Santena, intervista ad Aldo Gatti, componente la commissione edilizia

Santena – 6 ottobre 2011 – Aldo Gatti, architetto, sin dal 2002 è componente la commissione edilizia. A lui abbiamo rivolto alcune domande in merito all’intervento di ampliamento del complesso industriale della ditta Rugger.

 In merito all’iter seguito c’è qualche stranezza da segnalare?

«No, lo escludo nel modo più assoluto – afferma Aldo Gatti –. La Commissione  edilizia ha prestato la massima attenzione all’intervento. Si è trattato di un progetto di ampliamento che per avere il via libera ha richiesto numerose sessioni della Commissione edilizia. In una seduta è venuto anche il dottor Ruggero Lenti per spiegare che aveva necessità di ampliare la ditta per costruire nuovi magazzini. Senza il via libera all’ampliamento ci ha chiaramente detto che avrebbe valutato l’ipotesi di ricollocare lo stabilimento. Il suo intervento, unito a quello dei progettisti, in sede di commissione edilizia è stato chiaro e ci ha convinti della bontà dell’operazione. Tutti in commissione non avevamo dubbi che l’ampliamento sarebbe stata una buona cosa anche per l’economia della città di Santena».

Perché l’intervento di ampliamento della Lenti Rugger ha richiesto un lungo iter?

«La fabbrica insiste in una zona che presenta vincoli idrogeologici a seguito dell’esondazione del torrente Banna del 1994.  Un aspetto del progetto che, inizialmente,  non ci convinceva erano i pilotis che reggevano il pavimento rialzato del magazzino. In origine erano troppo fitti e secondo la commissione, in caso di esondazione, il pericolo di ostruzione era evidente. I progettisti hanno previsto una maglia meno fitta di pilotis e, alla fine, è arrivato il via libera della commissione. Questo ha richiesto tempo, ma si è trattato di un iter del tutto normale. La lunghezza per arrivare al via libera è proporzionata alla complessità dell’intervento e alle difficoltà incontrate. Vorrei ricordare che la Commissione controlla che i progetti siano in regola con la normativa vigente. Il nostro è un intervento squisitamente tecnico perché alla commissione edilizia non competono scelte politiche».

Sono mai state esercitate pressioni sulla Commissione edilizia?

«Lo ripeto, io sono in commissione dal 2002 e non sono a  conoscenza di pressioni da parte di proprietari o di amministratori. Pertanto, io escludo, nel modo più assoluto, che siano state fatte pressioni sulla Commissione edilizia. Aggiungo che parecchie volte succede che i progetti vengano mandati indietro;  ogni volta, normativa alla mano, venivano chiesti chiarimenti e modifiche. In tal modo i progetti, una volta adeguati, vengono ripresentati.  Vorrei che fosse chiaro a tutti che l’operato  della commissione è improntato alla massima correttezza. La commissione non ha potere discrezionale, opera nei limiti delle norme urbanistiche. Il tutto parte dal funzionario del Comune che presenta il progetto e illustra eventuali problemi che possono esserci rispetto alla normativa. Naturalmente tutti i componenti partecipano a esaminare il progetto. Se ci sono problemi si discute e si individua la strada da seguire per riportare i progetti nell’ambito delle possibilità edificatorie concesse dalle norme urbanistiche. Le sedute della Commissione urbanistica non sono aperte al pubblico. All’inizio del terzo mandato Benny Nicotra si è presentato alle sedute dalla commissione, ma poi – norme alla mano – gli abbiamo spiegato che non aveva diritto a restare. In commissione edilizia gli amministratori, così come tutti i cittadini, non possono partecipare, le sedute non sono pubbliche».

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