Santena, Gianni Ghio: «Una amministrazione cittadina che ha voglia di fare bene»

Santena – 17 novembre mese 2013 – «Io personalmente vedo una amminsitrazione cittadina che ha voglia di fare bene. E questa è già una cosa importante. Una amministrazione  fondamentalmente costituita da gente onesta e corretta. E, secondo me, questo è un altro valore molto importante». Sono parole di Gianni Ghio, già sindaco di Santena, dal 2002 al 2007, che commenta l’agire amministrativo della compagine guidata dal sindaco Ugo Baldi e da Essere Santena.

«Il fatto che nella squadra del sindaco Ugo Baldi ci siano un buon numero di giovani è altrettanto importante – aggiunge Gianni Ghio –. E questo è un merito che va attribuito all’elettorato cittadino che ha fatto questa precisa scelta. Gli elettori avrebbero anche potuto scegliere diversamente. Santena, tutto sommato, si è dimostrato un comune intelligente nel capire che c’era bisogno di un radicale cambio generazionale in consiglio comunale e nella giunta che amministra la città. Un ricambio che io ritengo stia portando frutti positivi. La squadra amministrativa del sindaco Ugo Baldi  è costituita da un buon numero i giovani, ma l’intera compagine vede persone serie e intellettualmente oneste. Dopo di che, naturalmente il momento storico è quello che è. E le cose oggi non sono facili per nessuno, figuriamoci per chi deve amministrare un comune con l’attuale penuria di risorse».

Che ruolo ha mostrato di avere sinora il sindaco?

OLYMPUS DIGITAL CAMERA«Assolutamente un gran mediatore. Questo, almeno, lo ha contraddistinto sinora – afferma Gianni Ghio –. Per me Ugo Baldi è la persona che serviva alla città in questo momento storico. Una persona che dialoga con tutti. Anche con i suoi, che all’esterno si presentano come gruppo omogeneo. Un sindaco mai massimalista, sempre disponibile ad arrivare a trovare un accordo. Un sindaco che lavora molto anche nei rapporti esterni della città. Un sindaco che non perde mai di vista quelle che sono le necessità di Santena».

Gianni Ghio aggiunge una considerazione: «C’è una differenza fondamentale tra il periodo amministrativo che ho seguito io, dal 2002 al 2007, e quello di oggi. Allora non c’era questo maledetto Patto di stabilità che rende veramente difficoltoso, se non quasi proibitivo  gestire una città. Oggi è  praticamente impossibile investire sulla città. Tutti si stanno rendendo conto che i vincoli del Patto di stabilità vanno in qualche modo rivisti. Ad esempio, secondo me, gli investimenti   non possono entrare negli equilibri di bilanci. Una città ha sempre bisogno di nuovi  investimenti. In questi anni le spese correnti sono state ottimizzate e ridotte drasticamente all’osso: io credo che si sia già arrivati al fondo e di più non si possa fare. Speriamo che i nostri legislatori si rendano conto della necessità di rivedere il Patto di stabilità, concedendo agli enti locali quel minimo di ossigeno necessario a potersi riprendere».

L’ex sindaco continua: «Per il futuro della nostra città bisognerà necessariamente puntare sul complesso cavouriano. Mi auguro che l’enorme investimento arrivato sul complesso cavouriano porti una ricaduta positiva su tutta la città.  Per la ristrutturazione del complesso e la nascita del museo Cavour vengono investite risorse che questa città non ha mai visto e soprattutto non vedrà mai più.  Poco mendo di dieci milioni di euro di risorse pubbliche che dovranno avere un ritorno sulla città, come sull’intera zona. E bisognerà lavorare perché questo accada, perché questo non sarà affatto automatico ».

«La Santena di oggi non è diversa da tante altre città – chiude Gianni Ghio –. La crisi economica la sta condizionando pesantemente.  E’ una città ferma, ferma. Non si muove davvero più nulla.  E anche gli amministratori fanno quello che possono, ma il loro agire è fortemente condizionato dalla situazione generale. Tutti ci auguriamo che le cose cambino. Certamente però dobbiamo smettere di continuare, solo e sempre, a guardare al bicchiere mezzo vuoto.  Abbiamo bisogno di uno scatto di orgoglio. Chi è in grado di capire che può dare di più per la società lo deve fare. Se uno capisce che la società ha bisogno del suo contributo deve farsi avanti senza indugi».

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