Santena, parco Cavour, l’intervento del dirigente Daniele Lupo Jallà e la campagna “DuecentoxMille”

Santena – 16 agosto 2010 – In occasione della festa patronale di San Lorenzo del 10 agosto scorso il parco Cavour ha riaperto. Sempre nella stessa giornata, nella sala diplomatica, si è svolta una conferenza stampa. Di seguito, l’intervento di Daniele Lupo Jallà, dirigente Settore Musei della città di Torino e la proposta della campagna “DuecentoxMille” che la Fondazione lancerà a partire da settembre 2011.

Daniele Lupo Jallà ha cominciato così il suo intervento in conferenza stampa: “Prima vorrei che sapeste che dietro il sottoscritto ci sono più uffici del Comune di Torino che, in tutti questi anni, hanno lavorato a fianco della Fondazione  Cavour, seguendo in particolare la parte amministrativa, che è molto pesante. Un lavoro portato avanti da 16 anni. La convenzione con  la Fondazione Cavour ci individua come sede di raccordo, ci raccordiamo anche con chi si occupa del verde. In questa sede vorrei che si ricordasse che la città di Torino, che pure ha delegato la Fondazione rispetto al complesso cavouriano santenese, ha mantenuto un caldo abraccio affinché le cose andassero avanti e siamo arrivati a oggi”.

“C’è una seconda cosa che vorrei dire – ha aggiunto Daniele Lupo Jallà – che attiene a un principio costituzionale: il principio della sussidiarietà. L’ho già ribadito alcune volte, in più vesti e anche come membro dei Consiglio superiore dei beni culturali. La gestione del patrimonio culturale parte dai cittadini, da tutti i cittadini italiani. Il patrimonio culturale italiano è della nazione e la nazione è fatta dai cittadini, Senza il loro apporto è impensabile che tale patrimonio possa sopravvivere. Poi, in una scala gerarchica, si arriva a Comune, provincia e regione, ma tutto questo spesso finisce per bloccarsi perché troppo spesso non funziona quella leale collaborazione tra enti che dovrebbe presiedere una ripartizione della cultura. E io credo che finché i conti dello Stato resteranno conti separati da quelli dei Comuni e delle Regioni e non esiste quell’istituto che si chiama la programmazione negoziata, che non è forma burocratica, ma un modo di gestire in forma decentrata i bilanci, usando il denaro pubblico, quello di fondazioni e quello dei cittadini, noi non andremo da nessuna parte. Ed è un vero dolore ogni anno essere chiamati dal  ministro ad approvare il bilancio del ministero dei Beni culturali senza sapere cosa mettono gli altri enti. Noi approviamo un bilancio del Ministero come se fosse lo Stato del Vaticano e non una parte della Repubblica, come dice l’articolo 114 della Costituzione. Noi funzionari quando abbiamo i conti da mandare avanti vediamo tutto questo”.

Daniele Lupo Jallà ha aggiunto: “Per questa alla proposta di adozione degli alberi, arrivata da Nerio Nesi, abbiamo cercato di rispondere con il progetto ‘DuecentoxMille’. Vuol dire che questo bene, ma vale per tutti i beni, o è affidato innanzitutto ai cittadini, cioè alle persone, o non se ne esce. Il bilancio dello Stato per il settore cultura è inferiore all’uno per cento e non basterà mai a mantenere il patrimonio culturale italiano che, in buona parte, è nelle mani dei cittadini. Il 50 per cento dei musei d’Italia è esclusivamente affidato al volontariato. Nei conti dello Stato e delle Regioni la cifra, il valore economico di questo patrimonio e dello sforzo portato avanti dalle persone fisiche non è contabilizzato. Io penso che dovremo contabilizzare un valore di dieci euro l’ora tutto il lavoro portato avanti dai volontari, perché molto spesso è solo attraverso di loro che il nostro prezioso patrimonio può essere conservato. Oggi noi funzionari pubblici dobbiamo cercare di rendere possibile questo. Dobbiamo cercare di spendere quello che abbiamo – che è sempre meno – e lavorare affinché la partecipazioni dei cittadini sia sempre la più grande possibile. So che è l’unica via di uscita. Scusate lo sfogo, ma lavorare in un ente pubblico con risorse così limitate rende sempre più chiaro che la sostenibilità economica del patrimonio culturale italiano è affidata prima ai cittadini e poi agli enti”.

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Sin qui l’intervento del dirigente. A seguire la proposta della campagna DuecentoxMille

Riaprire il parco Cavour: un impegno di tutti

La campagna DuecentoxMille

Il parco è un bene di tutti. Da conservare, valorizzare, gestire e rendere accessibile anche in vista delle iniziative in programma per il Centocinquantenario dell’Unità d’Italia, nel 2011.

Per questo la Fondazione Cavour lancerà, a partire da settembre 2010, la campagna DuecentoxMille, (200 quote di 1.000 euro) per consentire il completamento dei lavori in programma e far fronte alla parte di manutenzione ordinaria comunque necessaria. L’acquisto di una o più quote consentirà di “adottare” un albero, un tratto di percorso, un intervento di pulizia del sottobosco e altro ancora.

Se verrà raggiunto l’obiettivo previsto, la Fondazione potrà aprire tutto il parco al pubblico già nella primavera 2011.

Un’iniziativa oggi per la riapertura del Parco, in futuro per la sua manutenzione e gestione. La proposta della Fondazione è un progetto di cura e valorizzazione di un patrimonio che è di tutti e a cui tutti possono offrire un contributo.

Per informazioni e adesioni: www.fondazionecavour.it

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