Santena, le gesta di Patrizia Borgarello contro il braccialetto tricolore

Santena – 16 gennaio 2011 – Sempre in merito alla bagarre sollevata contro il braccialetto tricolore dalla Lega Nord e in particolare da patrizia Borgarello, vi proponiamo la sintesi giornalistica, a cura dell’ufficio Stampa delle Provincia di Torino, riferita  a quanto successo durante la seduta di martedì 11 gennaio 2011.

Proposta di mozione di censura sul comportamento dei Consiglieri della la Lega Nord da parte del Pd

Il capogruppo del Pd, Claudio Lubatti, ha presentato una mozione di censura ed ha stigmatizzato il rifiuto, da parte di alcuni Consiglieri della Lega Nord, del braccialetto tricolore che fa riferimento alle celebrazioni del 150° anniversario dell’Unità d’Italia. Secondo Lubatti l’atto doveva essere condannato.

Patrizia Borgarello, capogruppo della Lega Nord, ha risposto ironicamente di non poter mettere un tricolore su un vestito marrone, affermando che lei indossa i braccialetti che vuole e si veste come vuole. Ha inoltre affermato di non aver rifiutato il braccialetto, ma solo di non averlo indossato. Borgarello ha giudicato folkloristico il dono del braccialetto tricolore, che, a suo parere, non fa l’unità di un Paese e non cambia le idee della gente. Ha inoltre consigliato ai Consiglieri della maggioranza alcune letture di argomento storico e citato una frase di Karl Popper, secondo il quale “il patriottismo è l’ultimo paravento dei mascalzoni”. Polemizzando con la maggioranza, Borgarello ha inoltre notato come, fino a poco tempo fa, la bandiera della sinistra era solo rossa ed alcuni esponenti della sinistra tifavano Russia negli incontri internazionali di calcio Urss-Italia. Ripercorrendo le vicende del Risorgimento, Borgarello ha affermato che i popoli del Meridione furono invasi dal Nord e che non avevano nessuna intenzione di far parte del nuovo Regno d’Italia. Il braccialetto non cambia quindi le idee della Lega Nord e il suo giudizio sull’Unità d’Italia.

Nadia Loiaconi ha criticato la scelta del capogruppo Lubatti di presentare una censura verbale: a termini di regolamento, doveva presentare una richiesta scritta di censura. Secondo Loiaconi c’è stata una strumentalizzazione politica, in quanto non risulta che il braccialetto non sia stato ritirato dai Consiglieri della Lega Nord.

Il capogruppo di Italia dei Valori, Roberto Barbieri, ha affermato che tutti i Consiglieri devono avere maggiore rispetto delle istituzioni e ha criticato l’atteggiamento della collega Borgarello, giudicando assurde alcune sue dichiarazioni.
Il presidente Saitta ha detto di provare grande tristezza in quanto il dono del braccialetto voleva solo essere un piccolo gesto per entrare nel clima delle celebrazioni per il 150° anniversario dell’Unità d’Italia. Ridurre il tricolore a un fatto di abbinamento di colori, secondo Saitta, è offensivo, perché un simbolo forte è stato maltrattato, è stata maltrattata la storia ed è stato maltrattato chi è morto per l’Unità. Saitta ha ricordato che in tutti i Comuni ci sono stati avvenimenti del Risorgimento e della Resistenza, che esiste una continuità tra Risorgimento e Resistenza e che chi moriva durante la Resistenza gridava “Viva l’Italia”.

Il Presidente ha lanciato un appello a una riflessione più attenta e prudente, perché senza prudenza si rischia di essere anti-italiani. Saitta ha rigettato l’idea di un’invasione del Sud da parte del Nord e ha fatto presente che a Torino si formò la classe dirigente del Sud, di cui facevano parte molti militanti politici esiliati dai Borboni. In sostanza, secondo Saitta, non si risolvono i problemi esiliando la Patria e facendo polemica contingente.

Il presidente Bisacca ha chiuso il dibattito, esprimendo a sua volta amarezza e giudicando che non esistessero le condizioni per una censura del comportamento dei Consiglieri della Lega Nord. Bisacca ha ricordato che, al di là del giudizio politico sulle affermazioni degli esponenti della Lega Nord, il carattere della democrazia è quello di permettere il dissenso su alcuni fatti fondanti dell’unità nazionale. Bisacca ha però fatto presente che avrebbe auspicato un livello del dibattito più elevato.

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Fonte
www.provincia.torino.it

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