Santena, Premio Cavour 2012, l’intervento di Marco Fasano

Santena – 23 settembre  2012 – Di seguito, l’intervento che Marco Fasano, presidente dall’associazione Amici della Fondazione Cavour, ha pronunciato durante la cerimonia di consegna a Carlin Petrini del Premio Cavour 2012, dopo gli indirizzi di saluto di Roberto Ronco, Ugo Baldi, Tom Dealessandri e Fiorenzo Alfieri.

Marco Fasano, presidente dell’associazione Amici della Fondazione Cavour, ha detto:  «Santena è il luogo della memoria cavouriana. È vero che negli ultimi anni della sua vita Camillo Benso non ha frequentato in maniera assidua questa dimora, ma questa è la casa che più di ogni altra gli ricordava la giovinezza e la sua famiglia. E’ qui, accanto ai genitori Michele e Adele, alla nonna Filippina, alle zie e soprattutto, accanto all’amatissimo nipote Augusto che egli ha voluto essere sepolto. La nipote Giuseppina Benso di Cavour che ha sposato Carlo Alberto di Sostegno ha voluto creare qui il memoriale dello zio. Qui ha portato la sua camera. Qui ha raccolto tutti i documenti della famiglia e, soprattutto, le lettere e i diari di Camillo Benso che, in un primo momento, per questioni ereditarie, erano finiti in mano a una famiglia francese, cugini dei Benso. Accordandosi con i cugini francesi la Giuseppina è riuscita a riottenerli e portare a Santena. Qui Giuseppina ha depositato le corone che le città d’Italia e le associazioni hanno portato, a partire dal 1886, nel 25ennale della proclamazione del regno d’Italia e della morte di Camillo Cavour. Nel 1911, l’allora Regno d’Italia ha dichiarato la tomba monumento nazionale, ora, dopo i lavori svolti nel 1961, in occasione  del centenario della morte di Cavour il complesso di Santena si appresta nuovamente a subire interventi edili che, secondo le intenzioni, dovrebbero restaurare l’intero edificio, scuderie comprese».

«Approfitto dell’occasione per aprire una breve riflessione sul futuro di Santena – ha aggiunto Marco Fasano –. Per l’associazione Amici, la Fondazione, per Santena stessa, a nostro modo di vedere il 150esimo anniversario dell’Unità d’Italia ha rappresentato, a differenza di altri luoghi, non un punto di arrivo, ma un punto di partenza. Una straordinaria occasione per il futuro che non intendiamo assolutamente perdere. Il futuro del complesso cavouriano di Santena passa certo per gli interventi edili, ma ha un senso se tutti i soggetti istituzioni pubbliche, aziende private, cittadini di Santena, mezzi di informazioni – locali e, soprattutto, nazionali – persone di buona volontà, lavorano per far conoscere effettivamente questo luogo, propongono iniziative e si impegnano per portare manifestazioni di ampio respiro che possano attirare in massa i visitatori. Perché se no, questo luogo muore. In caso contrario sarà l’ennesima cattedrale nel deserto che porterà solo un ennesimo sperpero di soldi pubblici. Probabilmente, da parte nostra, sarà necessario avere un diverso approccio degli studi cavouriani. Dopo la pubblicazione dei diari, dei discorsi parlamentari e, soprattutto, con le lettere, pubblicazione prima curata dal prof. Carlo Pischedda e, ora, dalla dottoressa Rosanna Roccia che ne ha proseguito l’opera, nuovi spunti per la vita di Camillo Cavour ve ne saranno sempre meno. Al contrario, se gli studi cavouriani vengono rivolti all’attualizzazione del suo pensiero, che è assolutamente moderno, innovativo e lungimirante, forse si potrebbe riuscire ad attrarre un pubblico più ampio e, forse, anche un pubblico non interessato strettamente alla storia del Risorgimento.

«Una idea – ha proposto Marco Fasano – potrebbe essere quella di organizzare qui una serie di dibattiti, uno ogni anno, al fine di trasformare Santena  in un luogo in cui personalità nazionali e internazionali possano confrontarsi, apertamente e liberamente, e aprire uno squarcio su quelli che loro ritengono possibili scenari futuri nei settori in cui Camillo Cavour, già 150 anni fa, aveva dato il suo contributo per il rinnovamento: il settore agroalimentare, le nuove tecnologie, i trasporti, il giornalismo, l’attività bancaria e finanziaria, l’idea della laicità delle istituzioni, le scuole e le carceri. Dobbiamo sforzarci in questa direzione. Fin da ora la nostra associazione è pronta a collaborare, con entusiasmo, con capacità, con ambizione, con chiunque abbia l’interesse e la voglia di accettare questa sfida. Per cui l’idea di Dealessandri sulla cascina nuova come centro a salvaguardia delle biodiversità locali ci trova assolutamente d’accordo. Chiudo la parentesi, che ritengo doverosa quando si ha una cassa di risonanza come questa».

«Quando abbiamo pensato a Carlo Petrini – ha aggiunto il neo presidente dell’associazione Amici della Fondazione Cavour – abbiamo ritenuto che egli fosse la persona che più incarna lo spirito cavouriano in campo agricolo e non solo. Non mi dilungo a parlare su quanto Cavour aveva fatto per il Barolo  o per lo sviluppo delle risaie del vercellese. Noi siamo a Santena, e la nostra città, da sempre, è considerata il paese degli asparagi. Esiste una interessante corrispondenza al riguardo tra Camillo Cavour e suo cugino William de la Rive che si trovava a Edimburgo nei primi mesi del 1847. Il  cugino era riuscito a entrare in contatto e collaborare con quello che Cavour riteneva un’importante chimico europeo.  In queste lettere da una parte William de la Rive chiede a Camillo di inviargli diversi tipi di riso di Leri per fare delle analisi e lo sprona a porre quesiti di chimica agraria. D’altra parte Cavour, descrivendo la vita dell’asparagiaia e le sue problematiche, gli chiede di trovare quel concime che possa aiutare a migliorare le conseguenze negative della coltivazione di asparagi nel terreno in monocoltura. All’epoca una asparagiaia durava 20-25 anni. Il De la Rive, impegnandosi a trovare la sostanza richiesta ricordava a Cavour che l’asparago era una pianta poco comune e che all’epoca non esistevano degli studi particolari in merito. E’ interessante però rilevare che, almeno in due lettere, Camillo Cavour scriveva di ritenere l’asparago la fonte della prosperità di Santena e comunque la principale industria di Santena».

Marco Fasano ha quindi detto: «Per questo entusiasmo, questo amore, questa voglia di migliorare la qualità delle produzioni agricole, insieme alla sua visione internazionale il consiglio direttivo della nostra associazione ha ritenuto di poter associale la figura di Camillo Cavour a quella di Carlo Pertini con questa motivazione ufficiale: “Carlo Petrini svolge da anni una straordinaria opera di valorizzazione e salvaguardia della biodiversità in campo agricolo e alimentare come ‘strumento per garantire un futuro al nostro pianeta e all’umanità intera’, coniugando insegnamenti e tradizioni delle generazioni che ci hanno preceduto con innovativi sistemi di produzione, totalmente votati al rispetto dell’ambiente. Il movimento internazionale Slow Food, il Salone del Gusto di Torino e la rete delle comunità del cibo Terra Madre  sono straordinarie iniziative a conferma del valore del suo pensiero, che si innesta perfettamente nel solco dell’esperienza agricola e imprenditoriale di Camillo Benso di Cavour. La conoscenza della materia, la consapevolezza delle problematiche a essa connesse e la capacità di intraprendere iniziative traducendole in attività concrete hanno contribuito ad accrescere il prestigio e la fama dell’Italia nel mondo”. Ed è per questo motivo che siamo onorati di consegnare a Carlo Petrini il Premio Camillo Cavour edizione 2012».

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