Crescita e decrescita viste da Santena

Santena – 6 aprile 2013 – “Crescita e decrescita viste da Santena”: questo il titolo del contributo che oggi Gino Anchisi ha inviato al blog.

Crescita e decrescita viste da Santena

ComuneSantenaBandiereNella città di Camillo Cavour si specchia l’Italia. I tagli al trasporto pubblico locale e al socio-sanitario, che colpiscono anche la linea 45 e il nostro Consorzio dei Comuni, fanno riflettere. Qui sono raccolte le memorie di un processo che, dopo l’Unificazione, ha visto l’Italia crescere fino a diventare uno dei paesi più ricchi e produttivi del mondo, ma non solo. Santena è parte dell’Italia e dell’Europa che stanno decrescendo.

Da decenni il vecchio continente assiste alla ridistribuzione della sua industria verso altre aree del mondo. Gli equilibri precedenti sono saltati, nuovi Stati premono per avere più. Già prima del crollo del muro di Berlino la finzione era caduta. Quella frontiera faceva più gioco all’Europa d’Occidente che a quella d’Oriente. Nel 1989 ricominciava la competizione tra chi era in grado di confrontarsi con il mondo e chi no.

In trentaquattro anni ciascun Paese ha aggiustato il proprio sistema sociale. Qualcuno ha rafforzato il suo ruolo sullo scacchiere mondiale, altri hanno perso terreno. Tra questi l’Italia, che prima si è indebitata, poi ha ridotto la produzione di beni, quindi i risparmi e i consumi e infine i servizi di pubblica utilità. Sull’onda della decrescita del sistema produttivo ed economico si è innescato un processo di decrescita sociale che vede aumentare l’ingiustizia.

Per invertire la tendenza bisogna rigovernare il sistema in cui viviamo. La mancanza di un Cavour capace di guidare una rivoluzione culturale e sociale si fa sentire. A destra come a sinistra rientrano in gioco i temi dell’eguaglianza e della libertà individuale. Si scontrano chi vuole conservare privilegi corporativi antichi e moderni e chi propende per una più egualitaria distribuzione dei sacrifici e della ricchezza entro la comunità locale, provinciale, regionale, statale, europea e mondiale. Mentre la società dello spreco tramonta, la sfida è tra progressisti di destra e di sinistra e tra conservatori di destra e di sinistra. Nuove produzioni e bisogni, nuove sensibilità reclamano un vero governo della cosa pubblica. Torna utile riprendere le riflessioni del Concilio Vaticano II, che ebbero un eco nelle politiche di austerità proposte da Enrico Berlinguer, e le teorie elaborate dai movimenti radicali e ambientalisti e oggi rilanciate dal Movimento 5 Stelle. Vivendo in un periodo di crisi diverso da quelli da cui furono capaci di uscire i nostri padri e progenitori, dobbiamo riprendere il cammino dando un senso al nostro essere italiani e europei, adesso.

Gino Anchisi

Da Santena, la città di Camillo Cavour, 5 aprile 2013

**

www.rossosantena.it

Twitter @FilippoTesio