Santena, quali sono le colpe di Gaetano Cima e di Emanuele Sacerdote?

Santena – 27 gennaio 2014 – Stando alle leggi di allora Gaetano Cima commetteva un grave reato. Gli Ebrei erano reietti, una legge dello Stato datata 1938 aboliva i loro doveri e diritti come cittadini. Firmando la norma il Re macchiava la monarchia di una nuova nefandezza. Gli Ebrei furono soli. Anche la Chiesa cattolica non li considerava persone degne, in quanto deicidi. Le altre chiese cristiane si comportavano allo stesso modo.Arbeit_macht_freiI cosiddetti Stati democratici europei, intrisi di nazionalismo, militarismo ed egocentrismo, non muovevano un dito, pur perseguitati e uccisi i Giudei dovevano stare dov’erano. Ragionamento simile a quello che oggi si usa per giustificare la non concessione dello status di rifugiato politico a chi è extracomunitario. Quando finalmente Mussolini cadde, l’Italia, divisa in due, allargò una ferita aperta da secoli. La caccia all’Ebreo nella neonata Repubblica Sociale Italiana divenne spietata. Le leggi erano chiare: bisognava aiutare lo stato nella pulizia razziale. Dunque solo chi decise di infrangere le regole aiutò gli Ebrei. Solo i disubbidienti, aiutandoli a fuggire e a nascondersi, salvarono le loro disprezzate vite. Gaetano Cima è un uomo che non rispettò la legge: è un oppositore, un fuorilegge. Ospitò gente, anziani, donne e bambini, con documenti contraffatti. Alle autorità dichiarò il falso: si trattava solo di sfollati rifugiati a Santena per colpa dei bombardamenti Inglesi e Americani. Agli Ebrei nascosti impose di andare a messa per fugare i sospetti. I mezzi che usò erano illegali, subdoli e truffaldini agli occhi dei benpensanti. Fosse stato scoperto l’arresto e la prigione erano garantiti.

L’opinione pubblica non muoveva un dito. Chi non capiva era succube di una cultura di odio antico contro il perfido Ebreo. Solo il Concilio Vaticano II farà ammenda del millenario peccaminoso errore. A Santena però non tutti erano sprovveduti, alcuni sapevano cosa stava succedendo. L’obiettivo era chiaro. Gli Ebrei e la loro memoria non potevano convivere con gli Italiani. Carlo Smeriglio, prezioso storico, mi racconta la triste fine della via intitolata al Cav. Emanuele Sacerdote, banchiere chierese, benefattore di Santenesi, ma ebreo. All’indomani delle leggi razziali le nostre autorità, attente, zelanti e ligie al dovere, erano imbarazzate e si affrettarono a deliberare il cambio di nome della via in Guglielmo Marconi, morto, giustappunto, nel 1937.

Chi sapeva leggere e scrivere e faceva capo a un’istituzione fascista o religiosa sapeva ed era coinvolto. Forse qualcuno disubbidì alle leggi chiudendo gli occhi e la bocca pur di non fare la spia. Gaetano Cima andò oltre, superò il limite, raggiunse il suo fine. Rischiando la sua, salvò la vita altrui. Ai ricercati, agli abbandonati, agli ultimi tese la  mano suscitando in noi, uomini evasivi, tanta invidia.

Gino Anchisi
Da Santena, la città di Camillo Cavour, 27 gennaio 2014.

**

www.rossosantena.it

Twitter @rossosantena