Santena, altre ragioni che hanno portato alle dimissioni di undici consiglieri

Santena – 30 giugno 2011 – In questi giorni è in distribuzione un volantino in cui gli undici consiglieri dimissionari spiegano sinteticamente ai cittadini perché hanno scelto la strada dello scioglimento del consiglio comunale. Di seguito, Roberto Ansaldi, già capogruppo di Santena cambia, a nome di tutti i dimissionari, spiega alcune altre ragioni che hanno portato alle dimissioni contestuali. Si tratta di motivazioni che, per motivi di brevità, nel volantino non sono state citate.

Roberto Ansaldi spiega: «Quando ci siamo trovati come undici consiglieri dimissionari ed è stato deciso di redigere un volantino, che ora è in distribuzione a tutti i cittadini, in cui spieghiamo chiaramente le ragioni della nostra scelta. Abbiamo dovuto scegliere solo quelle più impattanti e di conseguenza ci siamo tenuti nella penna altre non secondarie considerazioni. Vediamo quindi quali sono quelle  che  non troverete nel volantino».

«La prima ragione da ricordare è senza dubbio la programmazione insufficiente e scadente della coalizione guidata da Benny Nicotra. Una pianificazione finanziaria completamente sbagliata.  Con un piano regolatore che si sta esaurendo, sarebbe stato saggio procedere con una nuova pianificazione del territorio che regolasse lo sviluppo, le opportunità e la sicurezza per il prossimo ventennio; chiesto a più riprese con i risultati che quelli che sono. Inoltre, con qualche  elementare concetto  di programmazione  si sarebbe  evitato di restare senza loculi. Non si sarebbe altresì cancellata la parallela a via Cavour, regalando 500.000 euro alla Provincia per una circonvallazione ovest – che è tutt’altra cosa – e che vedranno, forse, i nostri nipoti. Così come le stesse opere di difesa della sponda sinistra del Banna – ancora adesso sono da progettare – sarebbe stato logico  progettarle contestualmente con la sponda destra».

«Alla base delle nostre dimissioni ci sono anche scelte errate – prosegue Roberto Ansaldi –. Una biblioteca con un punto di recezione turistica nascosto dietro alle scuole Medie non è certo un’idea illuminata e funzionale. La proposta di ubicare il tutto al palazzo Visconti Venosta, sede del Consiglio Comunale e di realizzare l’aula consigliare dove volevano fare la biblioteca, poiché le sedute sono meno di una dozzina l’anno, è stata bocciata da Nicotra e dalla sua maggioranza semplicemente perché proposta da noi».

«Azione inefficace e poco trasparente è un altro motivo che ha portato alle dimissioni – prosegue Roberto Ansaldi –. Basta leggersi il programma di Nicotra e della sua lista per capire che ciò che è stato realizzato non è nemmeno il lontanissimo parente di ciò che era stato promesso e su cui era stato chiesto il consenso ai santenesi, ma questo non ci compete e dovranno rendere poi conto loro ai cittadini. Invece, per chi era in Consiglio comunale, erano altresì chiare due sensazioni che invece sono di carattere generale e competono a tutti: improvvisazione ricorrente, opere su cui da anni paghiamo il mutuo e non sono mai partite. La dimostrazione sono i piani triennali variati una decina di volte e un comune denominatore: non sapere mai come stavano veramente le cose. Ovviamente su tutte le nostre mozioni e gli ordini del giorno – di qualsiasi argomento – il risultato era assicurato: bocciate implacabilmente, salvo l’isolato  caso in cui una nostra mozione era stata accolta con un testo concordato: quella sulle azioni per la prevenzione dell’usura, peccato che gli impegni e le azioni che sindaco e assessori si erano impegnati a realizzare siano rimaste lettera morta».

Democrazia zero e rapporti difficili è un altro capitolo segnalato da Roberto Ansaldi: «L’opposizione è stata ignorata e possibilmente maltrattata, con tanto di accuse di non essere sufficientemente costruttiva ogni qualvolta si osava disturbare il manovratore.  Spesso scattava anche l’aggressione, ovviamente sul piano personale, e ogni tanto volavano pure minacce velate. I consiglieri di maggioranza erano guardati con sospetto se erano colti a parlare con i consiglieri di minoranza e se qualcuno di loro osava dire che non avevamo tutti i torti veniva redarguito. Non stiamo scherzando e non vi stiamo nemmeno facendo una fotografia distorta o strumentale …è stato proprio così! D’altra parte se ci pensiamo bene, non ci si poteva aspettare molto di meglio da persone che il giorno delle elezioni, con il risultato acquisito, cantavano … I padroni di Santena siamo noi!».

Roberto Ansaldi, a nome degli undici consiglieri dimissionari chiude così questo suo contributo: «Questi sono, in sintesi, i motivi che avremmo dovuto aggiungere al volantino.  Non abbiamo inventato niente, e sono tutte cose dimostrabili con atti scritti o con registrazione delle sedute di consiglio. Di certo le responsabilità non sono ascrivibili solo all’ex sindaco, anche se ha recitato la parte dell’attore protagonista, ma anche a coloro che hanno condiviso o supinamente accettato quel ricco campionario di brutture che si è visto in questi quattro anni da dimenticare».

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