Santena, la situazione dell’Istituto comprensivo cittadino

Santena – 2 gennaio  2012 – Giuliana Testori e Martino Pollone, rispettivamente dirigente e vicario dell’Istituto comprensivo di Santena presentano l’attuale situazione del mondo scolastico cittadino.

Prima domanda: il 2011 che anno è stato per il mondo scolastico santenese?

«Per l’Istituto comprensivo il 2011 è stato un anno fortemente faticoso – risponde Giuliana Testori –. A fine anno siamo in pista per quanto riguarda gli ordinamenti, ormai gli organici sono consolidati  e quindi è finito il triennio di cambiamenti introdotti dal Ministero, dovremo riuscire a lavorare a regime, però va evidenziata la mancanza sostanzialmente di certezze. E ci sono problemi anche sul funzionamento più spicciolo, quotidiano. Diventa difficile anche solo poter firmare i contratti ai supplenti: sarebbe necessaria una copertura finanziaria che, a oggi, non abbiamo. L’ultima assegnazione da parte del Ministero, sui ristori dell’anno precedente è arrivata a luglio 2011; poi c’è stato il silenzio, totale. Rispetto a questo, chiaramente si comprende perché ci siano queste difficoltà. Io dal Ministero mi sarei aspettata, almeno nei confronti dei dirigenti scolastici che quotidianamente si assumono responsabilità, una maggiore attenzione, anche solo a livello di comunicazione. Capisco che le risorse manchino e sia un momento difficile, ma il silenzio è la cosa peggiore, soprattutto nel momento in cui noi dirigenti abbiamo più volte scritto al Ministero per avere comunque delle indicazioni. Risposte? Zero. Tutto ciò concorre a far maturare un clima di grande incertezza e anche di difficoltà per continuare a lavorare».

Quali effetti hanno avuto i tagli alle risorse per l’Istituto comprensivo di Santena che, dall’infanzia fino alle medie, conta 920 allievi?

«Sulla scuola secondaria non è stata riconosciuta una classe a tempo prolungato e questo è avvenuto in un tempo veramente troppo lontano dalla data di presentazione delle domande dei genitori – prosegue Giuliana Testori –. A fronte della risposta arrivata tardivamente ci siamo dovuti attrezzare per garantire comunque a questi genitori un potenziamento,  attraverso un progetto interno della scuola e solo a questa classe il tempo prolungato. Ovviamente questo andrà a incidere sul fondo di istituto e sottrae un po’ di risorse economiche che si sarebbero potute destinare diversamente. Diciamo che a fronte di una richiesta dell’utenza abbiamo agito per cercare di esaudirla. Sulla scuola primaria gli ordinamenti ormai sono andati a regime. Ogni classe che si forma al Vignasso è a 27 ore; sostanzialmente ciò significa che ogni classe quinta che termina il ciclo perde un pezzetto di docenti. In questi anni siamo ancora riusciti a far funzionare a tempo pieno tre classi della Cavour, anche se ne hanno date solo due, grazie all’arrivo appena prima di Natale del progetto della Regione Piemonte.  Fino a quel punto aveva supplito il Comune, pagando gli educatori della cooperativa Croma. Ricordo che in questa classe, tutti i bambini, meno due, fanno il tempo pieno, quindi c’è una esigenza forte in questa direzione che arriva dalla famiglie».

«Certo, oggi, a fine anno, tutto funziona – prosegue Giuliana Testori –, ma se io devo fare un bilancio in senso compiuto occorre aggiungere alcune considerazioni. Due classi delle elementari Cavour a tempo pieno funzionano con tre insegnanti, invece che con quattro. Una classe a tempo pieno, sempre della Cavour, funziona grazie al progetto della Regione Piemonte. E comunque le classi a 27 ore funzionano con pezzi di docenti, perché mentre il docente ha 22 ore di insegnamento l’orario scolastico dei ragazzi è di 27: ciò significa che  ne mancano 5, di ore; due sono di religione cattolica e una, due o tre sono di inglese e quindi per le classi prima  e seconda mancano sempre alcuni pezzi  di docente. Se poi l’insegnamento dell’inglese è interno – come avviene nell’attuale seconda – allora mancano altre ore. Insomma, facciamo una gran fatica anche solo per far funzionare tutto e non fare lo spezzatino perché noi, tre anni fa, abbiamo fatto la scelta di non avere per ogni classe un numero troppo elevato di insegnanti. La scuola dell’infanzia invece, almeno per ora, è un’oasi felice perché non è stata toccata per niente dalla cosiddetta riforma: sostanzialmente viaggia con due insegnanti per sezione. Noi facciamo un orario che non è solo di 40 la settimana, ma di 45 perché abbiamo l’ora di pre-scuola».

Negli ultimi anni le risorse a disposizione dell’istituto comprensivo di quanto si sono ridotte?

«Negli anni recenti c’è stata una continua diminuzione dei finanziamenti – precisa Giuliana Testori –. Naturalmente sto’ parlando di fondi per programma annuale, mentre il fondo di Istituto, che è contrattato per attività di docenti oltre alle attività di cattedra, non è diminuito. Di quanto è diminuito? Di tanto. Di tantissimo, i fondi statali destinati al “funzionamento” dell’istituzione scolastica sono passati da euro 17.589 del 2002 a euro 9.084 del 2011, con il 2009 e il 2010 a secco nelle assegnazioni di fondi. Per il prossimo anno il 24 dicembre scorso è arrivata una circolare dove si dispone che venga predisposto un programma annuale fino ad agosto 2012. Ci sono concessi otto dodicesimi, sono cifre che si vedono sul sito del Miur e noi abbiamo circa 70mila euro. In questo stanziamento devono rientrare anche le spettanze per le imprese di pulizia solo fino a marzo; poi non ci sono più certezze. Sempre in questo stanziamento sono comprese le spese per le supplenze, ci sono i parametri in base ai docenti che abbiamo, ma non c’è la voce relativa funzionamento. Tutto ciò è sconvolgente».

Con il Comune che tipo di rapporti ha l’istituto comprensivo?

«Santena oggi è governata da un commissario prefettizio e da un sub-commissario – risponde Testori –. Noi, subito dopo la nomina del Prefetto abbiamo cercato di avere rapporti estremamente stretti per fornire informazioni rispetto alle esigenze del mondo scolastico santenese. Devo dire che abbiamo riscontrato attenzione che si è in qualche modo concretizzata in un piccolo aumento del contributo ordinario del Comune che era previsto attorno ai 5mila euro e poi è stato finanziato attorno a 8mila. Per il futuro il commissario ci ha detto che l’attenzione rimane e che, nei limiti del possibile il sostegno alla scuola da parte del Comune non verrà a mancare. Però, il nostro problema è sì avere una collaborazione da parte del Comune ma oggi i problemi della scuola sono di natura strutturale e difficilmente si possono risolvere con le pezze e i vari aggiustamenti che possono solamente consentirci di sopravvivere nei momenti in cui non abbiamo nemmeno cassa».

C’è qualche cosa da comunicare ai genitori rispetto al percorso che sta facendo l’Istituto comprensivo in questi anni di grande difficoltà economica?

«I rapporti con i genitori non sono sempre ottimali – afferma Martino Pollone, vicario –. Direi che negli ultimi anni non c’è stata da parte dei genitori la comprensione delle necessità della scuola. Basta vedere tutto il discorso del contributo volontario; una porta che non siamo riusciti ad aprire. Detto questo, come scuola cerchiamo di aprire al massimo la collaborazione a livello educativo, partendo dal patto educativo, fino a proseguire con le diverse occasioni di confronto. Si va dall’iniziativa scuole aperte alla presentazione delle attività che svolgiamo qui a scuola. Si cerca di fare in modo che l’idea educativa portata avanti sia il più possibile comune, ma comunque è un qualcosa di faticoso».

«L’ambizione sarebbe quella di far crescere nella consapevolezza delle difficoltà non solo gli alunni ma anche le famiglie – aggiunge Giuliana Testori –. Con i ragazzini cerchiamo di impostare, o di continuare l’impostazione precedente, il rispetto di tutta una serie di regole che ha la scuola. Cerchiamo di far comprendere agli studenti come siano utili poi anche nella loro vita futura. Agire sulle famiglie è più difficile perché si tratta di andare a incidere su stili di vita e, comunque, non sempre c’è la disponibilità ad accogliere il messaggio della scuola in maniera positiva».

Com’è la situazione delle strutture scolastiche cittadine?

«La situazione è monitorata abbastanza regolarmente – afferma Martino Pollone – gli interventi, quando necessari, vengono prontamente richiesti e dove possibile vengono realizzati in maniera repentina. E’ un po’ più difficile coordinare le cose quando ci sono appalti esterni, tipo quello del riscaldamento, perché le ditte non sempre rispettano gli appalti nei tempi e nei modi stabiliti. Comunque si può dire che sul versante delle struttura scolastiche non arrivano elementi di preoccupazione: tutto è sotto controllo».

Ci sono cosa da segnalare rispetto all’utilizzo di nuove tecnologie?

«Si può segnalare – spiega Martino Pollone – che l’Istituto comprensivo è abbastanza avanti rispetto ad altre scuole in merito all’utilizzo delle Lim, lavagne interattive multimediali. Abbiamo le Lim sia nella secondaria sia nella primaria e vengono utilizzate. Disponiamo di un valido progetto dedicato allo sviluppo delle tecniche informatiche; i docenti hanno effettuato e continuano a partecipare a attività formative».

C’è qualche eccellenza che va segnalata?

«Prima di rispondere – afferma Martino Pollone – occorre premettere che con le funzioni strumentali non sempre riusciamo a fare una buona valorizzazione di quello che la scuola fa. Un punto di eccellenza del nostro istituto comprensivo è il “Progetto di vita” che è in piedi da tre anni e che ha l’obiettivo di seguire i ragazzini dai 3 ai 14 anni, in una crescita anche di consapevolezza delle proprie capacità e criticità, per arrivare poi a compiere una scelta ragionata in merito al tipo di superiori da frequentare anche per evitare la dispersione scolastica. Si tratta di un lavoro che stiamo portando avanti con il Consorzio dei servizi socio-assistenziali del chierese, nell’ambito dei progetti avviati dal Piano di zona.  Si tratta di un progetto che ha un certo valore: anche di questo lavoro, mi dispiace dirlo, però forse i genitori non hanno compreso appieno il valore e le indicazioni che arrivano».

Giuliana Testori prosegue: «un’altra eccellenza da segnalare è il lavoro di analisi e successiva riprogettazione che abbiamo avviato sulle prove Invalsi.  E’ tutto un progetto che si basa sulla valutazione degli apprendimenti nella scuola primaria e nella scuola secondaria. Ci sono docenti che lavorano su tale progetto e che restituiscono le fatiche del loro lavoro ai colleghi. In questo senso credo proprio che non tante scuole siano così organizzate. Ancora da segnalare è il progetto che mira a sensibilizzare i ragazzi rispetto alle varie dipendenze, dal fumo all’alcol fino alle droghe, e ai comportamenti a  rischio di devianza».

Non può mancare una domanda rispetto alla collaborazione avviata in questi anni con l’associazione Amici della Fondazione Cavour.

«Da 4 anni abbiamo avviato – spiega Martino Pollone – una buona collaborazione con gli Amici della Fondazione a partire da un cammino di formazione degli studenti di terza media per formare guide che orientino i visitatori del complesso cavouriano. La collaborazione è stata potenziata nel 2011, in occasione del 150° anniversario dell’Unità d’Italia. Insegnanti e alunni hanno avviato sempre in collaborazione con l’associazione Amici tutta una serie di lavori, alcuni legati agli aspetti naturalistici del parco Cavour, altri più di tipo storico, altri ancora di tipo ludico. Sicuramente vanno segnalate le iniziative Giocavour e le Cavouriadi, che hanno visto le classi santenesi ideare una serie di giochi che hanno poi visto cimentarsi studenti delle primarie e delle secondarie di tutta la regione Piemonte. Anche per gli anni a venire abbiamo intenzione di continuare la proficua collaborazione con i volontari dell’Associazione Amici di Cavour, certamente per la formazione di guida al parco e al complesso cavouriano: sicuramente troveremo anche il modo di ideare nuove iniziative».

In chiusura una domanda relativa al progetto del polo scolastico cittadino. Sono anni che viene citato nei programmi delle varie liste e che viene riportato nel programma pluriennale dei lavori pubblici. Che ne sa l’istituto comprensivo in merito al progetto di riunire tutte le scuole cittadine nella zona che oggi accoglie la scuola media e il palazzetto dello sport?

Testori e Pollone hanno una risposta univoca: «In merito al progetto di formazione di un polo scolastico unico sinora nessuno ci ha interpellati. Non ne sappiamo proprio nulla e nessuno ci ha mai fornito notizie in merito».

A fine intervista una considerazione del cronista chiude il colloquio: «Sostanzialmente la scuola “a tribula”, ma va avanti». Giuliana Testori chiosa così: «Penso che la scuola debba essere l’ultima delle istituzione a dichiarare la resa. Noi continuiamo a pensare che dal punto di vista didattico, educativo e formativo si possa fare tutto e anche meglio di quello che si è fatto fino ad adesso: come, per ora, nessuno ce lo dice; con quali risorse, nemmeno. In questo momento di crisi e di difficoltà, io penso che sostanzialmente si dovrà fare molto ricorso alle individuali capacità di proposizione. Non dico che siamo chiamati a fare attività di volontariato, perché questa parola non mi piace, ma sostanzialmente occorrerà non fare più tanto conto su un riconoscimento immediato del lavoro che si porta avanti».

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