Chieri anti’ndrangheta

Chieri – 16 gennaio 2011 – L’associazione Quarto Stato (Gruppo di  acquisto popolare) e il circolo Prc di Chieri e Cambiano, la sera di sabato 22 gennaio 2011, presentano il documentario “Oltre l’inverno” e i libri  “Dimenticati. Vittime della ‘ndrangheta” e “Il Caso Valarioti. Rosarno 1980: così la ‘ndrangheta uccise un politico (onesto) e diventò padrona della Calabria. Un processo a metà“. L’appuntamento è alle ore 21, nella Casa del popolo, a Chieri, in via Avezzana, 24. Alla serata intervengono Manuela Mareso, direttrice di Narcomafie; i giornalisti scrittori Alessio  Magro e Danilo Chirico; Raffaella Cosentino, reporter freelance.

Si tratta di un appuntamento sui temi della resistenza quotidiana alla ‘ndrangheta, l’organizzazione criminale in questo momento più potente e ramificata anche al nord. Trenta milioni di euro sono stati sequestrati  alle ‘ndrine nel 2010 dalla Direzione investigativa antimafia del capoluogo piemontese. Tra cui imprese di costruzioni che hanno lavorato per le Olimpiadi Invernali del 2006, la Tav e il porto d’Imperia. In Piemonte, Lombardia, Liguria ed Emilia Romagna è documentata l’infiltrazione pervasiva dei clan nell’economia, nel riciclaggio e nel narcotraffico.

Da oltre trent’anni la ‘ndrangheta fa affari in Piemonte, dove nel lontano 1983 uccise chi cercò di opporsi come il procuratore capo di Torino, Bruno Caccia. Il suo sarà uno dei nomi ricordati il 22 gennaio alla Casa del Popolo di Chieri (ore 20.30) e il 23 gennaio (ore 21) al Caffè Basaglia di Torino nel corso di due serate di cultura antimafia. In ognuno degli eventi saranno presentati due libri e un documentario per ripercorrere le storie delle vittime innocenti dell’oppressione mafiosa e delle loro famiglie ancora in cerca di giustizia. Uomini e donne, magistrati, politici, attivisti o semplici cittadini e perfino bambini accumunati da uno stesso destino: assassinati dai clan, dimenticati dallo Stato e cancellati dalla memoria collettiva.

Delitti impuniti come quello di Massimiliano Carbone, imprenditore incensurato di Locri, morto a 30 anni per le ferite riportate in un agguato mafioso. Si tratta di un appuntamento inserito da Libera Piemonte nel lungo elenco dei “Cento passi verso il 21 marzo”, le tante tappe di avvicinamento alla Giornata della Memoria e dell’Impegno di Libera che quest’anno si terrà a Potenza in Basilicata.

Il documentario indipendente “Oltre l’inverno” di Massimiliano Ferraina (coautori Claudia Di Lullo e Raffaella Cosentino) racconta in trenta minuti di immagini il dramma di mamma coraggio Liliana Carbone. Una maestra elementare che dopo la morte del figlio Massimiliano sfida l’omertà e lotta per andare ‘oltre’, per mantenere viva l’attenzione allargando il campo rispetto alla vicenda personale. “Nella vita personale e nella società ci sono periodi che assomigliano molto all’inverno- dice il regista Massimiliano Ferraina – Come nel ciclo delle stagioni l’inverno si trasforma in primavera così nella vita personale e nella società è necessaria una trasformazione”.

Il diritto-dovere della memoria ha ispirato tutto il lavoro dei giornalisti e scrittori Danilo Chirico e Alessio Magro, autori dei due volumi “Dimenticati. Vittime della ‘ndrangheta” (Castelvecchi editore) e “Il Caso Valarioti. Rosarno 1980: così la ‘ndrangheta uccise un politico (onesto) e diventò padrona della Calabria. Un processo a metà” (Edizioni Round Robin). “Dimenticati” è la prima opera completa su tutti i nomi, le storie e i volti sconosciuti delle vittime innocenti della criminalità organizzata calabrese. Un mugnaio con la passione per gli orologi e un testardo assessore comunale, il bassista di un gruppo reggae e un medico con il vezzo della scrittura, un fotografo con un passato da calciatore, un commerciante di auto che non fa lavorare nessuno in nero e un funzionario di banca che chiede garanzie quando concede i prestiti, una professoressa delle scuole medie e uno studente nigeriano che fa il parcheggiatore abusivo: cittadini innocenti da sempre in attesa di verità e di giustizia. Un nome su tutti, quello di Giuseppe Valarioti, insegnante precario e segretario del Pci di Rosarno, ucciso l’11 giugno del 1980 all’uscita dal ristorante dopo una cena in cui si festeggiava la vittoria elettorale. “Il caso Valarioti” è una lunga inchiesta che a trent’anni di distanza invita a riaprire un processo con molti lati oscuri. È il primo omicidio politico della nuova ‘ndrangheta, che entra nei partiti, nelle istituzioni e nella massoneria, conquista la Calabria e diventa la mafia più temibile d’Europa.

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