Santena, botta e risposta sulla targa a ricordo delle vittime delle foibe

Santena – 5 giugno 2013 – Nell’ultimo consiglio comunale, del 27 maggio scorso, il gruppo Santena futura ha presentato una interpellanza relativa alla targa in onore delle vittime delle foibe posata in piazza Martiri della Libertà. Il sindaco ha replicato in modo fermo e piccato.

Santena_TargaVittimeFoibeIn consiglio comunale l’interpellanza di Santena futura è stata letta da Lidia Pollone, presidente del consiglio comunale:  «Considerato che sono trascorsi oltre tre mesi dalla deposizione – o per meglio dire adagiamento a terra – della targa anonima in onore alle vittime delle foibe in piazza Martiri della Libertà, ad opera di questa amministrazione in ottemperanza ad un ordine del giorno approvato dal consiglio comunale nell’anno 2010. Constatata la mancata volontà di adempiere ad una precisa disposizione del consiglio comunale. Interpella il Sindaco al fine di conoscere le motivazioni che hanno portato in tal modo a riaprire una ulteriore ferita per i discendenti delle vittime delle foibe; specificando se ritiene opportuno impegnarsi per realizzare una lapide da cui si evinca che è la stessa città di Santena a ricordare le vittime. Santena, 20 maggio 2013. A firma: Domenico Trimboli»

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La risposta è arrivata direttamente dal sindaco Ugo Baldi, che, scuro in volto, ha detto: «Contesto la mancanza di volontà nell’adempiere a una precisa disposizione del consiglio comunale. Leggo testualmente l’impegno del consiglio comunale, preso con la delibera del consiglio del 23 febbraio 2012 in cui si “impegna il sindaco e gli assessori competenti a indire, per il futuro, a partire dall’anno 2012, in occasione della Giornata del Ricordo celebrazioni ufficiali  e iniziative mirate del nostro comune…”.  Nel 2012 non era stato possibile perché ci siamo insediati a maggio. Quest’anno, nella prima occasione possibile, a febbraio 2013 abbiamo fatto quanto previsto e quindi abbiamo adempiuto».

Il sindaco ha proseguito: «Nel secondo punto della delibera l’impegno era “prevedere un momento di approfondimento negli istituti scolastici cittadini al fine di sensibilizzare le giovani generazioni sul significato delle foibe, simbolo di intolleranza e oppressione…”. Abbiamo fatto una conferenza pubblica; non siamo ancora riusciti ad andare nelle scuole, anche se abbiamo già concordato di farlo, con l’Associazione Le radici e la memoria. Abbiamo già fatto un cenno alle foibe in occasione del 25 aprile scorso. Come detto, abbiamo organizzato un momento pubblico, di dibattito, su questo argomento».

Il sindaco Ugo Baldi ha ancora proseguito: «Il terzo punto era “appore una lapide in memoria di tali vittime, accanto al monumento già esistente in piazza Martiri della Libertà”. In occasione delle Giornata del ricordo per le vittime delle foibe abbiamo apposto, accanto al monumento, una lapide, fatta apposta per essere messa accanto, tanto è che ha un piedino. E’ posta accanto proprio perché nell’altro punto, accanto, dall’altra parte, il prossimo anno, in occasione del Giorno della memoria della Shoah, apporremo una lapide analoga. Accanto, perché i caduti e i morti sono di tutti quanti e non hanno colore politico. Sulla targa c’è scritto “Giornata del ricordo in memoria delle vittime delle foibe dell’esodo Giuliano Dalmata e delle vicende del confine Orientale. Santena, 10 febbraio”.  Abbiamo scritto Santena, da cui si evinca che è la città di Santena che ricorda le vittime delle foibe. E c’è scritto “10 febbraio”, senza l’anno, perché non importa quale sia l’amministrazione. Noi volevamo che fosse chiaro che è Santena che ricorda: non abbiamo messo apposta l’anno, proprio per dire che non ha importanza il colore dell’amministrazione. Quando si ricorda le vittime non ha importanza il colore politico».

Ugo Baldi ha chiuso così: «La cosa più ridicola di questa interpellanza è che chiede al sindaco le “motivazioni che hanno portato in tal modo a riaprire una ulteriore ferita per i discendenti delle vittime delle foibe”. Se adempiere alla volontà del consiglio – e noi abbiamo fatto questo – vuol dire riaprire la ferita vuol dire che l’italiano è diventato un’opinione…».

Domenico Trimboli, stupito forse dalla durezza della risposta del sindaco, ha alzato le spalle, ha guardato tra il pubblico, cercando gli occhi di Pino Falcocchio e poi ha detto: «Non posso rispondere, quindi non sono soddisfatto della risposta…».

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Audio integrale del punto: 2013mag27_ccTrimboli_foibe

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