Santena, Premio Cavour 2014, l’intervento di Marco Fasano

Santena – 21 settembre 2014 – Di seguito, l’intervento di Marco Fasano, presidente dell’associazione Amici di Cavour, in occasione della consegna allo stilista Brunello Cucinelli del Premio Cavour 2014.

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MarcoFasano_premioCavour2014dMarco Fasano ha iniziato così: «Gentili Signore e Signori, do il benvenuto a tutti Voi, alle Autorità civili, militari e religiose, ai semplici, ma non per questo meno importanti, appassionati “cavouriani”, ringraziando tutti per la presenza oggi, a Santena, per la cerimonia di consegna del Premio Camillo Cavour 2014. Questa nostra piccola cittadina – custode, molto spesso inconsapevole, di un importante pezzo di storia patria – ogni anno il 6 giugno (per la commemorazione ufficiale, unica a livello nazionale, dell’anniversario della morte di Camillo Cavour) ed il 20 di settembre (per la consegna del Premio Cavour) diventa uno dei luoghi più significativi in Italia. Un luogo in cui si parla di storia patria, di nascita e di sviluppo dello spirito europeo, di esperienze umane positive, di modelli da prendere come riferimento per una nuova rinascita economica, politica, sociale e culturale del nostro Paese. Ci ritroviamo oggi qui per l’VIII edizione del Premio Cavour: a Carlo Azeglio Ciampi, Umberto Veronesi, Piero Angela, Carla Fracci, Angelo Vassallo in memoriam, Carlo Petrini e Bruno Ceretto sono andate le precedenti edizioni del Premio».

MarcoFasano_premioCavour2014eIl presidente dell’associazione Amici di Cavour ha proseguito: «Ricordo con piacere che l’idea di istituire il Premio è frutto di una geniale intuizione dell’allora Presidente della nostra Associazione, oggi Presidente della Fondazione Cavour, il Cavaliere del Lavoro Nerio Nesi. Il dottor Nesi aveva voluto fortemente che il Premio fosse inserito nello Statuto della nostra Associazione, all’articolo 16, che – Vi ricordo – recita: “Il premio è destinato alle persone che hanno contribuito e contribuiscono a continuare l’opera alla quale Camillo Benso di Cavour dedicò tutta la sua vita: l’unità d’Italia, il rafforzamento della struttura dello Stato nazionale, la appartenenza politica ed economica del nostro Paese alla comunità europea.” Il Premio è quindi consegnato dall’Associazione “Amici della Fondazione Cavour” in accordo la “Fondazione Camillo Cavour”, e non potrebbe essere diversamente. Il Premio Camillo Cavour quest’anno è consegnato a Brunello Cucinelli, stilista e imprenditore, universalmente riconosciuto come il “re del cachemire”. Riflettendo sulla sua figura di imprenditore illuminato e cercando punti di vicinanza con quella di Camillo Cavour, per semplice associazione di idee ho trovato alcuni particolari che mi piace qui ricordare. Innanzitutto la materia, il tessuto: e qui veniamo alle origini medievali della famiglia Benso. I Benso durante il periodo tardo medievale facevano parte di una delle famiglie “de albergo” di Chieri. Questa città – di origine romana, posta ad una decina di chilometri da Santena e di cui Santena fu frazione fino alla seconda metà del XIX secolo -, questa città e le sue famiglie più importanti nel XV secolo si specializzarono nella produzione e si arricchirono nella commercializzazione del fustagno. Questo tipo di tessuto, diverso chiaramente dal cachemire – utilizzato nell’azienda di Brunello Cucinelli , a Chieri veniva colorato sia nella trama che nell’ordito con la tinta blu ricavata da una pianta, conosciuta in italiano con il termine di “gialdo” o gualdo”. La commercializzazione di questo tessuto – oltre che dopo lunghissimi viaggi verso le fiere del nord Europa, Lione, Gand, Bruges – avveniva attraverso il porto di Genova. Il tessuto veniva identificato come la “toile blue de Gênes”, espressione che, molto più che probabilmente, diede origine al termine blu-jeans. Quindi alla base della primitiva ricchezza dei Benso c’era il tessuto».

MarcoFasano_premioCavour2014fMarco Fasano ha aggiunto: «Secondo punto: mi piace ricordare che nel periodo napoleonico lo zio di Camillo, Matteo Bartolomeo Benso – con la gestione della Mandria di Chivasso, complesso unico a livello europeo, e della manifattura di panni di Rivoli torinese, che occupava 60 filatrici e 150 tessitori – aveva avuto a che fare con le pecore “merinos”, che non sono le capre hircus del cachemire, ma sono ovini dai quali si ricava ancora oggi un tipo di lana particolarmente ricercata per via della sua finezza. Il papà Michele e Camillo stesso in seguito fecero affari vendendo in più occasioni gli arieti “merinos” al Pascià d’Egitto, che li richiedeva per il miglioramento delle razze locali. Ma è facendo riferimento al manifesto politico, economico e sociale di Camillo Cavour, contenuto nel primo articolo de “Il Risorgimento”, pubblicato il 15 dicembre 1847, che trovo profonde similitudini con il pensiero di Brunello Cucinelli. Dirà lui dopo se ho azzardato troppo oppure se egli condivide il mio pensiero. Laddove Cavour, tra l’altro, scrisse: “Il risorgimento politico di una nazione non va mai disgiunto dal suo risorgimento economico. Un popolo governato da un benefico Principe che progredisce nelle vie della civiltà, deve di necessità progredire in ricchezza, in potenza materiale. Le condizioni dei due progressi sono identiche”. E, poche righe più sotto: “Noi abbiamo fede intera nelle sorti future dell’industria italiana; non tanto per le benefiche riforme operate dai principi nostri, non tanto per quella massima della lega doganale, per le condizioni interne ed esterne dell’Italia avviantesi a rapidi miglioramenti; ma principalmente perché confidiamo veder ridestarsi nei nostri concittadini, animati da generoso e concorde spirito, chiamati a nuova vita politica, quell’ingegno, quell’operosità, quell’energia, che fecero i loro maggiori illustri, potenti e ricchi nei tempi di mezzo, quando le fabbriche fiorentine e lombarde, quando i navigli di Genova e Venezia non avevano rivali in Europa”. E poi ancora: “Facciamo si che tutti i nostri concittadini, ricchi e poveri, i poveri più dei ricchi, partecipino ai benefici della progredita civiltà, delle crescenti ricchezze, ed avremo risolto pacificamente, cristianamente il gran problema sociale, ch’altri pretenderebbe sciogliere con sovversioni tremende e rovine spaventose”. Confrontando queste affermazioni con quanto espresso da Brunello Cucinelli nella sua “Filosofia” a proposito dell’”Impresa Umanistica”: “Ho sempre coltivato un sogno, quello di un lavoro utile per un obiettivo importante. Sentivo che il profitto da solo non bastava e che doveva essere ricercato un fine più alto, collettivo. Ho capito che a fianco del bene economico si pone il bene dell’uomo, e che il primo è nullo senza il secondo” . Ebbene, a mio parere, i due pensieri sono molto vicini».

OLYMPUS DIGITAL CAMERAMarco Fasano ha proseguito: «Noi, Fondazione Cavour e Associazione “Amici della Fondazione Cavour”, nel nostro piccolo, grazie all’indispensabile aiuto della Compagnia di San Paolo, della Città di Torino e del sindacato, abbiamo cercato di applicare questi principi nella straordinaria esperienza umana e lavorativa della gestione degli ex dipendenti di un’azienda santenese, fallita da anni. In quattro anni abbiamo contribuito, purtroppo solo in parte, ad alleggerire la situazione economica e ridare dignità lavorativa a 240 cassaintegrati, poi in mobilità e oggi, in gran parte, disoccupati. Con queste persone, umiliate da una situazione per lo più non da loro dipendente, si è instaurato un rapporto lavorativo straordinario: l’unico rammarico è che i risultati, umani e lavorativi, non sono stati presi in considerazione con la dovuta attenzione dai mezzi di informazione, anche eventualmente per indicare il progetto come modello di riferimento in situazione analoghe in altri luoghi. Infine mi riferisco alla frase – contenuta sul sito Internet di Brunello Cucinelli e tratta dal romanzo “L’idiota” di Fëdor Dostoevskij – “La bellezza salverà il mondo”. Devo dire che non sono così ottimista. Ma questa frase mi permette di fare una riflessione sul futuro del complesso cavouriano di Santena».

OLYMPUS DIGITAL CAMERA«Come già ripetuto in altre occasioni – ha aggiunto Marco Fasano – la ristrutturazione delle scuderie, la creazione del memoriale Cavouriano all’interno del Castello, la valorizzazione del Parco e della Tomba – peraltro già monumento nazionale -, la ricerca di una nuova destinazione per la cascina Nuova rappresentano una straordinaria occasione per Santena. Fondazione Cavour, Associazione Amici della Fondazione Cavour, istituzioni pubbliche, investitori privati, mezzi di informazioni devono riuscire a creare occasioni per portare a Santena un pubblico sempre più numeroso, interessato e qualificato. Ma Santena, o meglio i santenesi – a partire dai singoli cittadini per arrivare ai commercianti, alle associazioni e all’amministrazione pubblica, devono finalmente impegnarsi convintamente a migliorare l’accoglienza del visitatore. È per accoglienza intendo la pulizia ed il decoro della città, il rispetto dell’ambiente, la qualità degli esercizi commerciali: tutto ciò al fine di creare un’armonia nel luogo, un senso positivo di comunità, che possa essere percepita da chi viene a Santena. Solo allora, a queste condizioni, il visitatore troverà dei motivi per ritornarci. Mi permetto di citare – a tal proposito – una frase di Victor Hugo Il y a deux choses dans un édifice: son usage et sa beauté. Son usage appartient au propriétaire, sa beauté à tout le monde”. È un invito a tutti noi, progettisti compresi e operatori del settore, che spero si voglia accogliere. In questo senso, devo ammettere, la strada da percorrere è ancora molto lunga. Per l’entusiasmo, la capacità imprenditoriale di creare un’impresa internazionale dal nulla partendo dalla prima piccola sede di Ellera di Corciano, la capacità, anche solo di immaginare, di poter creare ai nostri tempi una “impresa umanistica”, di poter parlare di un “capitalismo etico”, il Consiglio Direttivo della nostra Associazione ha ritenuto di poter associare la figura di Brunello Cucinelli a quella di Camillo Cavour. Con questa motivazione ufficiale: “Brunello Cucinelli, stilista di fama mondiale, ha dato vita e concretezza ad una concezione dell’impresa che lo pone all’avanguardia nella ricerca di fini che vadano oltre il pur necessario profitto aziendale. La sua personale coerenza creativa con gli ideali che manifesta costituisce, per tutto il sistema imprenditoriale italiano, un esempio dal quale non sarà possibile prescindere”. Ed è per questo motivo che siamo onorati di consegnare a Brunello Cucinelli il Premio Camillo Cavour 2014. Grazie».

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Audio integrale dell’intervento di Marco Fasano:

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