“Cavour e l’agricoltura nel periodo risorgimentale”, presentato il volume

Torino – 22 gennaio 2013 – Oggi nella Sala Giunta di Palazzo Birago, in via Carlo Alberto 16, si è svolta la presentazione del volume Cavour e l’agricoltura nel periodo risorgimentale. Oltre a geniale statista europeo, Cavour fu anche un eccellente imprenditore agricolo: un volume, realizzato dall’Accademia di Agricoltura di Torino per celebrare i 150 anni dalla scomparsa dello statista, ne approfondisce l’opera innovatrice in questo ambito, spesso trascurato nelle tradizionali biografie. Di seguito, una scheda del volume.

Accademia di Agricoltura di Torino

CAVOUR E L’AGRICOLTURA NEL PERIODO RISORGIMENTALE

Cavour_libroLa caratteristica principale del libro prodotto dall’Accademia di Agricoltura di Torino per celebrare i 150 anni dalla scomparsa del Conte di Cavour, suo socio ordinario, è quella di presentare l’opera innovatrice del Conte, quale imprenditore agricolo, nel quadro più generale della situazione economica, politica e sociale, non solo del Piemonte ma anche dell’Europa, senza trascurarne le vicissitudini e le frequentazioni.

Per Camillo l’Europa significa dinamismo e innovazione. L’Europa rappresenta la sua visione di progresso che egli persegue come imprenditore agricolo e come statista. Visione frutto della sua formazione culturale, basata sullo studio, sulla sperimentazione e sul continuo confronto con le istituzioni e le persone più “illuminate” e progressiste nel campo della politica, dell’economia e dell’agricoltura.

Formazione che dà corpo all’idea cavouriana che, al progresso dell’agricoltura e al commercio dei prodotti della terra, attraverso il potenziamento dei mezzi di produzione e delle infrastrutture (stradali, portuali e ferroviarie) è legato il superamento dell’isolamento del Regno di Sardegna.

Pres_libroCavour1La presentazione dell’attività di Cavour, cittadino e statista europeo, volta a realizzare l’unità nazionale in una cornice europea, rappresenta quindi la necessaria premessa alla presentazione di Cavour nella veste di imprenditore agricolo. Veste che lo vede fermamente impegnato per l’ammodernamento e la crescita dell’agricoltura, convinto com’è che tale sviluppo deve essere portato avanti dai grandi proprietari terrieri “illuminati”, all’interno di un’economia liberista e di uno stato costituzionale.

Questa idea viene messa in pratica nella conduzione dei tenimenti di Grinzane, nelle Langhe dell’albese e di Leri, nella pianura vercellese, suffragata dal forte apporto scientifico della Reale Accademia di Agricoltura.

Nel tenimento di Grinzane la coltura prevalente è quella della vite. Qui Cavour cerca di acclimatare vitigni stranieri pregiati, impianta nuove vigne, migliora le tecniche di vinificazione per ottenere vini di qualità, avvalendosi della consulenza di qualificati enologi quali Staglieno e Oudard.

È però a Leri che il Conte, grazie anche all’esperienza di Giacinto Corio, esercita e dà prova delle sue alte qualità, non solo di imprenditore ma anche di sperimentatore innovatore nelle diverse branche della scienza agronomica: dalla zootecnia alla meccanica, dalle sistemazioni idrauliche alla concimazione, dalla gestione delle acque demaniali e irrigazioni al drenaggio.

In forza della sua convinta concezione di progresso, Cavour entra a fare parte di Società quali quella per l’industria molitoria del riso e quella per la produzione di fertilizzanti chimici. Ancora, promuove l’affidamento della concessione della gestione delle acque demaniali direttamente all’associazione degli utilizzatori, dando così origine ai consorzi irrigui. Consapevole dell’importanza dell’irrigazione, affida all’ingegnere Noé il compito di progettare il canale di derivazione delle acque del Po che porta il suo nome, anche se realizzato dopo la sua morte. Canale lungo 82 chilometri e 230 metri, realizzato grazie alla visione moderna e lungimirante del conte di

Cavour, che ha consentito di rendere irrigua l’arida pianura del Novarese e della Lomellina.

Le prospettive che l’opera di Cavour, come agricoltore e come statista, hanno messo in essere, tra l’altro, il riordino del porto di Genova, la grande riforma doganale e i trattati commerciali bilaterali.

Pres_libroCavour2Cavour, come ebbe a dire Luigi Einaudi riferendosi alla sua azione politica, “fu certamente un genio”. Oggi possiamo dire che lo fu anche come imprenditore agricolo, malgrado che questa parte della sua vita non ha trovato per troppo tempo la giusta evidenza. Non è avvenuto da parte degli storici come Romeo e Viarengo, che hanno illustrato la figura dello statista e nemmeno da parte di chi, come Gariboldi e Olliveri si è occupato in modo specifico dell’industria molitoria trascurando completamente il grosso contributo di Cavour in questo settore.

È probabile che questa sottovalutazione, come scrive Nerio Nesi nella presentazione del libro, vada attribuita alla “comprensibile e giusta prevalenza che chiunque scriva di lui attribuisce alla terza parte della sua vita, quella nella quale il genio dello statista emerge in tutta la sua grandezza”. Il libro ha il merito di avere messo in più chiara luce il genio della seconda parte della vita di Camillo Benso Conte di Cavour, cioè quella di imprenditore e innovatore agricolo.

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Per informazioni:
Accademia di Agricoltura di Torino
tel. 011-8127470

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Accademia di Agricoltura di Torino

Cavour e l’agricoltura nel periodo risorgimentale

Pagine 190 – Euro 45

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Fonte: http://www.to.camcom.it

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www.rossosantena.it

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