Santena, Roberto Ansaldi (Santena Cambia) replica a Francesco Migliore (Pdl)

Santena – 16 maggio 2011 – Prosegue il dibattito nato a seguito dello scioglimento anticipato del consiglio comunale. Di seguito, il contributo che ci ha inviato Roberto Ansaldi che nel parlamentino cittadino ricopriva il ruolo di capogruppo di Santena cambia. Il commento è riferito a quanto riferito da Francesco Migliore che in consiglio comunale ricopriva la veste di capogruppo del Pdl.

“I lapsus di Migliore”: questo il titolo scelto da Roberto Ansaldi per le sue considerazioni. Ansaldi Afferma: «Sorprende la capacità  dell’ex capogruppo del PdL, Francesco Migliore, di farsi rispondere ogni qual volta prende la scimitarra per menare fendenti contro l’opposizione o contro chiunque si permetta di non portare il cervello all’ammasso dell’ex sindaco. Capiamo la difficoltà a difendere l’indifendibile, ma nell’ultimo commento in replica all’intervista a Giacone, in cui lo stesso ha spiegato le motivazioni della sua scelta di sciogliere il Consiglio, crediamo abbia superato le precedenti prestazioni, in particolare in due punti».

Ansaldi argomenta: «Primo punto. Nelle considerazioni finali, dichiara che Nicotra è riuscito a realizzare ciò che le passate amministrazioni non sono riuscite neppure ad abbozzare. Se ne è veramente convinto, ci indichi chiaramente quali opere ha realizzato il suo mentore in questa legislatura, perché noi, onestamente, non ce ne siamo accorti. Infatti, se escludiamo le opere sul Banna – finanziate e progettate dall’Aipo, opere tra l’altro partorite dalla giunta precedente – il resto è ben poca cosa. Semmai dovrebbe chiedere a Nicotra come mai non sia riuscito a far partire neppure opere progettate e finanziate nella passata legislatura – ad esempio vicolo Oropa, via Toscana e via Asti –, su cui i santenesi stanno pagando da anni il mutuo alla Cassa depositi e prestiti».

«A proposito della giunta Ghio – aggiunge Roberto Ansaldi –, ricordiamo a Migliore che il suo mito ne faceva parte a pieno titolo, nonostante non abbia perso occasione per criticarla aspramente. Se invece si riferisce alle opere alluvionali di 15 anni fa, la faccenda si complica perché il ragionamento è molto più complesso di quanto immagina e se desidera possiamo schiarirgli le idee raccontandogli come effettivamente sono andate le cose, lasciando ai cittadini il giudizio su meriti e demeriti».

Roberto Ansaldi continua così: «Secondo punto. Sulle repliche a Giacone, Migliore tratta lo stesso come se fosse la mela marcia in un cesto di mele sane e senza nemmeno prendere in considerazione le ragioni, anche umane, esposte chiaramente dall’ex assessore. A nostro parere, chi fa come Giacone merita rispetto non fosse’altro perché a differenza di altri – che in questi quattro anni hanno continuato ad ammettere che non funzionava nulla, ma la sedia non l’hanno mai mollata – ha avuto il coraggio delle proprie azioni, con tanto di  indennità rinunciata. Non siamo mai entrati nel merito delle beghe in maggioranza, e non lo faremo oggi, a maggior ragione, a consiglio sciolto.  E’ certamente singolare che un capogruppo non si sia reso conto che il vaso dell’insoddisfazione e del malessere del “suo” gruppo si stava progressivamente riempiendo e, come sempre accade, sia bastato un episodio per farlo versare. Una neppur troppo approfondita analisi avrebbe fatto comprendere che le premesse dell’epilogo c’erano, erano maturate cammin facendo e avevano tutte un comune denominatore: il sindaco non ha mai capito la differenza tra autorevolezza e autoritarismo».

Roberto Ansaldi chiude così: «In buona sostanza un minimo di autocritica  avrebbe imposto una domanda banale:  perché negli altri comuni le maggioranze schiaccianti – 14 a 7 – non cadono e a Santena si? Da rimarcare che il fallimento si è materializzato pochi giorni dopo che è venuta meno la stampella di un consigliere di opposizione. Senza Miano, infatti, questa presuntuosa e inconcludente amministrazione avrebbe chiuso i battenti molto tempo prima.  Su una cosa concordo con Migliore: i cittadini se ne ricorderanno. Certamente, si ricorderanno, ne stia certo, di tutto».

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