Santena, Ages, due ore di presidio davanti all’Ingresso 5 di Mirafiori

Santena – 11 giugno 2010 – I lavoratori dell’Ages sono tornati davanti all’Ingresso 5 di Mirafiori, all’altezza del numero 200 di corso Agnelli. Per oltre due ore, a partire dalle 10, i lavoratori hanno organizzato un presidio per tornare a chiedere alla Fiat di intervenire per scongiurare il fallimento. Di seguito, la cronaca della mattina, con gli interventi di Enrico De Paolo, Filctem Cgil e Salvatore Scalia, Femca Cisl.

Davanti alla Porta 5 i lavoratori dello stabilimento hanno montano un gazebo con tavolini e sedie, con tanto di gruppo elettrogeno per alimentare altoparlanti e due casse. A colorare la manifestazione le bandiere della Cgil Torino, della Filctem Cgil e  quelle bianco verdi della Cisl, e della Femca Cisl. Numerosi i cartelli con le scritte “Siamo tutti Fiat dipendenti, vogliamo lavorare”, “Lo stabilimento di Santena vive da 50 anni, Fiat vogliamo proseguire”,  “I lavoratori Ages chiedono il diritto di lavorare, ora”, “Tra Di Sora e Fiat a restare in mutande sono i lavoratori Ages”, “L’Italia è una Repubblica democratica fondata sul lavoro?”, “Fiat siamo fiduciosi, facci lavorare”. Come in tutte le manifestazioni i lavoratori reggono due striscioni. Quello rosso con scritte bianche “Lavoratori Rsu Ages Santena, Gomma metallo», firmato  Filcem Cgil e Femca Cisl e quello bianco con scritte rosse e nere «500 posti di lavoro a rischio. L’Ages non deve morire».

A metà mattina, le due casse smettono di inondare  l’ingresso 5 con le sonorità  dei Modena City Rambler  ed Enrico De Paolo, tiene un comizio: «Intanto, grazie a tutti i lavoratori di essere qui  a questo presidio.  Come sapete, da lunedì scorso abbiamo iniziato il presidio sotto la sede Fiat, al Lingotto, in via Nizza 250. Oggi abbiamo deciso di venire qui per continuare a dare un segnale alla Fiat dicendo che noi gli addebitiamo la responsabilità della nostra situazione attuale e quindi chiediamo alla Fiat di assumersi tutte le responsabilità. A mezzogiorno, con la fine di questa manifestazione, terminerà questa settimana di presidio. Lunedì riprenderemo il presidio davanti al Lingotto,  davanti alle sede Fiat, in via Nizza. Per martedì abbiamo organizzato una giornata particolare. Vi chiediamo di essere numerosi perché vogliamo andare a manifestare sotto la sede del consiglio regionale e chiedere un incontro con tutti i capigruppo di palazzo Lascaris».

Enrico De Paolo ha ripercorso alcune tappe di questi giorni di lotta: «Abbiamo già avuto, il 27 aprile scorso un breve incontro tecnico con l’assessore regionale alle Attività produttive Giordano, dopodiché non è seguita nessuna risposta. Venerdì della settimana scorsa siamo stati convocati dall’assessore Rosso, solo perché aveva saputo volevamo fare una manifestazione in piazza Castello. Lui ci ha incontrati presso la sede dell’assessorato regionale. Anche lì di decisioni non ne sono arrivate. A noi non bastano le non risposte o le mezze risposte che sinora ci hanno dato amministrazioni e politici. Noi siamo fermamente convinti che anche loro abbiano un ruolo. Noi possiamo fare queste iniziative per cercare di attirare l’attenzione dei mezzi di informazione sulla nostra vicenda. Le istituzioni sono chiamate  a intervenire sulla Fiat, una cosa – questa – che, evidentemente, noi non possiamo fare».

Enrico De Paolo ha aggiunto: «Dopo il presidio di lunedì 14 al Lingotto, l’appuntamento per tutti è per martedì 15 giugno, a partire dalle ore 9 in piazza Castello. Da lì alle 9,15 partirà un corteo che, percorrendo via Roma, arriverà sin davanti alla sede de Consiglio Regionale, in via Alfieri.  Abbiamo già inviato a tutti i capigruppo una richiesta di incontro per illustrare la situazione dell’Ages e per chiedere che intervengano nei confronti della Fiat».

«Questa settimana, al presidio sono arrivati alcuni parlamentari. Stefano Esposito, esponente Pd, si è impegnato a preparare una lettera e farla firmare da tutti i parlamentari torinesi da inviare alla Fiat, sollecitando un intervento. Sempre Esposito si è impegnato a verificare se sussistono le possibilità di prorogare la durata dell’amministrazione straordinaria. Il commissario Maurizio Civardi ci ha detto che il 6 agosto 2010 finisce l’amministrazione, ma se a livello di ministero delle attività produttive ci fosse una minima possibilità di proroga tanto meglio. Noi nei prossimi giorni proveremo a percorrere tutte le strade per evitare la sentenza di fallimento; una evenienza che noi tutti intendiamo scongiurare in ogni modo».

Enrico De Paolo ha aggiunto: «Sempre nei prossimi giorni noi attueremo tutte le iniziative che riterremo più opportune. Chiediamo a tutti i lavoratori di essere presenti. Chiediamo agli amministratori e ai politici di aiutarci, senza però strumentalizzarci. Non vogliamo che qualcuno strumentalizzi la nostra situazione precaria. Ogni intervento teso a  fare qualcosa di concreto è comunque ben accetto. In questi giorni, come facciamo da tempo, stiamo percorrendo tutte le strade possibili. Stamattina siamo qui davanti all’Ingresso 5 per dare un altro segnale a Fiat. Noi continuiamo a chiedere e a sperare in un suo intervento. A partire da mercoledì 16 giugno, giorno per giorno intraprenderemo le iniziative che riterremmo più opportune. Decideremo giorno per giorno, sul momento, le iniziative e le strategie più opportune alla nostra causa: evitare il fallimento dell’Ages di Santena».

Appena il sindacalista della Filctem Cgil smette di parlare dalle casse ripartono i Modena. I lavoratori con striscioni, bandiere e cartelli si mettono in mezzo a Corso Agnelli rallentando il traffico, senza mai bloccarlo completamente.

Salvatore Scalia, sindacalista Femca Cisl, aggiunge: «Secondo me dalla prossima settimana dovremo alzare un po’ il livello della lotta. Questa settimana l’impegno è stato pesante ma sinora siamo stati considerati ben poco. I lavoratori hanno compiuto grandi sforzi ma di risultati per ora non ne abbiamo ancora visti.  La prossima settimana sia le istituzioni sia la Fiat ci sentiranno un pochino di più. La gente risponde bene alle manifestazioni che vengono organizzate. E’ inutile dire che il problema è sentito perché il rischio di perdere il posto di lavoro è davvero grande. Una cosa va detta: se qualcuno pensa che i lavoratori si stancheranno presto si sbaglia di grosso. Giorno dopo giorno la rabbia aumenterà…».

**

Blog: rossosantena.it

filippo.tesio@tin.it

©RIPRODUZIONE RISERVATA