Santena, mozioni e interpellanze del Movimento 5 Stelle

Santena – 27 maggio 2013 – In vista del consiglio comunale del prossimo 27 maggio il gruppo consigliare Movimento 5 Stelle Santena ha presentato due mozioni e una interpellanza. Una prima mozione riguarda l’individuazione di una nuova area pubblica da adibire a orti urbani. La seconda mozione è relativa al metodo tariffario transitorio per il Servizio idrico integrato. L’interpellanza è relativa a Via Susa.

M5Stelle-Santena

Santena,  21 maggio 2013

Egregia Signora Pollone Lidia
Presidente del Consiglio Comunale di Santena

e, p.c

Egregio Signor Baldi Ugo
Sindaco di Santena

e Il Consiglio Comunale

MOZIONE

OGGETTO: individuazione e determinazione di nuova area pubblica adibita a orti urbani volta alla pratica della coltivazione tradizionale, biologica o biodinamica.

Constatato che:
nel nostro territorio l’ area adibita a orti urbani in piazza Carducci Via Elia, ha esaurito gli spazi esistenti  e che la richiesta di aspettativa per l’ assegnazione  è in continuo aumento.

Valutato che:
Come da regolamento l’assegnazione e la conduzione degli orti urbani rappresentano una chiara politica per la terza età , ma potrebbe essere anche un sistema per venire incontro alle esigenze di famiglie in difficoltà e comunque conosciute dal settore sociale comunale a fronte della grave situazione economica.
Che dall’ ultimo rapporto della Cia – (Confederazione Italiana Agricoltori) – risulta che i “farmer urbani” sono in costante crescita grazie alla disponibilità di Orti urbani/Comunali;
-che è un’ attività che permette di socializzare con gli altri mentre ci si prende cura di Terra, piante e fiori, ma anche di riappropriarsi di una più normale e sana solitudine lavorativa;

Considerato che:
la creazione di orti urbani in varie città è stata una valida risposta per incentivare non solo la socialità nelle persone anziane ma anche il trasferimento delle competenze ai più giovani e quindi anche in impegno costruttivo del tempo libero , dove con l’ ausilio di  progetti comunali o scolastici si possa avvicinare alla terra il più possibile.

Ritenuto che:
la possibile creazione di nuovi orti riqualificherebbe sicuramente le aree identificate a tale scopo e che l’implementazione di Orti Urbani sia urgente e strategica per:
-Attenuare sensibilmente i problemi sociali ed economici;
-Incentivare l’agricoltura
-Allargare alla cittadinanza la possibilità di aver più spazi per l’assegnazione
-Incentivare i nuclei familiari più giovani.
-Accostare iniziative con le Scuole di Santena per dar  anche una valenza educativa con  iniziative e promozione dell’ agricoltura biologica e/o biodinamica

Si invita
Il Sindaco e il Consiglio Comunale :
-a promuovere iniziative volte alla pratica della coltivazione biologica dei prodotti degli orti anche attraverso una specifica formazione affiancandosi ai coltivatori locali.
-ad individuare , in un periodo di tempo ragionevole, nuovi terreni sul territorio cittadino dove poter realizzare Orti Urbani o Giardini Condivisi.
-Ove non sussistesse disponibilità di terreni comunali, il Comune si impegna nella ricerca di terreni incolti privati , ripartendo il costo dell’affitto sul canone degli assegnatari o con agevolazioni fiscali.

I consiglieri comunali
Alessandro Caparelli
Daniele Franco

**

M5Stelle-Santena

Santena, 21 maggio 2013

Egregio Signor Baldi Ugo
Sindaco di Santena

e, p.c
Assessore di Competenza

INTERPELLANZA

OGGETTO: via Susa

Si  interroga con la presente per quali motivi via Susa sia chiusa in fondo all’incrocio con via Pietro  Nenni, tramite un cancello con lucchetto.
Risulta che la suddetta via sia dotata di tutti i servizi che competono alla pubblica amministrazione e che pertanto non sussistano i motivi per una sua chiusura.
Non si comprendono comunque i motivi che la rendono inaccessibile alla pubblica utilità.
Si chiede pertanto che l’Amministrazione adotti tutti gli  atti necessari  per renderla agibile alla collettività.

I consiglieri comunali
Daniele Franco
Alessandro Caparelli

**

M5Stelle-Santena 

Egregio Sindaco Ugo Baldi

ed al Presidente del Consiglio Lidia Pollone

 

Mozione:

Metodo Tariffario Transitorio 2012-2013 per il Servizio Idrico lntegrato di cui alla  delibera 585 del 28/12/2012 dell’Autorità per l’Energia Elettrica ed il Gas (AEEG)

Premesso
-che nel 2011 ben 27 milioni di cittadini italiani, tramite una consultazione referendaria, si erano espressi per una gestione dell’acqua che fosse pubblica e fuori dalle logiche di mercato;
-che la Corte Costituzionale ha motivato l’ammissibilità dei Referendum del 12 e 13 giugno 2011 valutando con Sentenza (n°26 del 26 gennaio 2011) che, nel caso di annullamento del comma relativo alla “adeguata remunerazione del capitale investito”, stabilita in maniera forfettaria pari al 7%, la legislazione residua sarebbe stata immediatamente applicabile e rispettosa delle Direttive Comunitarie in fatto di copertura di tutti i costi del servizio idrico;
-che successivamente, il Parere del Consiglio di Stato (sez. II n° 267/2013 del 25 gennaio 2013) ha riaffermato quanto già il Capo dello Stato aveva promulgato, ossia che a partire dal 18 luglio 2011 (D.P.R. n°116) nelle tariffe dell’acqua non dovesse essere più conteggiata la rendita abrogata con i Referendum;
-che con il DL 201/11 (cosiddetto “Salva ltalia”), convertito nella L. 214/11, all’Autorità per l’Energia Elettrica e il Gas (AEEG) sono state attribuite competenze anche in materia di servizi idrici;
-che il 28 dicembre 2012 I’AEEG ha approvato il nuovo Metodo Tariffario Transitorio 2012-2013 per il Servizio Idrico lntegrato con delibera n.585.

Visto
-che il Consiglio di Stato, su richiesta della stessa AEEG, con parere n.267 del 25/01/2013, si è espresso negativamente sul fatto che I’Autorità considerasse non immediati gli effetti del referendum, sì che i gestori dei servizi idrici avrebbero potuto continuare a ricevere una remunerazione del 7% anche dopo il 21 luglio 2011, data indicata dal decreto che proclamava i risultati referendari;
-che, a seguito del parere del Consiglio di Stato, I’AEEG con delibera del 31/01/2013 ha avviato un procedimento per l’individuazione dei criteri per il rimborso degli importi indebitamente versati dagli utenti finali solamente per il periodo 21 luglio- 31 dicembre 2011;
-che il TAR Toscana con sentenza n. 436/2013, depositata il 21 marzo 2013, ha accolto il ricorso presentato dal Forum Toscano dei Movimenti per l’Acqua poichè le tariffe presentate dai gestori dopo il referendum sono illegittime in quanto comprendono ancora la “remunerazione del capitale investito” abolita dal referendum del 12 e 13 giugno 2011, quando la maggioranza del popolo italiano ha dichiarato di volere “escludere la logica del profitto dal governo dell’acqua” (così la Corte Costituzionale nella sentenza di ammissione del quesito referendario);
-il Ricorso presentato al TAR della Lombardia dal Forum italiano dei Movimenti per l’Acqua e da Federconsumatori contro quanto ha deciso l’AEEG con la Deliberazione n° 585 del 28 dicembre 2012, che fissa i criteri per la tariffa transitoria, valida fino a tutto il 2013;
-che la legislazione di derivazione europea (Direttiva 2000/60/Ce), impone il rispetto del principio che tutti i costi del Servizio Idrico, compresi gli interessi passivi sui capitali presi in prestito per investimenti nel settore, siano a carico dei beneficiari del servizio stesso, ma non prevede che siano garantiti ai gestori rendite parassitarie o altri profitti;

Considerato
-Ie pesanti critiche sollevate dal Forum ltaliano dei Movimenti per I’Acqua (promotore dei quesiti referendari del 2011 relativi alla gestione del servizio idrico) rispetto al nuovo Metodo Tariffario Transitorio, in quanto costituisce una vera e propria negazione dei risultati referendari; in particolare per quanto riguarda I’abrogazione della quota di remunerazione del capitale investito (cfr. quesito referendario n.2), il Forum ritiene che il nuovo metodo, con la voce “Oneri Finanziari”, consenta di continuare a fare profitti sull’acqua, garantiti in bolletta;
-l’ostinazione con cui gli ATO, i Governi e l’Autorità per l’Energia Elettrica ed il Gas (incaricata dai Governi di fissare i criteri del calcolo della tariffa del servizio idrico), in questi ultimi due anni e mezzo, non hanno voluto dare applicazione all’esito dei Referendum;
-che non si possono confondere, come ha fatto l’AEEG, i costi realmente sostenuti dai gestori del Servizio, documentati con fatture e posti a bilancio consultivo, con costi presunti, ipotetici, calcolati ad arte e mai sostenuti, ma concepiti solo per incrementare le entrate e per premiare i soggetti gestori privati;
-che conteggiare tra i costi finanziari delle spese non sostenute serve solo a reintrodurre una rendita monopolista ai soggetti privati, che i Referendum hanno voluto escludere;
-che la suddetta Sentenza della Corte Costituzionale (n°26 del 26 gennaio 2011) ha chiaramente spiegato, ritenendolo legittimo e ammissibile, che i Referendum proposti dal Forum dell’Acqua miravano a “rendere estraneo alle logiche del profitto, il governo e la gestione dell’acqua”;
-che i soggetti privati che si sono canditati a gestori del servizio, documentando e vantando professionalità competitive a livello europeo, non possono oggi pretendere, di coprire le loro ipotetiche incapacità, con una presunta e non reale polizza assicurativa per coprire i rischi d’impresa, ottenendo in tal modo una rendita parassitaria e illegittima;
-che i soggetti privati gestori del Servizio, non possono pretendere un saggio d’interesse stabilito a priori dall’Autorità, e superiore agli interessi sui mutui bancari o ai tassi agevolati per i finanziamenti dello Stato, perché in tal modo otterrebbero un’altra rendita parassitaria e illegittima;
-che i soggetti privati gestori del Servizio non possono pretendere, come invece l’Autorità vorrebbe, di includere tra i costi anche le quote di ammortamento di investimenti realizzati con contributi a fondo perduto elargiti dallo Stato o da Enti vari, perché otterrebbero un’altra rendita parassitaria e illegittima;
-che è illegittima la costituzione di un fondo, da affidare ai gestori privati, per destinarlo agli investimenti futuri, perché con la tariffa si devono coprire, (art.154 del D.Lgl. 152/2006) solo ed esclusivamente le spese sostenute;
-che è illegittima l’applicazione retroattiva della delibera, che pur essendo adottata nel dicembre 2012, pretende di valere anche per i mesi precedenti (ossia da Gennaio 2012), violando il contratto con i privati cittadini, i quali si troverebbero a pagare per consumi già effettuati sulla base di tariffe precedentemente pattuite, ancora in dispregio del principio che il prezzo di un servizio non può essere applicato retroattivamente a scelte di consumo già effettuate.

il Consiglio Comunale
-esprime
un giudizio profondamente negativo dell’operato dell’AEEG che, con interpretazioni forzate, sta contravvenendo al rispetto degli esiti dei referendum, mancando del tutto l’obiettivo dì fornire indicazioni rapide e legittime alle ATO, creando condizioni di incertezza e di disagio per le ATO stesse nell’individuazione delle tariffe nei territori di propria competenza, con inevitabili ripercussioni sullo stato di avanzamento degli investimenti;
chiede all’Autorità per I’Energia Elettrica ed il Gas di ritirare la delibera n.585 del 28/12/2012;
chiede all’A.T.O. (Ambito Territoriale Ottimale) Torinese di applicare correttamente gli esiti dei referendum del 2011, esprimendo, al contempo, una censura circa il Metodo Tariffario di cui sopra, anche alla luce del ricorso avviato dal Forum dei Movimenti per l’Acqua perché la delibera n.585 del 28/12/2012 venga dichiarata illegittima;
chiede di trasmettere il presente documento al Presidente della Repubblica, ai componenti delle Commissioni Parlamentari competenti, al presidente dell’Autorità per l’Energia Elettrica ed il Gas, al Presidente dell’A.T.O. (Ambito Territoriale Ottimale) Torinese e al Forum ltaliano dei Movimenti per I’Acqua.

I consiglieri comunali
Alessandro Caparelli
Daniele Franco
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