Santena, 12 marzo 2010, presìdio della Cgil, l’intervento di Gerardo Di Martino, Rsu Ages

SANTENA – 14 marzo 2010 – Di seguito, l’intervento di Gerardo Di Martino, Rsu Ages, durante il presìdio organizzato venerdì scorso 12 marzo, dalla Cgil ,a Santena, in occasione dello sciopero generale.

Laria Di Martino

Gerardo Di  Martino, accolto da un’ovazione, ha cominciato così il suo breve comizio in piazza Martiri della Libertà: «Io e la Rsu dell’Ages, dal primo momento della crisi che ha coinvolto il nostro gruppo, ci siamo impegnati con i lavoratori a rappresentare la situazione Ages a tutti i livelli. Pertanto, quello che io ora intendo dirvi l’ho detto e ripetuto da tutte le parti: dalla Camera del lavoro a Moncalieri e a Torino, in piazza San Carlo a Torino, come nelle riunioni che abbiamo avuto con i parlamentari piemontesi. Tutti sanno quindi qual è la nostra situazione e chi ci ha portato a questa situazione».

Gerardo Di MartinoGerardo Di Martino ha proseguito: «Faccio un po’ la cronistoria dell’Ages, perche è giusto che ci chiariamo la memoria in merito a questa vicenda. Fino al 1991 l’Ages apparteneva al gruppo Fiat e occupava, nel solo stabilimento di Santena, 1.200  addetti. In seguito è stata ceduta alla tedesca Contitech, del Gruppo Continental. Dal 2005 l’Ages è stata acquistata da un imprenditore che, di fatto, ci ha portato sull’orlo del fallimento. A Santena si producono: antivibranti gomma metallo, tubi e manicotti. Da qualche anno si lavora anche la lamiera che viene stampata con la gomma. Ad Asti l’Ages produce fanali per autoveicoli, fendinebbia, segnalatori di direzione e acustici e, inoltre, componenti plastici estetici. Pertanto, a oggi, ci sono 356 lavoratori a Santena e 144 ad Asti: in totale siamo 500 persone. Questo è il numero dei lavoratori che, a breve, rischiano di stare a casa per andare a unirsi alla massa di disoccupati già esistente in questa zona»

Ages 1Gerardo Di Martino è andato giù duro, come è solito fare quando ha davanti un buon numero di persone: «La disastrosa gestione aziendale dell’imprenditore Egidio di Sora… maledizione, ho detto imprenditore, no è solo un maledetto sciacallo. Ha rovinato centinaia di famiglie. Non è un imprenditore; questo paese è pieno di imprenditori capaci, intelligenti e onesti, ma questo sicuramente non lo è. Di Sora è arrivato in Ages nel 2005 e ha compiuto una serie di misteriose riorganizzazioni aziendali che hanno portato la società in un vortice debitorio che, nell’anno 2008, è giunto a un passivo di 89 milioni di euro. Si tratta di debiti contatti nei confronti del lavoratori, dei fornitori e anche della Fiat, che è la maggiore debitrice».

Ages 2«Per la difesa dei nostri diritti abbiamo scioperato e presidiato la fabbrica per oltre 36 giorni consecutivi nella stagione invernale dello scorso anno – ha aggiunto Di Martino –. Da tale situazione finalmente è scaturita la necessità di chiedere al Tribunale di Asti il commissariamento e la seguente amministrazione straordinaria, attualmente in corso. Sino a oggi in fabbrica, con una rotazione, un po’ ingarbugliata, lavora un quinto della forza lavoro; il resto è in cassa integrazione straordinaria. La cassa, in questo caso, non viene però anticipata dall’azienda ed è solo grazie alla convenzione stipulata dal comune di Torino con la direzione regionale Inps che abbiamo l’anticipo di 600 euro mensili. Essere in cassa non è però sicuramente il massimo; come si fa a vivere e mantenere una famiglia con 600 euro al mese? Noi, sono anni che viviamo questa realtà. Ora ricordo che la nostra cassa integrazione scade il 6 maggio 2010; termina con il mandato del commissario straordinario Maurizio Civardi, che ha il compito di trovare acquirenti per l’Ages».

Ages 3Gerardo Di Martino ha detto: «Ricordo che è stato pubblicato un bando di vendita; sono arrivate undici richieste di interessamento per l’Ages. Non vuol dire che ci sono undici che acquisteranno; si tratta di richieste di soggetti che vanno a  vedere qual è il business dell’Ages. Nei giorni scorsi in azienda sono state effettuate alcune visite da parte di possibili acquirenti.  Insomma, noi speriamo che qualcuno sia veramente interessato a comprare e acquisire questa azienda. Noi sappiamo anche che le nostre vicissitudini sicuramente non sono terminate qui. Infatti potremmo ancora essere distanti da una soluzione. Il problema è che se non si troverà questo acquirente nella fase della amministrazione straordinaria e cioè entro il prossimo 6 maggio, noi 500 lavoratori rimarremo senza lavoro. La nostra speranza sta nella ripresa produttiva del comparto auto per il quale l’Ages fornisce prodotti essenziali e di qualità. La nostra speranza è soprattutto riposta in un intervento Fiat, a garanzia dei volumi. Chiunque acquisirà questa azienda infatti avrà bisogno di volumi per mantenere l’occupazione attuale. Come sempre la Rsu informerà i lavoratori e i cittadini tutti in merito agli sviluppi della situazione. E’ un impegno che abbiamo portato avanti finora e che contiamo di mantenere».

Ages 4Gerardo Di Martino è stato schietto: «Negli ultimi mesi, a tutti i tavoli dove ci siamo seduti noi della Rsu abbiamo sempre parlato chiaro. Lo abbiamo detto in Regione, alle segreterie sindacali, come ai parlamentari piemontesi. Nell’ultimo anno i lavoratori dell’Ages sono stati buoni e silenziosi. Abbiamo accettato questo periodo di sacrifici in attesa dell’arrivo di una soluzione dignitosa. Una cosa però deve essere chiara: nessun si illuda. Perché noi lavoratori dell’Ages non siamo certo più fessi dei lavoratori di Termini Imerese che sono riusciti  a far arrivare la televisione, Scajola ecc. ecc. Lo ripeto: nessuno si illuda. Nel momento in cui qualcuno penserà di smantellare l’Ages, anche noi ci attiveremo e non è detto che riusciremo a mantenere l’ordine pubblico. Questo è quello che abbiamo detto anche al recente tavolo in regione, con i parlamentari».

L’esponente della Rsu dell’Ages ha continuato: «Certo, va anche detto che la situazione generale non aiuta né l’Ages né il mondo del lavoro. Questa crisi che stiamo vivendo è storica. Insomma, qui nella piazza vedo lavoratori dell’Ages oggi in pensione, che comunque hanno vissuto 40 anni di storia di questa zona all’Ages o in altre fabbriche. Questa zona non ha mai visto una crisi terribile come questa, che non è ciclica; un tempo le crisi duravano 4-5 anni poi si ripartiva alla grande. Oggi siamo dentro una crisi strutturale e nessuno sa come ne potremo uscire».

Da Gerardo Di Martino sono arrivati anche strali contro il Governo: «E comunque la politica di questo Governo non ci aiuta; non vengono affrontati i problemi del lavoro. Pensano alle loro puttane e ad altre miserie di questo tipo e non certo ad altro. Questo governo non ha un progetto di intervento industriale per uscire dalla crisi così come invece avviene in Francia e in Germania che tentano di percorrere la strada della  diversificazione  produttiva. In Italia invece il Governo continua ad accanirsi nei confronti dei diritti dei lavoratori e dei pensionati, tagliando aliquote, abbassando i coefficienti e riducendo le pensioni. L’attacco ai lavoratori passa di nuovo attraverso il tentativo di smantellare l’articolo 18 dello statuto dei lavoratori. Dunque di risiamo, dopo che qualche anno fa sono stati sconfitti ora tornano ad attaccarci su questo tema. Vorrebbero avere la libertà di poter lasciarci a casa senza il diritto di reintegro. Questo governo ha diviso l’unità sindacale: questo è uno degli attacchi più gravi. L’unità dava forza non tanto al sindacato ma ai lavoratori tutti. Noi pensiamo che questi pazzi che sono al governo sono assolutamente da fermare con i formidabili mezzi democratici di cui disponiamo. E la manifestazione di oggi è una dimostrazione di quello che possiamo fare. Con questi mezzi dobbiamo fermare il Governo e il suo Presidente e non certo con statuette o altre balle. Noi a questi mezzi non intendiamo rinunciare. E bene ha fatto la Cgil a proclamare oggi uno sciopero generale. Meno male che la Cgil c’è. Noi chiediamo alla Cgil di continuare a promuovere iniziative a difesa del lavoro, dei diritti e – perché no – della libertà di tutti».

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