Santena, Gino Anchisi commenta l’ennesimo manifesto anonimo, affisso nottetempo

Santena – 5 maggio 2012 – Gino Anchisi commenta l’ennesimo manifesto, anonimo, affisso in città, nella notte tra giovedì e venerdì.

«L’anonimo autore, del notturno livoroso manifesto anti parrocchiale, si arrabbia – afferma Gino Anchisi –. Ha realizzato che Essere Santena rompe schemi tradizionali. Le differenti idee, associate da un compromesso molto pratico, hanno potenzialità nuove sulla scena politica, non solo locale. Chi è attento capisce: gli interessi rappresentati vanno ben oltre all’odierno modo di fare politica. La novità turba il sonnambulo nostalgico attacchino, ma attrae molti Santenesi. Se l’esempio prende piede forse ci saranno conseguenze di più grandi dimensioni. Donne e uomini, giovani e non, di matrici culturali diverse, si sono unite superando pregiudizi, in nome di principi, che ciascuno vuole mantenere in sé ben saldi, e di obiettivi generali, che si possono raggiungere solo stando insieme».

Gino Anchisi prosegue così: «L’eresia e la sfida contro certa partitocrazia e mafiosaggine è eloquente. Del resto, da dove poteva venire simile connubio, se non dalla città del Tessitore? L’unione poggia su interessi intrecciati al bene comune, ma, ancora da ben definire negli equilibri tra l’io e il noi. Nasce, sembra, dal tentativo di ricomporre unità tra etica, morale, diritti, doveri e regole. Forse, un tantino, esagerano nello sforzo di redimere persino chi è peccatore incallito, ma, come si sa, le vie del Signore sono infinite. Le anime di Essere Santena hanno caratteri profani, ma, anche laici e cristiani convergenti nel dare valore e sacralità all’amministrazione e alla politica. Valori e sacralità persi in questi anni, in nome di una volgarizzazione della politica che, alla città percorsa dalla Banna, recentemente ha dato cattivi esempi e malefica fama».

«Essere Santena vorrebbe curare interessi comuni, al posto di quelli personali – prosegue nella sua chiave interpretativa Gino Anchisi –. Vorrebbe occuparsi di società civile piuttosto che di egoismi estranei e non partecipi. Per ora, solo a parole dice di voler rappresentare il nuovo che la comunità santenese ha dentro di sé. Valuteremo più avanti se al declino delle medie e grandi imprese, alla crisi delle piccole aziende, sarà capace di contrapporre una socialità che cresce intorno alle potenzialità produttive legate alla sua posizione nella geografia del nord-ovest e dell’area metropolitana, alla nuova attenzione verso l’agroalimentare, all’agricoltura e al turismo culturale, gastronomico e del tempo libero».

Gino Anchisi conclude: «La novità di Essere Santena, checché ne dica l’attaccante, amante delle tenebre, deriva da una complessa amalgama di sacro e profano tra partiti e persone alla ricerca di dare un senso al loro essere soggetti della politica e cittadini, in tempi di declino. Novità che questi figli di papà e di mamma e non solo, l’indomani dal voto dovranno dimostrare di essere capaci di tradurre governando la macchina pubblica a livello comunale. Gino Anchisi Santena di Camillo Cavour, 4 maggio 2012».

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