Santena, verso le elezioni amministrative, il contributo di Giuseppe Luongo

Santena – 21 novembre 2011 – Di seguito, il contributo che ha inviato Giuseppe Luongo. E’ riferito al clima che si respira in città mentre ci si avvia alle elezioni amministrative. Il blog, nel ringraziare il signor Luongo per le riflessioni, invita tutti coloro che lo desiderano a mandare contributi rispetto all’avvicinarsi del rinnovo del parlamentino cittadino.

Al blog “rossosantena”.

Leggo volentieri il blog “rossosantena” e non posso non complimentarmi con l’opera di Filippo Tesio; finalmente i cittadini santenesi possono attingere informazioni con dovizia di particolari su quanto accade nella propria città. Il blog è completo su tutti gli aspetti, ma soprattutto perché consente ai cittadini la conoscenza degli eventi e permette loro di esprimere la propria opinione sugli avvenimenti.

Negli ultimi tempi si sono verificati, con particolare fervore, fatti politici che spaziano da campagne elettorali con manifesti taroccati, alla intolleranza mista a un latente razzismo invocando la legge quando può portare ad un “effetto elettorale” e ignorandola in altri casi, ma sempre per un unico scopo: finalizzata a raccogliere qualche consenso elettorale.

Infine ci troviamo alle rivendicazione, con un  vecchio modo di porsi: “lei non sa chi sono io”… (ex amministratore pubblico). Non considerando ahimè, in quest’ultimo caso, che è vigente e operativo su tutto il territorio nazionale il “Diritto di accesso e trasparenza nella pubblica amministrazione”; su come si esercita, quando e perché ed è esercitabile da tutti i comuni cittadini che ne hanno diritto.

Alla luce di quanto riportato nei vari episodi e in altri precedenti apparsi sul blog “rossosantena”, si percepiscono spesso parole urlate, stravolte, inutili, spesso usate come armi. Linguaggio pubblicitario-politichese, ma sostanzialmente obsoleto.  Clamori ricercati e pieni di ipocrisia, egoismi e arroganza portate a merito di confronto come a voler sottolineare la propria verginità e quindi estraneità totale a fatti accaduti e reiterati nel tempo. Maschere e comportamenti illogici e volgari, soprattutto in questi ultimi tempi, al punto che sembra diventato un costume consono a ogni politico, a qualsiasi livello.

Si sta letteralmente dimenticando il significato alto di “rappresentante del popolo” e si sta seppellendo, con forza, il concetto etico di “politica nobile” e “bene comune”. Potrò apparire fazioso e oltremodo moralizzatore per chi si sentirà toccato, ma nella concretezza quotidiana non sono altro che un cittadino di Santena che deluso da quanto accade in città, indirizza, a tutti coloro i quali si stanno già prodigando – a gomitate – nella corsa alla prossima competizione elettorale, uno stralcio tratto da un libro “molto particolare” che calza a pennello in questo periodo di crisi del nostro Paese.

“Vorrei qui spendere una parola per darvi un po’ di coraggio. Oggi il vostro mestiere è fra i più ingrati e incompresi. Quando si parla di voi la gente corruga la fronte, ricorre alla battuta convenzionale, autorizzata dal tacito consenso generale ad avanzare giudizi pesanti e, bene che vada, l’aggettivo più innocuo che appone alla parola “politica” è quello di “sporca”. La gente con voi o è ossessivamente cortigiana, strisciandovi davanti con le forme del cecchinaggio più vile, o vi disprezza dall’alto della sua sufficienza, indicandovi come i capri espiatori di ogni malessere sociale, anche il più ineluttabile. I puritani vi scansano con ostentazione, dichiarando che non vogliono contaminarsi le mani con voi. Gli amici vi chiedono, con scoraggianti sorrisi, chi mai ve lo fa fare. I parenti vi ripetono che fareste meglio a pensare un po’ più alla famiglia. I preti parlano di voi con tanti sottintesi misteriosi, al punto che dal loro linguaggio traspaiono centomila riserve. Il vescovo sembra che si faccia un sacco di problemi se deve apparire in pubblico con voi. Forse gli stessi che, per salvaguardare un “look” di verginità, in pubblico vi scansano, vi blandiscono vigliaccamente in privato quando hanno bisogno del vostro appoggio. Per i credenti, anche gli amici di fede prendono le distanze, e sempre più di rado una parola di speranza parte dalla loro bocca. Raramente il coro che accompagna il vostro cammino è un coro di osanna. Il fischio fa inesorabilmente capolino anche nelle assemblee di cordata. Per dieci applausi, venti contestazioni. Per cento consensi, duecento proteste. Anche quando vi siete prodigati con la generosità più pura, vi sentirete al centro di una nebulosa di sospetti. Anche quando vi siete spesi senza parsimonia e avete pagato prezzi altissimi di tempo, di fatica mentale e forse anche di denaro, siete costretti a difendervi dalle aggressioni della critica mordace, dalla perfidia dell’ironia subdola, dal distorcimento operato perfino sulle vostre intenzioni più pulite, dal livore di parte o dalla strumentale manipolazione degli avversari. Non c’è che dire. La vostra, oggi, è davvero una vita scomoda. (…)
(Don Tonino Bello – Lettere sulla politica)

Sia chiaro: non credo che per tutti fare politica sia un mestiere ingrato. Anzi, per molti è stato e resta l’unico modo per fare i propri interessi. A me però piace sperare ancora che vi siano persone che abbiano capacità e devozione verso la “comunità” per occuparsi della “cosa pubblica” con onestà intellettuale.

Cordialità agli elettori del blog.

Giuseppe Luongo

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