Santena, Walter Mastrogiovanni spiega perché ha firmato le dimissioni

Santena – 12 maggio 2011 –  Walter Mastrogiovanni è uno degli undici consiglieri dimissionari che hanno portato allo scioglimento del parlamentino cittadino. Il consigliere di Progetto Santena spiega perché ha contribuito a chiudere anzitempo il mandato amministrativo.

Walter Mastrogiovanni risponde al telefono mentre sta irrigando l’orto: «Non c’è molto da dire, ho firmato per i motivi che tutti sanno». Sollecitato in merito aggiunge: «Progetto Santena era nata proprio per tentare di sbloccare l’empasse amministrativo che ha coinvolto l’amministrazione guidata dal sindaco Benny Nicotra. Come era evidente a molti la Giunta Nicotra e la stessa coalizione procedeva troppo lentamente rispetto al programma presentato agli elettori. Più volte, quando ancora eravamo all’interno del Popolo della libertà e poi del Pdl, abbiamo chiesto un cambio di passo. Visto che le nostre sollecitazioni cadevano nel vuoto, abbiamo costituito il gruppo consiliare Progetto Santena. Il nostro obiettivo non era certo quello di passare all’opposizione: semplicemente volevamo rendere cosciente la coalizione della necessità di cambiare registro per realizzare un’efficace azione amministrativa».

Walter Mastrogiovanni aggiunge ancora: «La nascita di Progetto Santena, gruppo cui hanno aderito il sottoscritto, Edoardo Tamagnone e Santino Cascella, è arrivata anche perché la coalizione guidata dal sindaco Benny Nicotra stava tentando di mandare avanti progetti che ritenevamo sbagliati e inopportuni per tutta la nostra città.  Tre esempi ci hanno aperto gli occhi. Il primo è stato il tentativo del sindaco di  farsi pagare i contributi previdenziali dalle casse comunali, dopo essere stato assunto per due settimane da una ditta di Fossano. Il secondo caso che non abbiamo digerito riguarda il tentativo di speculazione relativo ai terreni di zona Masseria, dove si intendeva costruire centinaia di alloggi. La terza cosa che ci ha portato a prendere le distanze è stato il progetto di un mega-outlet che si intendeva realizzare nelle ex cave delle fornace Mosso».

«Queste tre cose hanno fatto sì che noi di Progetto Santena, pur sentendoci parte della maggioranza – aggiunge Walter Mastrogiovanni – abbiamo ritenuto di chiedere al sindaco e a tutta la coalizione un momento di riflessione. Il nostro intento era unicamente fermare i tentativi di stravolgere la nostra città. In particolare con il progetto sui terreni della Masseria e con il mega-outlet alcuni amministratori avevano intenzione di modificare sostanzialmente le condizioni cittadine. Dopo il nostro altolà, seguito dalla costituzione del gruppo consiliare abbiamo avuto alcuni incontri con il sindaco e con la maggioranza senza mai riuscire ad ottenere risposte.Invece di accettare la proposta di dialogo ci hanno ignorati e ci hanno considerati parte dell’opposizione».

Walter Mastrogiovanni aggiunge: «Naturalmente anche alcuni salti della quaglia visti in consiglio comunale non hanno aiutato a fare chiarezza. Negli ultimi mesi la situazione è ulteriormente peggiorata. Invece di accettare il confronto, una parte del Pdl ha colto l’occasione di estrometterci dalla coalizione. Senza fare nomi ricordo che la componente di An (ndr – Falcocchio, Gaude e Bergoglio) ha preso la palla al balzo per mettere il sindaco alle strette e, subìto dopo, passare all’incasso, riuscendo a riportare in Giunta un assessore sfiduciato da quasi tutto il consiglio comunale. Negli ultimi mesi per il sindaco la situazione si era ulteriormente ingarbugliata. Comunque da tempo l’amministrazione guidata dal sindaco Benny Nicotra era bloccata. L’arrivo delle undici firme ha semplicemente certificato la realtà dei fatti: l’amministrazione guidata da Benny Nicotra non aveva futuro».

Walter Mastrogiovanni continua: «Non siamo mai riusciti a capire perché il sindaco non abbia cercato di trovare una quadra con noi di Progetto Santena. Semplicemente non ci hanno neanche preso in considerazione.  Più volte durante gli incontri Benny Nicotra e i suoi fedelissimi ci hanno apertamente detto che noi di Progetto Santena non eravamo capaci a fare politica».

L’intervista prosegue con Walter Mastrogiovanni che si rivolge agli elettori: «Siamo arrivati alle dimissioni perché non intravedevamo altre strade per riportare questa città nella giusta direzione. In questi ultimi anni abbiamo fatto di tutto per mettere in guardia il comandante della nave rispetto ai pericoli che si profilavano all’orizzonte. In genere un comandante cerca di fare di tutto per salvare la nave. A Santena questo non è avvenuto. Ora che per il consiglio comunale si è arrivati allo scioglimento, sempre rivolgendomi agli elettori, dico che noi di Progetto Santena continueremo la nostra strada. Su un punto non molleremo mai: prima di avallare progetti che condizionano e stravolgono la città occorre consultare gli elettori. Quando abbiamo presentato il programma per chiedere il consenso agli elettori non abbiamo certo scritto che si intendevano costruire centinaia di alloggi alla Masseria o realizzare un mega-outlet ai Ponticelli. Noi riteniamo che, prima di prendere decisioni del genere, la gente vada informata, consultata e tenuta nella dovuta considerazione. Gli elettori non ci hanno dato carta bianca ma ci hanno riposto fiducia in noi sulla base del programma che gli abbiamo presentato. Se sopraggiungono fatti nuovi, correttezza vorrebbe che gli elettori venissero quantomeno consultati. Noi pensiamo che l’elettore sia sovrano e deve essere tenuto nella dovuta considerazione. Non è che abbiamo bisogno degli elettori solo al momento del voto.  In presenza di fatti nuovi occorre tenere in considerazione il parere della gente; a maggiore ragione se nascono progetti che intendono stravolgere la città. Invece a Santena capita che pochi si sentono investiti di un potere assoluto e decidono ogni cosa nelle segrete stanze del municipio quando non in private abitazioni. A fronte di tutto questo è arrivata anche la mia firma, si è aggiunta alle altre dieci».

Walter Mastrogiovanni chiude così: «Vorrei ancora riferire una cosa. Nei consigli comunali mi sentivo un peones. Si andava lì e doveva prevalere la ragione dello schieramento. Una roba del tutto incomprensibile per me che ho accettato di mettermi a servizio per il bene dell’intera città. In consiglio comunale tutto era preventivamente deciso. Più che badare a risolvere i problemi della gente la coalizione del sindaco Benny Nicotra badava a far prevalere la ragione dei numeri. Le scelte amministrative erano l’occasione per un continuo scontro politico. Negli anni la maggioranza è andata assottigliandosi. Invece di capire le ragioni dei malumori dei tanti che erano stati eletti nella lista dello stesso sindaco Benny Nicotra e i suoi fedelissimi si sono rinchiusi su se stessi contando sull’autosufficienza numerica a prescindere dalle scelte che venivano proposte. Appena la maggioranza si è ridotta al minimo l’arroccamento è fallito».

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