Santena, Belconn gomma & cavi, presidio terminato

Santena – 26 febbraio 2012 – E’ finito il presidio dei lavoratori della Belconn gomma & cavi, nato per impedire a un camion polacco di portare via alcune attrezzature. Sabato mattina a parlare con gli operai è arrivato Mario Da Re, amministratore delegato. Ecco la cronaca della mattina, terminato con il camion polacco che ha lasciato la ditta così come era arrivato: senza carico.

Sabato 25 febbraio, ore 9,30. Una pattuglia di lavoratori Belconn gomma & cavi presidia i cancelli. E’ li dalle ore 8 per controllare che il camion arrivato dalla Polonia lasci lo stabilimento dopo avere scaricato alcuni macchinari che il giorno prima aveva iniziato a caricare. Venerdì i delegati avevano lanciato l’allarme: alcuni macchinari delle Belconn gomma e cavi sono stati caricati su un mezzo polacco che sta per lasciare lo stabilimento.  Parte il tam-tam telefonico e davanti ai cancelli arrivano delegati e alcuni lavoratori. Si chiedono chiarimenti e, alla fine, arriva la decisione di far scaricare i macchinari da camion. Venerdì sera, quando è già buio, il presidio cessa per ridarsi appuntamento sabato mattina.

Sabato mattina delegati e operi verificano le operazioni di carico e controllano che il mezzo ritorno in Polonia vuoto. Poco dopo le 9,30 davanti ai cancelli arriva il prof. Mario Da Re. Amministratore delegato di Belconn gomma & cavi.  L’ad saluta i lavoratori e riassume le cose «Questa vicenda va riportata nelle giuste dimensioni. Ci sono state alcune incomprensioni che vanno chiarite.  A seguito di quanto successo mi sono scontrato verbalmente con Umberto Pone che non può continuare a definirsi il portavoce della Belconn gomma & cavi. Chiarito questo, sono qui a dire che dai cancelli non uscirà proprio nulla perché la Belconn gomma & cavi è stata costituita acquisendo un ramo d’azienda dell’Ages in amminsitrazione straordinaria e di tutto quanto è nello stabilimento va dato conto al commissario straordinario. Sino a che non saranno chiarite bene tutte le cose niente e nulla verrà portato fuori. A seguito di questa mia posizione sono stato minacciato da Umberto Pone e, nei prossimi giorni, tale conflitto andrà sanato nelle giuste sedi. Oggi sono qui davanti a voi per spiegare bene i termini della vicenda che ha generato una confusione inaccettabile».

L’ad ha continuato: «Le attrezzature che erano state caricate sul camion e che poi sono state scaricate non servono per le produzioni della Belconn gomma & cavi; però in azienda lo spazio non manca e fino a che non saranno chiarite alcune cose a me non disturba che queste macchine restino parcheggiate da qualche parte sotto i capannoni. Si tratta di presse per stampaggio di termoplastici, ma prima di muoverle dobbiamo capire perché e come sono arrivate qui e chiarirne la proprietà. Vorrei aggiungere una cosa; evidentemente come amministratore di questa società devo gestire la vendita o l’acquisto delle macchine. Nei giorni scorsi ha acquistato due generatori di gas dalla Spagna, di cui ho fatto verificare le buone condizioni. Considerate le nostre condizioni di liquidità appare chiaro che tali attrezzature potranno essere pagate dando in cambio attrezzature in nostro possesso non strategiche per la ripartenza produttiva prevista dal piano industriale. Naturalmente la cessione di macchine si presenta e si concorda con il sindacato. Nel caso del camion polacco il sindacato non era stato messo al corrente e, una volta scoperta la vicenda, è chiaramente successo un putiferio. A fronte di un mezzo polacco uno pensa subito che si voglia spostare la produzione in Polonia. Non è così. Detto questo, vorrei anche fare presente che su questa vicenda mi sono trovato un po’ con le spalle al muro. Con Umberto Pone siamo arrivati ai ferri corti: mi ha rivolto accuse pesanti. E’ chiaro che magari ci penserà due o tre volte nel metterle in pratica. Alla fine ho detto ai miei collaboratori di scaricare il camion e così è stato fatto. Abbiamo proposto all’autista di passare la notte in albergo ma non ha voluto abbandonare il mezzo. Per tutta la notte tra venerdì e sabato è rimasto sul mezzo».

L’amministratore delegato della Belconn gomma & cavi aggiunge: «Dal ministero del Lavoro per noi sono in arrivo notizie positive. La concessione di altri sei mesi di cassa integrazione è un grosso peso che ci siamo tolti. Sapere che c’era gente che per mesi non ha preso un soldo è una cosa inaccettabile. Ora stiamo lavorando per superare un altro scoglio: riuscire ad avere dagli istituti di credito i finanziamenti necessari per avviare il piano industriale. Come ho già riferito al tavolo in Regione Piemonte noi non avevamo informazioni certe in merito alla proprietà della fiduciaria  – Huddlerson & Co. Limited – che c’era dietro alla Belconn gomma & cavi. Posso annunciare ai lavoratori di essere riuscito a smontare tale fiduciaria e quindi a giorni dovremo riuscire a consolidare un nuovo assetto societario che ci permetterà di poter accedere ai finanziamenti per avviare il piano industriale. Ricordo che l’Ages in amministrazione straordinaria ha un credito nei nostri confronti di 2,7 milioni di euro. Vorrei ancora far presente che io sono arrivato in Belconn gomma & cavi il 26 novembre scorso e mi sono trovato di fronte una situazione davvero preoccupante.  Con i miei collaboratori ho cercato di porvi rimedio: non è stato facile, ma piano piano le cose si stanno mettendo per il verso giusto. Per sanare la situazione ho bisogno di una certa libertà che finora non ho ancora potuto avere perché prima occorreva porre mano agli assetti societari. Questo obiettivo è stato raggiunto e, davvero a breve, attendiamo il via libera dagli istituti di credito».

Mentre l’ad continua a confrontarsi con la pattuglia di operai i cancelli si aprono e il camion polacco lascia la fabbrica. Sono le dieci di sabato mattina. «Appena possibile, nei primi giorni di marzo – chiude Mario da Re – intendo convocare un incontro con i lavoratori e il sindacato per fare il punto della situazione in modo da presentare un quadro completo di quanto si sta facendo in Belconn gomma & cavi. Presenteremo anche la situazione delle macchine e attrezzature presenti per capire quali sono da considerare strategiche e quali eventualmente potranno anche essere cedute perché non considerate strategiche rispetto alle produzioni che intendiamo avviare. Una cosa va detta: la sala mescole non si tocca. E’ il gioiello della Belconn gomma & cavi e attorno ad essa si giocherà il futuro dell’impresa».

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