Santena, il seminarista Beppe De Stefano termina il servizio in parrocchia

Santena – 13 settembre 2012 – Sabato 15 settembre è in programma l’ingresso di don Martino come vicario parrocchiale nella parrocchia di Santena. Don Martino celebrerà la messa alle ore 18 in parrocchia. A seguire, all’oratorio, la comunità cristiana cittadina ha organizzato un momento di festa, che sarà anche occasione per salutare il seminarista Beppe De Stefano nel suo ultimo giorno di servizio a Santena. Beppe è stato destinato a prestare servizio presso la parrocchia di San Giuseppe Benedetto Cottolengo in Torino. Di seguito, una breve intervista a Beppe De Stefano.

Quale servizio svolgevi nella comunità santenese?

«Io arrivavo qui a Santena il venerdì pomeriggio – spiega Beppe De Stefano – per seguire il gruppo di giovani di 3 media e prima superiore. Un impegno che portavo avanti con tre bravi animatori: Francesco, Fabio e Alessandra. La sera partecipavo alla celebrazione della messa in oratorio nella cappella dei santi medici. Il sabato mattino la mia occupazione primaria era fare visita agli anziani della casa di riposo Forchino, per stare con loro,  recitare il rosario e portare conforto morale e spirituale agli ammalati. Al sabato pomeriggio il mio impegno era in oratorio:  stavo un po’ con gli scout e con i gruppi che facevano attività. La domenica partecipavo alla celebrazione della messa, insieme a tutta la comunità. Nel pomeriggio facevo ritorno a Torino. Io ho prestato servizio a Santena un anno, a partire dal 17 settembre 2011».

Cosa ti ha colpito della comunità cristiana santenese?

«Diciamo subito che è una bella comunità. Una comunità unita. Quello che mi ha colpito è che, nonostante i limiti umani delle persone, si cerca di lavorare insieme per il bene di tutti. E questa è già una cosa positiva e non capita sempre. Altra cosa da segnalare è il gruppo di giovani e giovanissimi che è ben affiatato e fa sempre cose grandi e belle, per il bene di tutti. Altra cosa da ricordare è che nella comunità parrocchiale santenese non viene dimenticata nessuna categoria: giovanissimi, giovani, coppie di media età e anziani. Ci sono attività per tutti. C’è una bella presenza anche nel centro anziani, così come nella casa di riposo Forchino. Ritengo importante che in questa parrocchia si sappia guardare e si progettino iniziative per tutte le stagioni della vita. Nell’ambito delle iniziative pastorali un ruolo di primo piano viene giocato dall’oratorio San Luigi. Si tratta di una struttura di tutto riguardo, ben tenuta che vede impegnati un buon numero di ragazzi e adulti».

Il sabato e la domenica ti si vedeva spesso camminare per le vie della città.

«Diciamo che mi piace conoscere bene i posti dove presto servizio. Questa è una delle mie caratteristiche: io voglio sempre conoscere un po’ il territorio, percorrere le strade, vedere i vari negozi. Mi piace conoscere bene il posto dove presto servizio. Per questo appena potevo mi piaceva camminare per le vie di Santena. Solo andando a piedi uno ha modo di vedere le varie realtà. Io sono sempre mosso dalla curiosità: certi negozi per me sono stati davvero una sorpresa. Ne cito due per tutti, la camiceria Migliore, mai avrei immaginato di trovare in via Principe Amedeo un produttore di camice premiato dalla regione come eccellenza artigiana. Un altro locale che si è rivelato una sorpresa è la cioccolateria Mami. Girare la città è anche il modo per conoscere frazioni e borgate cittadine».

E con i santenesi come ti sei trovato?

«All’inizio, non lo nascondo, ero un po’ in difficoltà. Devo comunque dire che mi sono ricreduto: superato il primo momento mi sono sentito ben accolto. Anche a Santena, come in tutti i paesini, prima ti devono squadrare un pochettino e poi, solo dopo, si aprono e prendono confidenza»

Cosa ti porti via da Santena?

«Innanzitutto il calore; quello di tutte le persone che ho conosciuto qui. La loro vicinanza, cortesia, gentilezza e il loro aiuto materiale e morale. Tutte cose positive che porterò con me nella nuova parrocchia dove sono stata chiamato a prestare servizio: la parrocchia San Giuseppe Benedetto Cottolengo, in corso Potenza, a Torino».

C’è qualcosa che intendi segnalare nel momento che termini il tuo servizio a Santena?

«No, non c’è nulla da segnalare», afferma Beppe mentre si fa una sonora risata, di quelle che i giovani hanno imparato a riconoscere. Poi Beppe aggiunge: «La convivenza con gli altri sacerdoti presenti a Santena, il parroco don Nino Olivero, il vice Mauro Grosso, don Lio De Angelis,  è stata davvero arricchente. Don Nino, così come don Lio sono persone veramente fantastiche. La presenza di un sacerdote giovane come don Mauro, così come quella del seminarista Enrico Griffa, sono state davvero preziose. Tutti mi hanno aiutato ad ambientarmi qui a Santena. E’ stata positiva anche l’esperienza portata avanti a livello di unità pastorale; sono stati organizzati alcuni momenti comuni in occasione di tempi liturgici forti. Io ho vissuto momenti di confronto arricchenti, che mi porto dietro»

Le persone si sono confidate con te?

«Alcune sì, appartenenti a fasce di età diverse: non solo giovani. Con alcuni, anziani e giovani, si è aperto un bel confronto. Certo alcune volte ho assistito a veri e propri sfoghi: molti si sentono soli e poco ascoltati. E noi siamo qui anche per dare questo tipo di servizio».

Il dialogo va avanti da 8 minuti, l’intervista volge al termine. Ancora una domanda. Come vivono la fede i santenesi?

«Anche in questo paese, così come avviene nelle grandi città, c’è un gruppo ristretto che possiamo definire di fedelissimi che partecipa alla vita di fede. A molti l’esperienza di fede non interessa. Ho riscontrato una qualche difficoltà nel trasmettere l’annuncio evangelico. La gente ha fretta e scappa e non è facile avere un contatto con tutti. Resta sempre difficoltoso avvicinare la gente  per dialogare. Parlare con i cosiddetti lontani non è sempre facile, e poi spesso la gente è indifferente al messaggio evangelico». Beppe De Stefano chiude così: «Ringrazio il Signore per l’esperienza che mi ha concesso di portare avanti qui a Santena. Sabato la comunità avrà l’occasione di accogliere don Martino Ferraris. L’evento è quello; io terminerò il mio servizio qui a Santena. Un evento che deve restare in sordina. Ringrazio tutti per il cammino fatto e saluto. En passant».

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