Santena, forconi, terzo giorno di presidio alla rotonda dei Ponticelli

Santena – 11 dicembre 2013 – Per il terzo giorno continua il presidio attorno alla rotonda dei Ponticelli, lungo la strada statale 29, organizzato da un gruppo di santenesi aderenti al coordinamento 9 dicembre, i cosiddetti forconi.

Santena_forconi_11123aQuesta mattina i manifestanti sono arrivati attorno alle ore 7. In gran parte arrivano da Santena: sono artigiani, studenti, precari e commercianti. Uomini e donne, giovani e anziani. Hanno subito iniziato a bloccare il traffico lungo la strada statale 29 e l’uscita dall’autostrada. Appena dopo le otto sono arrivati alcuni mezzi della Polizia delle Stato, in assetto da ordine pubblico, con l’obiettivo di impedire lo stop al traffico. Le forze dell’ordine hanno discusso con i manifestanti e, alla fine, per tutta la mattinata e fino al pomeriggio inoltrato, ci sono rallentamenti, ma il traffico non è più totalmente bloccato.

I camion vengono stoppati per alcuni minuti mentre per le auto la sosta, in genere, è più breve. La Polizia a metà giornata ha poi lasciato la rotonda che continua a vedere la presenza, discreta, dei Carabinieri di Santena e del chierese e della polizia municipale cittadina. Il mercoledì trascorre senza i momenti di tensioni visti ieri tra manifestanti e gli autisti. I camionisti e i gli automobilisti arrivano allo stop forzato e attendono pazientemente di poter proseguire il loro tragitto per consegnare le merci, andare a scuola o al lavoro oppure fare ritorno a casa. In caso di arrivo di ambulanze o mezzi di soccorso i  manifestanti danno immediatamente il via libera.

I manifestanti spiegano: «Anche a Santena l’Italia si ferma. Siamo piccoli artigiani, padroncini, imprenditori appartenenti a settori diversi. Non ce la facciamo più. Stiamo andando verso la fame. Noi siamo l’Italia che produce che oggi non ce la fa più. Siamo lavoratori precari, disoccupati, giovani e studenti: insieme abbiamo deciso di ribellarci e scendere in piazza e nelle strade».

La maggioranza delle persone che protesta sulla rotonda è santenese. «Sì, abitiamo qui in città. Nell’arco della giornata qui arrivano e ruotano 60-cento santenesi. Alcuni di noi sono qui alla rotonda da tre giorni. Noi non intendiamo mollare – spiegano al presidio –. Ribellarsi è un dovere. Siamo tutti cittadini italiani. La classe politica ci sta scippando il futuro: non molleremo fino a che non li avremo mandati a casa».

Cercare un leader al presidio è inutile, non c’è riuscita la polizia neanche al mattino: «Qui non c’è nessun capo. E non c’è nessun responsabile – spiega Massimo –. Tutti insieme decidiamo come condurre le iniziative al presidio. Qui non siamo ne di destra e neppure di sinistra. Semplicemente siamo contro il far-west della globalizzazione che ha sterminato il lavoro di tanti italiani. Siamo qui per riappropriarci della democrazia perduta. Siamo qui contro questo governo incapace e contro una classe politica ladrona e corrotta che intendiamo mandare a casa».

Sempre Massimo, a nome di tanti, aggiunge: «Non ce la facciamo più ad andare avanti. Io ho 50 anni e negli ultimi anni mi sono mangiato tutto quello che ero riuscito a costruire e a mettere da parte con il mio lavoro. Ho perso la famiglia e la casa. Non ce la faccio più a pagare le tasse. Sono qui perché ho deciso di ribellarmi a questa situazione. Sarò anche disperato, ma non mi arrendo e non mollo: preferisco ribellarmi».

Nell’aiuola i manifestanti hanno montato un gazebo, sotto c’è legna. Qua e là ci sono fuochi accesi per scaldare i manifestanti che parlottano tra di loro. Qualcuno consegna volantini agli automobilisti. Altri ancora mangiano: in questi giorni alcuni santenesi hanno portato cibo e bevande al presidio. Qualche manifestante aggiunge che lo hanno fatto “In segno di solidarietà”. Come sempre c’è anche qualche curioso: per lo più sono abitanti della zona. Naturalmente un gruppo di manifestanti arriva da fuori città, tra di essi una pattugli di giovani studenti.

In mezzo alle corsie c’è chi ferma i mezzi: in gran parte sono giovani, ma non solo. Hanno un cartello preso da un distributore che mettono davanti agli autisti: c’è scritto “Chiuso”. E’ il segnale che i mezzi si devono fermare. Qualcuno veste una pettorina gialla. Chi blocca il traffico ogni tanto si dimentica della consegna della Polizia che era stata perentoria “Potete rallentare il traffico, ma non dovete bloccarlo. Se succede torniamo e vi facciamo sgomberare”. E ogni tanto, dai carabinieri come dagli stessi partecipanti al presidio, arriva qualche urlata ai ragazzi che stoppano i mezzi: “Raga, fateli passare. Niente blocchi. Un po’ di stop e poi via libera. Dobbiamo avere rispetto per camionisti e automobilisti. Se si blocca torna la Celere”. Alcuni giovani controllano la colonna di auto in arrivo: quando sopra ci sono bambini, arriva un grido: “Raga, fate passare: qui ci sono sopra figli piccoli”. E la fila per un po’ va. Poi arriva un nuovo stop. Siamo a metà pomeriggio, la coda di mezzi, auto e camion si allunga lungo la 29. E’ bloccata l’uscita autostradale e la colonna arriva fino al centro commerciale La Clessidra.

Domani? «Si continua», rispondono i manifestanti.

Santena_forconi_11121d

Santena_forconi_11121e

Santena_forconi_11121fSantena_forconi_11121h

Santena_forconi_11121i

Santena_forconi_11121l

Santena_forconi_11121m

Santena_forconi_11121o

Santena_forconi_111213aSantena_forconi_111213cSantena_forconi_111213n

**

www.rossosantena.it

Twitter @rossosantena