Santena, Ages, nessuna offerta di acquisto

Santena – 12 ottobre 2010 – A meno di 48 ore dall’udienza in Tribunale ad Asti, sul tavolo del commissario Civardi non è arrivata nessuna offerta di acquisto per Ages Santena. Domattina, mercoledì 13 ottobre, sindacati e Rsu hanno riunito i lavoratori per spiegare come è andata la riunione del tavolo di crisi convocato oggi in Regione, alla presenza dell’assessora al Lavoro Claudia Porchietto. Di seguito, alcune brevi battute con Enrico de Paolo, sindacalista Filctem Cgil. Il resoconto completo dell’incontro sarà riportato dal blog domani, dopo l’assemblea dei lavoratori.

Enrico de Paolo, cosa direte domattina ai lavoratori dell’Ages di Santena riuniti in assemblea?

«Noi diremo che al momento dell’incontro, avvenuto oggi pomeriggio dalle 13,30 alle 14 non c’è nessuna offerta per l’acquisto di Ages Santena. Il commissario Civardi ci aveva anticipato che sarebbe potuta arrivare una offerta di acquisto che prevedeva l’impiego di appena 70 lavoratori.  A oggi non è però stata formalizzata nessuna offerta. Noi ci auguriamo che nelle prossime ore, prima della seduta del Tribunale, prevista per la mattina di giovedì 14 ottobre, venga formalizzata al commissario una proposta che preveda utilizzo di almeno  un centinaio di lavoratori, in modo che questo possa permettere al commissario di chiedere il rinvio della sentenza di dichiarazione di fallimento per esaminare la proposta».

Durante l’incontro di oggi il commissario è stato chiaro: senza l’arrivo di un’offerta quantomeno accettabile dal punto di vista occupazionale all’udienza di dopodomani in Tribunale ad Asti non potrà che chiedere la conferma della dichiarazione di fallimento di Ages Santena. Che cosa deve succede per scongiurare questo?

«Durante la riunione – conclude Enrico de Paolo –  è emerso che ci sono una serie di ragionamenti aperti con alcuni imprenditori. La Regione ha affermato di essere al lavoro. La nostra speranza è che prima di giovedì mattina si materializzi un’offerta. Noi, fino all’ultimo minuto, continuiamo a sperare».

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