Santena, il Consiglio regionale del Piemonte socio benemerito della Fondazione Cavour. L’intervento di Valerio Cattaneo

Santena – 8 giugno 2012 – Mercoledì 6 giugno si è svolta la commemorazione del 151° anniversario della morte di Camillo Cavour. Durante la cerimonia, organizzata dalla Fondazione Cavour e dall’Associazione Amici di Cavour al Consiglio regionale del Piemonte è stato consegnato il diploma di Socio Benemerito della Fondazione Cavour. Di seguito l’intervento di Valerio Cattaneo, presidente del Consiglio regionale del Piemonte.

«Caro onorevole Nesi, signor sindaco, signori sindaci, autorità tutte, cari cittadini si Santena, signore e signori – ha esordito Valerio Cattaneo –. Desidero portare il più caloroso saluto, mio personale e a nome dell’intero Consiglio regionale del Piemonte, a tutti coloro che sono intervenuti a  questo incontro importante e ringraziare, in modo particolare, il presidente Nerio Nesi, unitamente a tutti gli amministratori della Fondazione Cavour per il riconoscimento che hanno voluto assegnare all’assemblea legislativa del Piemonte. Grazie anche per questo bellissimo dono che metterò senz’altro nella mia casa, oltre che per il significato dei valori richiamati è anche un grande segno della nostra amicizia, giovane però reciprocamente sostenuta da grandi sentimenti di stima».

Valerio Cattaneo ha aggiunto: «È con piacere che accolgo, in qualità di presidente pro tempore del Consiglio regionale, la designazione a Socio Benemerito della Fondazione Cavour: questo quadro con il diploma, già nella giornata di domani, sarà affisso a Palazzo Lascaris, palazzo legato alla famiglia di Cavour. Socio Benemerito di questa Fondazione, prestigiosa istituzione culturale del nostro Piemonte che da anni opera per mantenere viva la memoria  e per stimolare studi e ricerche su un così illustre personaggio. Probabilmente il più grande uomo di Stato che il Piemonte abbia espresso in questi ultimi due secoli di storia. Ritengo inoltre particolarmente significativo che questa cerimonia avvenga nel castello di Santena che, proprio grazie all’impegno della Fondazione e al concorso di diverse istituzioni pubbliche tra i soci Fondatori, è destinato a  diventare il luogo storico per eccellenza dedicato a Camillo Cavour. Un punto di riferimento per gli studiosi della materia, ma anche ulteriore momento di richiamo per quel turismo culturale molto qualificato che fa oggi di Torino, di Santena e del Piemonte una della mete più attrattive. Arriviamo peraltro da un periodo molto intenso, legato ai festeggiamenti per il 150° anniversario dell’Unità d’Italia. Un periodo che, grazie all’alto magistero del nostro Presidente della Repubblica, l’on. Giorgio Napolitano, ha visto una forte partecipazione popolare a tutti gli eventi celebrativi, forse ben oltre le aspettative, a conferma che il sentimento unitario ancorché da taluni dissimulato, questo sentimento unitario è più radicato e intenso di quanto si pensi».

Il presidente del Consiglio regionale del Piemonte rivolgendosi a Nerio Nesi ha detto: «Rispondo puntualmente al suo appello e le confermo che l’unità e la indivisibilità della Nazione è uno dei valori cui mi ispiro quotidianamente, nel mio ruolo istituzionale, ma anche nel mio impegno politico. Ma, ancora prima come uomo e cittadino, credo anche di interpretare i sentimenti di ciascuno di noi. Nell’ultimo biennio si è avuto anche modo di celebrare il 200° della nascita di Cavour, e lo scorso anno il 150° della morte. E oggi ricordiamo il 151° anniversario. Questi eventi hanno ancora più rinsaldato il profondo legame tra la figura del conte e gli episodi del nostro Risorgimento nazionale. Un legame che non ha bisogno di essere ribadito perché è storicamente riconosciuto che si deve all’impegno e  al genio di questo grande statista l’avere saputo coagulare attorno al Piemonte Sabaudo quelle energie intellettuali e quelle forze economiche e sociali che puntavamo alla unificazione della Penisola, in un processo storico che ha portato il nostro Paese al definitivo inserimento tra i grandi Stati europei. Proprio il contesto europeo, ovvero la proiezione continentale del risorgimento italiano, ci richiamano la prospettiva e l’azione cavouriana. Perché, indubbiamente, egli seppe – fin dagli anni della formazione fatta, come sappiamo, di tanti viaggi in Paesi esteri – collocare correttamente la condizione del nostro Paese allora un po’ arretrata politicamente e socialmente rispetto ad altri Stati, diciamo in un’ottica europea. Questo anche per creare quel clima di favore, quel consenso nella parte più avanzata dell’Europa occidentale che avrebbe favorito il nostro processo unitario».

Valerio Cattaneo ha detto: «Perché Cavour è stato il politico italiano dell’Ottocento che, per la propria inclinazione e per le conoscenze acquisite in epoca giovanile, persino per influenze familiari ha, più di altri, portato una ventata di spirito europeo nella politica sabauda prima e poi nella politica nazionale. E ben sappiamo, in questo difficile frangente storico, se mi è permesso, chiedo scusa, di tracciare un parallelo con la crisi finanziaria internazionale che minaccia la prosecuzione dell’esperienza della moneta unica, quanto sia stato determinante, in un secolo  e mezzo di storia il rapporto dell’Italia con l’Europa, il percorso che ha portato il nostro Paese tra i padri fondatori delle istituzioni  comunitarie tra i primi aderenti all’Euro, e speriamo di rimanerci. Dicevo, Cavour è stato tra i più convinti propugnatori della maggiore integrazione fra i Paesi partner che unisce i temi economici a una solida base politica e istituzionale. Seguendo l’insegnamento di Cavour e di altri grandi italiani – che nell’impostare la loro azione politica credettero fermamente nell’Europa – mi limito a ricordare, in questa sede, Luigi Einaudi e io aggiungo Alcide De Gasperi. Non possiamo oggi che ribadire la nostra volontà di proseguire nel cammino europeo con la certezza che le difficoltà e i problemi che ci stanno di fronte sarebbero ben maggiori e ben più gravi, soprattutto per l’Italia, se nell’arco di questi ultimi decenni, dopo ultimo conflitto mondiale, non si fosse fatta tanta strada per l’integrazione europea». Il presidente del Consiglio regionale ha proseguito: «Ho citato il presidente Einaudi perché mi preme ricordare, nell’accostare la sua figura a quella di Cavour, un tratto comune di questi due grandi statisti piemontesi ed è l’approccio pratico e imprenditoriale per i problemi economici del loro tempo. E, segnatamente, l’attività agricola, che entrambi hanno curato direttamente nelle tenute di famiglia – Cavour a Cuceglio e Grinzane ed Einaudi a Dogliani – acquisendo dimestichezza con le questioni pratiche, la vita quotidiana e le opinioni della gente comune che, credo, non possa mancare nella vita di un politico. C’era nella persona di Cavour per i temi agrari – anche per quelli più tecnici e specialistici – la consapevolezza che la nascita di una grande nazione non potesse risolversi soltanto in una questione politica, ma dovesse necessariamente passare attraverso lo sviluppo economico e il miglioramento delle condizioni di vita e della capacità produttiva anche degli strati più poveri della popolazione, da sollevare dall’atavica miseria in cui erano tenuti, se non per la compassione verso le miserevoli condizioni di molti, almeno per la necessità di stabilire e mantenere un ordine sociale più stabile e duraturo».

Cattaneo ha proseguito: «Da questa considerazione mi piace trarre alcuni insegnamenti dalla figura e dall’opera di Cavour che vorrei fissare, in primo luogo, come punti cardinali del nostro impegno politico istituzionale, che sono validissimi anche oggi. La prima indicazione è la disponibilità e la propensione al cambiamento. La capacità di adeguare costumi o modi, anche tradizionali, sistemi economici e sociali alle sfide del nuovo. Sfide che impongono orizzonti sempre più ampi e che chiedono all’Italia di confrontarsi con il resto del mondo. La seconda indicazione è nel valore dell’Unità d’Italia, alimentando uno spirito nazionale aperto verso l’esterno con il coraggio e l’ottimismo che deriva dalla consapevolezza di essere un Paese dal grande passato. Un Paese in cui credere e impegnarsi, non fosse altro per rendere onore agli sforzi che Cavour e gli uomini del suo tempo posero in atto per fare l’Italia, lasciando a noi l’onere di proseguire per un cammino da essi tracciato con grande intuizione e con grande coraggio».

Valerio Cattaneo ha chiuso così il suo intervento: «Caro dottor Nesi il Consiglio regionale e io la ringraziamo per il grande onore che oggi ci avete riservato. Per la nostra Istituzione essere Socio Benemerito della Fondazione Cavour è, e sarà, un ulteriore stimolo e un impegno per sostenere la vostra preziosa e nobile azione quotidiana, patrimonio irrinunciabile e prezioso di storia di valori e di ideali per la nostra comunità e per ciascuno di noi. Grazie di cuore».

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