Santena, Belconn gomma e cavi, intervista al responsabile delle relazioni esterne Umberto Pone

Santena – 17 novembre 2011 – Di seguito, una breve intervista a Umberto Pone, responsabile delle relazioni esterne del gruppo Belconn gomma e cavi.

Nei giorni  scorsi, tramite le Rsu, Umberto Pone, responsabile delle relazioni esterne del gruppo Belconn gomma e cavi, ha manifestato la disponibilità a intervenire sulle vicende del sito industriale ex Ages. «Sulla Belconn gomma e cavi – afferma Umberto Pone rispondendo al telefono – io volevo dire questo. In partenza, al momento del nostro arrivo, la situazione dello stabilimento di Santena, non era molto brillante. L’Ages certo gestiva un certo numero di forniture, ma a condizioni tutt’altro che soddisfacenti dal punto di vista dei ricavi; pur di tirare andare avanti e pagare gli stipendi si accontentava di tale situazione. Noi, dopo avere rilevato il sito produttivo, abbiamo cominciato a investire nell’azienda sotto l’aspetto commerciale e rispetto al processo di industrializzazione delle future produzioni».

Qual è la situazione attuale?

«Oggi siamo messi così: secondo gli impegni che avevamo assunto, avremmo dovuto, diciamo così, mettere al lavoro 108 persone a partire dal marzo del 2013. Ora con molte difficoltà siamo riusciti ad anticipare un pochino  l’avviamento di parte del personale, tanto è vero che oggi stanno lavorando una trentina di persone. Si tratta di operai e impiegati  che così portano a casa il salario. Cominciano ad avere un po’ di autonomia. Dico questo perché una cosa è stare a casa e prendere la cassa integrazione e altra cosa è lavorare e avere anche la gratificazione dello stare sul posto del lavoro e sapere che ci sta un minimo di prospettiva per il futuro. Venendo al lavoro penso che gli operai possano costatare che in Belconn gomma e cavi ci può stare la prospettiva di un futuro migliore rispetto al momento attuale».

Come è la situazione rispetto alla mancata autorizzazione della cassa integrazione per i primi sei mesi?

«L’autorizzazione da parte del ministero alla cassa integrazione è il problema più importante al quale noi stiamo lavorando. Da mesi stiamo cercando di dare una risposta alle richieste del ministero: stiamo facendo di tutto per arrivare ad avere l’autorizzazione per questa benedetta cassa integrazione. Il problema è che dobbiamo cominciare i lavori di ristrutturazione. Così come previsto dal piano di investimenti  i lavori partiranno a breve. Siamo convinti che l’ok arriverà e ci prepariamo a ottenere anche l’autorizzazione per altri sei mesi. Sinora l’ok dal ministero non è potuto arrivare perché siamo incappati in una serie di lungaggini burocratiche, di carattere vario. Una parte di responsabilità rispetto allungamento dei tempi è dovuta al cambio di normativa. Comunque siamo a buon punto, ci serve però ancora tempo. Il ministero ha bisogno di vedere che siamo partiti con i lavori. E noi, a breve, contiamo di avviare finalmente queste lavorazioni e di dare risposte ai funzionari del ministero che, giustamente, ce le chiedono. Noi siamo impegnati a fornire tutte le risposte modo che arrivi, se pur con ritardo, il via libera alla cassa. Si può affermare che il nostro obiettivo nel breve periodo è questo: ottenere l’autorizzazione alla cassa integrazione».

Che cosa avete fatto in questi mesi a partire dall’acquisizione del ramo d’azienda, avvenuta a inizio 2011?

«Noi stiamo lavorando  con l’obiettivo di potere mandare lo stabilimento a regime nel 2013. Nel frattempo, oltre a essere alle prese con la burocrazia relativa ai lavori, stiamo muovendoci per acquisire nuove commesse. Un grosso ostacolo che dobbiamo risolvere sono i tetti con amianto: prima di far entrare le persone sotto i capannoni dobbiamo risolvere il problema legato alla bonifica dell’amianto presente sui tetti. Le coperture da sistemare hanno una superficie notevole, pari a 50mila metri quadrati; l’iter per ottenere autorizzazioni e permessi si sta rivelando particolarmente difficoltoso. Il progetto per la posa dei pannelli fotovoltaici sta comunque andando avanti; non è che siamo fermi. E’ che servono tempi lunghi»

Che cosa produce oggi la Belconn gomma e cavi?

«Oggi abbiamo in corso alcune minime produzioni, ad esempio per la Avio. Vorrei subito comunicare che con alcuni marchi – Fiat, Ferrari, Volkswagen – siamo nella fase della preventivazione rispetto ad alcuni nuovi prodotti. Speriamo di riuscire a chiudere e arrivare ad acquisire nuove commesse. Certo, sappiamo bene che il nostro problema attuale è la sala mescole che è ancora da avviare. Una volta rimessa in funzione la sala mescole tutto il resto dovrebbe risolversi in modo facile. In questi mesi è al lavoro un gruppo specifico che mira all’acquisizione di alcune grosse commesse: oggi siamo ancora nella fase di campionatura. Insomma, ci stiamo dando da fare. Affermo questo perché voglio tranquillizzare gli attuali 110 lavoratori. Belconn gomma e cavi sta lavorando per poter ripartire con le produzioni. Ci stiamo impegnando; non è che in questi mesi siamo stati lì a giocare».

Che previsione si può fare per l’avvio dei lavori di ristrutturazione dello stabilimento che anche il ministero sta attendendo?

«Penso che entro un periodo relativamente breve si possa riuscire a partire. Entro fine anno partiremo con i lavori, questo è sicuro».

La Rsu innanzitutto è preoccupata per la mancata autorizzazione della cassa integrazione e denuncia anche il mancato pagamento del fondo gomma.

«Come detto stiamo lavorando per produrre tutta la documentazione necessaria ad ottenere l’autorizzazione per la cassa integrazione. Per quanto riguarda il fondo gomma, la situazione si è risolta, nei giorni scorsi abbiamo pagato gli arretrati».

L’intervista si chiude con questa frase da parte del responsabile delle relazioni esterne della Belconn gomma e cavi: «Sin qui le prime informazione che andavano date. Nelle prossime settimane ci aggiorneremo».

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