Santena, Prodit Engineering, il progetto del campus è fermo

Santena – 6 dicembre  2012 – «Al momento non ci sono presupposti di concretezza per il progetto del campus della Prodit Engineering»: lo ha detto ieri sera il sindaco Ugo Baldi intervenuto all’iniziativa “Conosciamo la Libia oggi”, incontro svolto ieri sera nella sala Visconti Venosta, organizzato dall’associazione Europa. Relatore Toni Ferigo, dell’Associazione Paralleli, istituto Euromediterraneo del Nord Ovest. In chiusura di riunione il sindaco Ugo Baldi ha riassunto l’attuale situazione del progetto della Prodit Engineering.

La serata è iniziata con un breve intervento di Gino Anchisi: «Ci sembrava importante come circolo Europa parlare della Libia per la vicenda della Prodit e dell’ipotesi di portare nel nostro territorio mille studenti libici per un anno per un corso di formazione professionale. Tale ipotesi è molto interessante per la comunità Santena, anche per le reazioni che può suscitare l’idea di aprire la città, il territorio e le comunità che ci stanno intorno alla presenza di un fattore nuovo che – sicuramente come tutto il nuovo crea apprensione, ma  anche interesse. Abbiamo invitato Toni Ferigo perché è un espero di problematiche che possono riguardare gli aspetti dell’integrazione tra Stati e persone che provengono da altre culture, da altri territori, da altri contesti economici, religiosi e sociali».

Anchisi ha proseguito ricordando Natale Bechis e Giuseppe Gianotti, due giovani santenesi che nel 1911 sono andati in guerra in Libia e sono caduti. Bechis e Gianotti sono presenti nella lapide in memoria dei caduti eretta in piazza Martiri della Libertà che ricorda i santenesi morti in grandi conflitti. Fiorenza Di Sciullo, presidente dell’Associazione Europa ha detto: «L’idea di organizzare questa serata ci è venuto a seguito della notizia del progetto della Prodit Engineering».

Toni Ferigo ha diviso in tre parti la sua chiacchierata sulla Libia: alcuni cenni storici; i 40 anni di dittatura di Gheddafi; il cammino dalla morte del dittatore fino ai giorni nostri. L’audio completo dell’intervento di Toni Ferigo è alla fine di questo post. Per capirne un po’ di più sulla Libia di oggi Toni Ferigo ha invitato i presenti a leggere il libro di Farid Adly “La rivoluzione libica” Dall’insurrezione di Bengasi alla morte di Gheddafi, edito dal Saggiatore.

In relazione al progetto annunciato dalla Prodit Engineering Toni Ferigo, tra le altre cose, ha detto: «Sicuramente oggi in Libia c’è bisogno di fomazione come quella che si ipotizza di fare a Santena. L’attività di formazione è essenziale e importante. Tra il governo italiano e quello libico è risaputo che vi sono accordi che sono positivi dal punto di vista degli obiettivi che si pongono. Ricordo che oltre che con gli Stati la Libia ha accordi anche con alcune multinazionali, ad esempio l’Eni. Va benissimo che a Santena vengano dei libici, l’importante è che gli venga effettivamente somministrata della formazione. Per quanto riguarda il numero, mille: formare mille persone non è una cosa da niente. Ci vuole una struttura. Ci vuole lo spazio e la capacità didattica. Bisogna accoglierli, sfamarli, alloggiarli, socializzare ecc. ecc. Tutte cose che non sono semplici».

Toni Ferigo ha aggiunto: «A Ivrea ci sono 60 libici, sono lì da un anno e non hanno ancora imparato l’italiano perché nessuno gliel’ha insegnato. Sono lì, in un hotel perché il progetto è stato mal gestito e loro sono diventati passivi. Non si sono inseriti e non si sono integrati. Naturalmente ci sono molte altre belle esperienze dove c’è stato l’insegnamento della lingua italiana da parte di associazioni locali. In questo modo si sono creati dei ponti e si è entrati in rapporto con loro. A volte si comincia dagli scambi culinari. Accanto alla formazione professionale che deve essere fatta, e fatta bene, ci vuole anche una formazione all’incontro culturale. Su questo ci sono delle belle esperienze. Di solito chi viene per fare formazione mastica un pochino di inglese».

«Poi se mi chiedete un parere su mille libici a Santena  – ha chiuso Toni Ferigo –. Io credo che … sono troppi. Non so come dirvelo… Quando ci sono singole persone oppure se non sono tutti insieme, se non molto numerosi, se non sono tutti concentrati nello stesso posto il rapporto è più facile. Poco alla volta si inizia con le cose normali: si prende il caffè insieme, si fa una battuta. E piano piano ci si conosce. Se invece sono numerosi e tutti concentrati nello stesso punto, nello stesso posto ci può essere un processo di reazione da parte della comunità locale che li rifiuta e così loro tendono a chiudersi. Io non credo che a Santena arriveranno mai mille libici. Detto questo, se ne arriveranno cento si potrà fare un buon lavoro e questi libici possono essere una bella risorsa per Santena».

La serata si è chiusa con il sindaco Ugo Baldi che ha aggiornato la trentina di presenti sull’attuale situazione del progetto campus della Prodit Engineering: «Il primo impatto con questo progetto è stato di scetticismo. Ma d’altronde, voglio capire che reazione avrebbe avuto qualunque altro soggetto pubblico contattato da una ditta che riferisce di voler portare mille persone, chiuderli in un recinto  stretto, con una bozza di planimetria che sembrava di vedere un campo di concentramento tedesco. Allora abbiamo pensato: è uno scherzo, lasciamo stare. Poi, quando invece la cosa è continuata lo sforzo che si è fatto è stato proprio quello di non pensare all’arrivo dei mille libici. No, abbiamo cercato di capire tutto per arrivare a fare una valutazione del progetto».

Il sindaco ha aggiunto: «Il grosso problema della questione sollevata dalla Prodit Engineering è stata sostanzialmente la difficoltà – che esiste tutt’ora – di avere elementi di certezza, di concretezza, che ci consentissero di fare ragionamenti seri. L’interlocutore che abbiamo, la Prodit Engineering, ha sempre tenuto un notevole riserbo sulla questione. Ho sempre detto alla ditta se io sono il primo a essere convinto ho anche maggiore facilità a convincere altre persone, la giunta e i consiglieri, ma se io per primo non sono convinto… Ho detto alla ditta aiutatemi a capire. Perché se non capisco divento diffidente. Poi c’è stato l’incontro a porte chiuse con i gruppi presenti in consiglio comunale con alcuni esperti o soggetti uditori che i gruppi hanno individuato. Da quel momento in avanti siamo andati ad approfondire i canali istituzionali per cercare concretezza. Al momento questa concretezza non c’è, vuoi anche perché la situazione in Libia è tutt’ora fluida. Ho contatti settimanali con l’ambasciatore a Tripoli, con la presidenza del consiglio e con il ministero. A tutti i livelli mancano i passaggi giusti istituzionali che un qualsiasi progetto di questo genere deve avere. Indipendentemente dal fatto che siano 10, 50, cento o mille le persone che dovranno arrivare. Sul numero poi  l’ambasciato stesso mi ha detto, testuali parole: “Mille non esiste”. In Italia quando ne sono arrivati tanti sono stati 20, 30 o 40. Mille sarebbe una roba da apertura del Tg1. Una roba che…».

Ugo Baldi ha aggiunto: «Poi ci sono enormi problemi. Il ministro del lavoro libico sinora non era ancora stato nominato. La commessa è una operazione che non può non transitare dal ministro del Lavoro libico. Non può non transitare dall’ambasciata. Non può che far parte di un accordo bilaterale fra Libia  e Italia. In tutto questo il comune di Santena è un soggetto, certamente importante perché deve ospitare i libici. Il comune porrà l’attenzione ai problemi di socializzazione e di integrazione, anche se la durata del campus è di un solo anno. E poi ci sono anche i problemi legati all’urbanizzazione.  Altro grosso dubbio non chiarito dalla ditta, quello che ha indotto nel consiglio comunale una certa non dico diffidenza, ma una certa non comprensione e freddezza è stato soprattutto quando abbiamo cercato di capire la portata economica dell’operazione. Sono state fatte domande:  al consiglio non interessava sapere quanto eventualmente guadagna l’azienda. Interessa capire la portata economica dell’operazione. Tra le altre cose noi amministratori  dobbiamo anche ragionare per una sorta di compensazione per il nostro territorio. E dobbiamo capire se quella del campus è una operazione da uno, 10, 30 o cento milioni di euro. Perché proprio in proporzione si può ragione sulla compensazione.  Poi, per carità, se le risposte non arrivano cominciamo noi a fare conti. Ammettiamo che mille studenti libici possano essere in qualche modo sistemati, ammesso e non concesso. Prendiamo per buono che tutto fili liscio. Supponiamo che si possa fare e che riusciamo a collocarli e che ci siano tutte le garanzie. Quanto può costare al giorno uno studente libico tra sostentamento, mangiare, dormire e la formazione. Vuoi che non costi 50 euro al giorno. E per mille studenti sono 50mila euro al giorno. Moltiplicato per 365 giorni sono quasi 20 milioni di euro. Poi c’è il costo della costruzione delle strutture di residenza. Non avendo indicazioni precise possiamo ipotizzare che questa operazione potrebbe valere sui 30 milioni di euro: si sta ragionando a livello spannometrico.  Senza questi dati mancano informazioni di dettaglio. Dalla ditta sono arrivate bozze di progettazione. Noi abbiamo presentato quesiti legati a come venivano gestite le persone, al di là del fatto che non si può ignorare che sono tanti e che, soprattutto, sono concentrati. Abbiamo chiesto come verrà gestito il tempo libero, chi li porta in giro. Per la nostra comunità questa non sono cose di dettaglio».

Il sindaco ha proseguito così: «La situazione allo stato attuale è di attenzione, di interlocuzione, di attesa. Non esiste una situazione di chiusura da parte di Santena. Si attendono notizie più precise e, soprattutto, nei corretti canali istituzionali. Fintanto che questi passaggi non avvengono non possiamo certo essere noi a dire si vada avanti con il progetto. Tanto anche se dicessimo va bene non potrebbero comunque avvenire perché i canali istituzionali non si possono certo bypassare. E Santena non può giocare questa partita assolutamente sotto traccia.  Così ci siamo lasciati con l’azienda. Ci sentiamo con una periodicità quasi settimanale con i punti di riferimento a Tripoli e a Roma. Da tempo abbiamo pronta la nostra road map. Attendiamo segnali dai canali istituzionali, al di là della questione sul numero degli studenti, perché questa è una altra questione. Dopo l’incontro in consiglio comunale avevamo già stabilito una road map. Se tutto funziona a livello istituzionale si avvia un tavolo di lavoro tra Comune, Provincia, Regione e ministero che si è dato disponibile a venire a Santena per siglare un protocollo di intesa e ragionare  anche sulle compensazioni. Se si trova la quadra in questo il consiglio comunale dovrà esprimersi sulla fattibilità. Se si esprimerà positivamente allora si potrà aprire la conferenza dei servizi, un tavolo tecnico. Si potrà vedere se le fogne sono sufficienti, si ragionerà sull’impatto ambientale, e se sono sufficienti i metri quadrati per persona previsti dal progetto. Si tratta di una partita tecnica che, a monte, deve avere il via libera. Lo stesso ministero mi ha detto che non verrà a  Santena se non ci sono presupposti di concretezza che, al momento, non ci sono. Quando arriveranno ci muoveremo. Detto questo il numero degli studenti, 10, 20, 50 o 200, non è quella la questione. Oggi la questione non è il numero e quindi non andiamo a ragionare e spaventarsi dei mille. Ragioniamo invece su un progetto serio di fattibilità».

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L’intervento, integrale, del sindasco Ugo Baldi: 2012dic05_Libia_UgoBaldi

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Gli interventi, integrali, di Gino Anchisi, Fiorenza Di Sciullo e Toni Ferigo: 2012dic05_Toni_Ferigo

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