar del Piemonte contro il presidente del consiglio comunale di Torino, Giuseppe Castronovo. In seguito c’è stata una ordinanza del Tar che ha sospeso la sospensione di funzione del presidente del consiglio e, successivamente l’ha anche reintegrato nella carica. Naturalmente, io mi riservo anche di chiedere un risarcimento dei danni, patrimoniali e non patrimoniali. A me non interessa continuare o meno a fare il presidente del consiglio comunale, però è chiaro che – a questo punto – con questa vicenda si crea un danno di immagine, un danno economico, alle mie condizioni perché, come è del tutto evidente, ci sono turbative forti».

Santino Cascella ha aggiunto: «La giurisprudenza di primo grado ha avuto modo di chiarire che la sfiducia al presidente del consiglio comunale è illegittima in quanto non prevista dall’ordinamento degli enti locali. Qui a Santena è invece prevista dallo statuto». Poi, Cascella ha ancora proseguito: «Ad ogni modo, ripeto, non si può confondere la posizione del presidente del consiglio dalla posizione del politico. Io, politicamente, sono stato critico nei confronti del sindaco e della sua maggioranza. L’ho detto. L’ho scritto. C’è ampia documentazione che prova questo e non lo rinnego. Lo farei di nuovo. Però voglio aggiungere che io ho sempre garantito i lavori del consiglio comunale con imparzialità e questo è il punto che bisogna discutere. E, secondo me, qui si stanno facendo tante ipotesi, ma tutta questa materia è da vedere bene. A parte tutto questo, per me la situazione non cambia perché qui mi possono sfiduciare o meno, ma io credo che ci sarà una sfiducia ben più pesante della mia. Sarà la sfiducia della Magistratura che riconoscerà nei confronti dell’attuale sindaco Benny Nicotra, perché ci sono motivi veramente pesanti da valutare».

Edoardo TamagnoneLa discussione è proseguita con l’intervento di Edoardo Tamagnone, capogruppo di Progetto Santena, uno dei più fieri oppositori che il sindaco Benny Nicotra ha ritrovato nel consiglio comunale cittadino. «Se ho ben inteso – ha detto Edoardo Tamagnone – quello che il consigliere Francesco Migliore ci stava spiegando il presidente del consiglio comunale Santino Cascella verrebbe sfiduciato perché condivide certe posizioni dell’opposizione. Avete detto chiaramente che il presidente del consiglio non sarebbe stato super partes perché ha partecipato alle riunioni con le opposizioni e perché – appunto – ha fatto dichiarazioni contrarie all’amministrazione, al sindaco e ha esternato il proprio pensiero. Ma io mi chiedo: il presidente del consiglio è anche un consigliere comunale? Certamente lo è, e allora devono valere anche per lui le prerogative dei consiglieri comunali. All’articolo 10 del Regolamento  del consiglio comunale di Santena si dice che, nell’adempimento delle funzioni connesse alla carica elettiva, egli ha pertanto piena libertà di iniziative di opinione e di voto. Libertà di iniziativa, di opinione e di voto. Voi con la mozione, sostanzialmente andate a sindacare le sue iniziative, le sue opinioni e il suo voto. Questo basterebbe per fugare ogni dubbio sulla illegittimità di questa sfiducia. Perché è chiaro che se noi andiamo a limitare di diritto di iniziativa di opinione e di voto del presidente, andiamo a violare le prerogative che gli affida la sua stessa carica di consigliere comunale».

Edoardo Tamagnone ha proseguito così la sua arringa: «Ma c’è di più. Abbiamo detto che sono motivi squisitamente politici quelli che essenzialmente vi portano a  sfiduciare il presidente del consiglio comunale. Lo diciamo noi, ma l’avete scritto voi. Io non so se il capogruppo del Pdl Migliore ha letto la mozione di sfiducia che ha firmato. Se l’avesse fatto avrebbe visto che c’è scritto che tra le iniziative che ha posto in essere il presidente del consiglio comunale e che gli vengono rinfacciate dalla maggioranza ci sono non solo azioni e opinioni o voti, ma ci sono addirittura dei manifesti che il suo gruppo politico ha affisso. Quindi, dei manifesti che una parte politica ha fatto circolare per veicolare le proprie idee.  E la mozione che cosa è se non una sanzione verso un comportamento politico del presidente del consiglio comunale? Il sindaco e la sua maggioranza vorrebbe che il presidente del consiglio comunale, per 365 giorni l’anno stesse zitto, in una stanza, non pensasse e non facesse nulla e non votasse in modo difforme dalla coalizione che guida la città».

«Ricordo che i desiderata della maggioranza non sono compiti del presidente del consiglio – ha continuato Edoardo Tamagnone –. Il presidente garantisce l’imparzialità dei lavori delle sedute consiliari. Mi sembra che, in questi ultimi tre anni, abbiamo convocato il consiglio circa una volta al mese. E mi sembra anche che in quella volta al mese che è stato convocato il presidente non abbia fatto il partigiano a favore  di una parte o di un’altra. Non è che abbia mai dato trenta minuti a me, Tamagnone, per parlare e zero al sindaco o al consigliere Migliore. Cascella ha sempre garantito l’imparzialità della seduta e ha concesso a tutti i tempi previsti per la discussione. Così facendo ha garantito il rispetto del regolamento; questa è la funzione a cui noi lo chiamiamo».

Il capogruppo di Progetto Santena ha continuato: «Mi chiedo anche però a che serve un presidente del consiglio se deve stare supino ai voleri di una maggioranza, di una giunta o di un sindaco? Leggendo il Testo unico degli enti locali e anche il regolamento del consiglio comunale è scritto che il presidente è una figura di garanzia per tutti – opposizione e maggioranza –, perché deve garantire la parità di condizioni di tutti i consiglieri comunali, non soltanto della maggioranza che lo ha eletto. Tanto è vero che ci possono essere anche presidenti del consiglio che vengono eletti nelle file dell’opposizione. Peraltro noi abbiamo anche il vice presidente – Massimiliano Miano – che è stato eletto quando era nelle file dell’opposizione e oggi è passato con la maggioranza».

Sempre Edoardo Tamagnone ha proseguito: «Questa maggioranza intende sfiduciare il presidente del consiglio comunale per motivi politici. C’è un’ampia giurisprudenza in merito – e non solo il caso Castronovo, che è quello più eclatante, perché è quello pronunciato dal Tar del Piemonte, lo stesso che si pronuncerà sul ricorso che farà il presidente del consiglio una volta che sarà sfiduciato. E’ il caso di ricordare la vicenda di Castronovo, che aveva fatto entrare degli squatter nella sala del consiglio comunale di Torino. Perché li ha ricevuti, la maggioranza lo ha sfiduciato. Castronovo ha fatto ricorso e il Tar ha detto che era stato sfiduciato per motivi politici per cui lo ha reintegrato. Non hanno neanche avuto il tempo di eleggere un altro presidente che Castronovo è tornato al suo posto. Ecco, sulla base di questi elementi io penso che voi con la vostra mozione avete fatto un grande servizio al presidente del consiglio comunale perché gli state consegnando su un piatto d’argento la vittoria che il Tar gli riconoscerà tra 30 giorni. Nella mozione avete scritto a chiare lettere che lo sfiduciate per motivi politici. Avete allegato anche una rassegna stampa in cui andate a sanzionare le sue opinioni politiche. Un po’ di fogli di articoli di giornali e blog  dove andate a dire che se il presidente del consiglio ha un opinione sul sindaco o sulla maggioranza diversa dalla vostra voi la andate a sanzionare. Questo è servire su un piatto d’argento al Tar l’annullamento di questa delibera. Come abbiamo sentito poco fa, il presidente del consiglio comunale presenterà il ricorso al Tar. Io non so chi sarà il designato che voi eleggerete, se avrete il tempo, come nuovo presidente del consiglio. Ma quel povero nuovo presidente non durerà in carica più di trenta giorni, perché quando Santino Cascella verrà reintegrato dovrà lasciargli sicuramente il posto. Io, per ora, ho concluso».

ANSALDIRobertoLa discussione è proseguita con l’intervento di Roberto Ansaldi, capogruppo dell’Udc: «Io dico sempre quello che penso. Io credo che le ragioni di questa sfiducia siano molto più terra a terra; l’ho già scritto anche sui blog. Noi abbiamo una maggioranza che è larvatamente in crisi da sei mesi. Questo è innegabile. Un componente dell’opposizione è passato in maggioranza perché c’erano dei numeri terrificanti. Ora sette assessori ci sono e non se ne possono fare di più perché la legge lo impedisce. C’è in campo la questione spinosa dell’ex assessore Pino Falcocchio e non perché me lo sia inventato io, ma perché l’ha scritto lui stesso, credo anche a chiare lettere che chiede il reintegro perché ritiene uno sgarbo la mozione di sfiducia votata in consiglio comunale e anche da gran parte della maggioranza. Personalmente Falcocchio può anche avere il mio sostegno morale, ma la questione spinosa c’è e resta.  Io credo che, siccome altri assessorati liberi non ve ne erano più, il giochino dell’oca ha portato la maggioranza a dire: –  Sfiduciamo il presidente del consiglio. Prendiamo un assessore e gli facciamo fare il presidente del consiglio. Così si libera un posto in Giunta. E lì ci mettiamo Falcocchio. Probabilmente se io fossi sindaco farei la stessa cosa. Però attenzione: se la ragione è questa – perché è del tutto evidente che la ragione, ragazzi, è questa – mi sembra abbastanza cavilloso e strumentale che questa sera si faccia tutta questa discussione sulla mozione. Perché, anche ammesso che stia in piedi questa vostra tesi; tale situazione è in piedi da due anni, anzi quasi da tre. E, guarda caso, viene fuori solo ora, solo adesso, quando la maggioranza ha problemi di numeri, in occasione del bilancio e con la coalizione del sindaco che ha tutti i problemi detti prima.  Sarà anche una casualità, ma è una casualità che puzza».

Roberto Ansaldi ha aggiunto: «Io credo che un presidente del consiglio  comunale abbia pochi e precisi compiti da rispettare. Io credo che Santino Cascella – tra l’altro votato anche con i voti della minoranza, e questo non dovete dimenticarvelo mai – sia stato un buon presidente del consiglio comunale. Tra l’altro, in passato, con Santino Cascella ci siamo anche mordicchiati un po’ e questo vuol anche dire che non è che ci tenesse così tanto all’opposizione come, invece, volete farci credere con la mozione che avete presentato.  Noi, invece, crediamo che Santino Cascella sia stato un presidente del consiglio comunale corretto che ha condotto i lavori in ottemperanza a quanto previsto dal regolamento. Non c’è nessuna legge che regola l’operato del presidente del consiglio in un Comune; c’è il regolamento».

Roberto Ansaldi ha concluso: «A mio modesto parere,  credo che questa sera si stia compiendo un atto grave. State tentando di soddisfare i fabbisogni della vostra maggioranza – che per tutta una serie di ragioni è in difficoltà da tanto tempo – attraverso questa mozione. Ma i vostri problemi interni, con la correttezza del presidente del consiglio ci azzeccano come il due di picche o come il classico cavolo a merenda. Io credo che una mozione di questo genere non sarebbe stata neanche da proporre. Se proprio siete obbligati a proporla – perché avete una questione spinosa da risolvere – poteva essere presentata in maniera un pochino più urbana. Un attimino un po’ meno cattiva perché se le ragioni fossero queste, caro Francesco Migliore – avreste dovuto presentarla quantomeno due anni fa. Perché la presentate oggi? Perché avete bisogno di liberare un posto in Giunta. E allora ditelo chiaramente, tanto lo sanno anche i sassi. Questa sera rischiate solo di mettere in piedi una teoria, quando tutti sanno benissimo che la verità è un’altra».

Domenico Galizio 27lug09Il dibattito è proseguito con Domenico Galizio, capogruppo di Insieme per Santena: «A me tocca ricordare una cosa: questo concetto di super partes non è una novità di questa sera. Lo avete già presentato in sede di conferenza di capigruppo un anno fa o poco più. Già allora la maggioranza aveva proposto lo stesso concetto originale di super partes. Di fatto, veniva imputato al presidente del consiglio comunale di non esserlo nel momento in cui prendeva posizioni in difformità – o distanti – dai punti di vista di maggioranza. E quindi, siccome non era perfettamente omogeneo alla maggioranza, non era super partes. Io vi invito a confrontarvi con qualcuno che sappia cosa vuol dire super partes, perché non vuol dire quello che intendete voi. Super partes, vuol dire – come afferma il regolamento – che il presidente del consiglio deve essere equo e imparziale. Poi, sappiamo anche che uno, ogni tanto, può essere un po’ meno equo un po’ meno imparziale. Però, come si dice, l’importante è la media. A me piace ricordare che una delle poche cose condivise, istituzionali, che sono avvenute in questo consiglio è stata l’elezione del presidente del consiglio che venne proposto dalla maggioranza. Cascella, che allora era assolutamente omogeneo alla maggioranza, si preoccupò di dire all’opposizione votatemi, perche io mi preoccuperò di essere anche il garante vostro. Io non conoscevo quasi per nulla Cascella; qualche trascorso politico passato, per la verità, mi divideva abbastanza da lui, ma di fronte al fatto che la maggioranza aveva i numeri per proporre un proprio candidato e, a fronte del fatto che questo candidato si proponeva – nonostante fosse tassativamente di maggioranza – anche come garante delle posizioni  e delle esigenze delle opposizioni, mi convinse a sufficienza e, sulla fiducia, allora votai e il nostro gruppo votò a favore di Santino Casella. Io direi che, dopo tre anni, non mi pento di quella scelta e di quel voto favorevole. Per la verità, qualche battibecco l’abbiamo anche avuto, perché qualche sforbiciata sulla durata dei tempi dei miei interventi io sono convinto di averla avuta. I miei cinque minuti mi sembravano stranamente stretti. Ho anche subito qualche negazione su argomenti che mi stavano a cuore e che venivano ritenuti non legittimi nel contesto della discussione, nel momento o nell’ardire degli argomenti della serata».

Domenico Galizio ha detto: «Stasera però la maggiorana confonde le attribuzioni di imparzialità ed equità, dicendo che il presidente deve essere anche neutrale: ma quando mai? Non lo può essere per le ragioni dette prima da Edoardo Tamagnone. Come dissi mesi fa in sede di conferenza di capigruppo, il nostro presidente del consiglio comunale – beninteso fatte tutte le debite proporzioni – equivale alla presidenza della Camera dei deputati. È storia d’Italia; per fortuna che i presidenti degli organismi parlamentari – o di rappresentanza di tutte le parti politiche – venivano lasciati in gestione ai partiti di opposizione, perché si riteneva che un esponente di opposizione poteva esser più a  garanzia di una istituzione che, in effetti,  doveva essere rappresentativa di tutta la nazione. Ricordo gente come Pietro Ingrao o come Sandro Pertini e Nilde Iotti. Che fosse gente neutrale – poverini sono morti tutti e sarebbe proprio fargli un torto – davvero non lo si può dire, erano di parte, di partissima. E sono stati degnissimi, eccellenti presidenti della Camera dei deputati e nessuno gli ha fatto colpa di essere uomini di parte. Io non ricordo che nelle sedute di questo consiglio comunale ci siano stati episodi in cui Santino Cascella abbia negato alla maggioranza – come peraltro anche le opposizioni – di parlare e di avvalersi degli spazi di intervento, e di svolgere in piena libertà il mandato di consigliere, di sindaco o di assessore. Ricordo invece delle prevaricazioni della maggioranza che – sempre in forza della forza democratica del voto – ha sempre stroncato qualsiasi tipo di dialogo».

Galizio ha aggiunto: «Sono rari gli episodi che vedono approvato un nostro ordine del giorno o una nostra mozione. Quando accade facciamo scorrere champagne e coriandoli, perché è occasione di festa. Capita rare volte, perché prevale sempre un gioco di trincee contrapposte e difficilmente viene accettato il dialogo, normalmente viene respinto. Qui, per giustificare la mozione di sfiducia contro Cascella ci avete anche presentato la sbobinatura della serata famosa dei bisticci, seguita dalla mattinata delle testate. Il capogruppo del Pdl – dire Pdl non la dice tutta, bisognerebbe dire sempre Popolo della libertà, perché se uno dice Popolo della libertà e poi vede comportamenti di questo tipo qui, sente già che c’è qualcosa che non va. Allora, nella sbobinatura, a un certo punto c’è scritto – dice Migliore: “A maggioranza abbiamo deciso la disposizione dei gruppi in consiglio comunale e voi minoranze vi siete rifiutati di ubbidire alla nostra decisione”. Poi, sempre sul verbale, a fronte di un mio commento, fuori microfono, Migliore dice “Allora. Puntualizzo per Galizio che io ho detto che voi vi siete rifiutati di ottemperare a una decisione che è stata presa a maggioranza democratica, in sede di conferenza dei capigruppo. Così va meglio Galizio?” E qui, in questa ultima affermazione c’è lo spirito della cosa, di come intende la politica il Pdl. Effettivamente, in questi tre anni, la maggioranza ha disposto e veniva chiesto agli altri di ubbidire. Anche nell’ambito delle tre componenti di maggioranza, non so bene quante siano oggi le realtà che fanno capo al sindaco, penso che non ci possano essere  occasioni, non dico di dissenso, ma almeno di  distinguo. Una volta, in sede di conferenza di capigruppo, ho parlato di tendenza a voler imporre il pensiero unico e – forse Falcocchio o altri – mi hanno bacchettato immediatamente, sostenendo che il pensiero unico non esisteva. Di fatto, però, invece è così. Nella vostra maggioranza quando qualcuno dissente prende la porta e va via. Mi risulta che mai una volta qualcuno della maggioranza si sia permesso di dissentire, magari anche solo sul nuovo svincolo autostradale, che abbia alzato la mano per dire  una opinione diversa dalla linea indicata dal sindaco. Questo non è stato concesso, perché altrimenti gli sarebbe stata indicata la porta, oppure avrebbe fatto la fine di Cascella».

«E’ ovvio che, anche stavolta – ha chiuso Domenico Galizio – verrà applicato il gioco democratico dei numeri e una onesta persona verrà castigata per motivi personali. Perché, comunque è un conto che gli viene presentato per il suo essere – tra virgolette – diverso da quelli che sono i vigori della maggioranza e, ovviamente, con l’occasione, non fa male che si liberi un posticino, anche se di secondo livello dal punto di vista degli stipendi».

Cetty SicilianoL’ultima a intervenire, prima del voto, è stata Cetty Siciliano, consigliera dell’Unione centrosinistra: «Volevo dire che, anche per il nostro gruppo, Santino Cascella ha espletato nella massima correttezza il suo mandato che, è bene ricordarlo, ha ricevuto all’unanimità, avendo sempre un comportamento improntato a  una grande educazione. Ho visto che negli allegati alla mozione sono riportate le trascrizioni dei dialoghi intercorsi nella seduta in cui il presidente tentava di fare valere quella che era la decisione presa durante la conferenza dei capigruppo. Una posizione – quella di Cascella – che ritengo legittima. Dico anche che se mai ci fosse una trascrizione di tutti i consigli comunali, dall’inizio del mandato fino ad oggi, si potrebbero allegare tutte. Sarebbe una buona cosa e si vedrebbe che in realtà Santino Cascella ha sempre condotto i lavori del consiglio con grande correttezza e con grande educazione. Anzi posso dire che ha tolto la parola o ha ricordato di stare nei tempi molte più volte all’opposizione che agli esponenti della maggioranza. Infine, aggiungo che, a livello nazionale, molte volte il presidente Silvio Berlusconi non è troppo d’accordo con il presidente della Camera Fini, non per questo a Fini è mai stata tolta la fiducia».

Il consiglio è quindi andato al voto. Come è finita l’abbiamo già raccontato: tre franchi tiratori hanno ridimensionato i desiderata del sindaco e della sua coalizione più o meno variabile. la mozioen è stata bocciata e Santino Cascella resta, più saldo che mai, al suo posto di presidente del consiglio.

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