Santena, “Meno e meglio”, intervista a Maurizio Pallante, fondatore del Movimento per la decrescita felice.

Santena – 23 ottobre 2014 – “Less and better – meno e meglio”: questo il tema dell’incontro che ha visto in città Maurizio Pallante, fondatore del Movimento per la decrescita felice.

L’incontro in città con Maurizio Pallante si è svolto la sera del 17 ottobre scorso, nel salone Visconti Venosta. Di seguito, la breve intervista registrata prima della conferenza.

Come si può ridurre la nostra dipendenza dal mercato?

Maurizio Pallante«Attraverso cambiamenti degli stili di vita è possibile ridurre la propria dipendenza dal mercato – spiega Maurizio Pallante ­–. Occorre riscoprire la capacità di autoproduzione e avere scambi non mercantili tra le persone. Occorre anche un cambiamento delle idee: dalla crisi che stiamo vivendo si può uscire non rilanciando la crescita, ma attraverso una decrescita selettiva delle merci che vengono prodotte e cioè attraverso una riduzione degli sprechi».

Cosa succede quando si riducono gli sprechi?
«Se ci riducono gli sprechi bisogna sviluppare tecnologie più avanzate che ci consentano di ottener ciò di cui abbiamo bisogno, consumando meno materie prime, inquinando di meno, riducendo l’impatto ambientale. La somma di un intervento di politica economica e industriale, finalizzata a ottenere questi risultati, creerebbe occupazione e ridurrebbe la crisi. Tutto questo però dovrebbe essere accompagnato da un cambiamento degli stili di vita che consenta di riscoprire alcuni modi di essere, tipici del passato, che consentivano alle persone di non dipendere, al 100 per cento, dal mercato per la soddisfazione delle proprie esigenze vitali».

Cosa significa cambiare stile di vita a livello alimentare?
«Significa potenziare molto l’autoproduzione con orti famigliari. Sviluppare i gruppi di acquisto solidale. Valorizzare l’agricoltura contadina, di prossimità, con prodotti locali e stagionali, coltivati in modo biologico. Questo cambiamento è possibile e lo possono praticare tutti, attraverso piccoli passi. I gas – gruppo di acquisto solidale – stanno crescendo in tutto il Paese. Ve ne sono anche in questa zona, nel chierese».

Rispetto ai mezzi di trasporto quali sono le indicazioni da seguire?
«Innanzitutto occorre prediligere il mezzo pubblico rispetto a quello privato. Se è possibile, bisognerebbe utilizzare il meno possibile i mezzi di trasporto: è importante imparare a fare viaggiare i bit e non gli atomi. Sulla rete è possibile fa viaggiare le informazioni e anche tutta una serie di cose, senza spostarsi. Ad esempio, tutto dove è possibile, occorre incentivare il telelavoro».

Il movimento per la decrescita felice lavora quotidianamente per affrontare gli effetti portati dalla crisi economica e occupazionale.

Pallante_Santena_17ott2014«Anche alcuni industriali stanno avvicinandosi a noi perché vedono che le proposte che facciamo hanno un senso. Ad esempio, a fronte di un meccanismo edilizio finalizzato a costruire sempre nuovi edifici e capannoni, anche adesso che non c’è più domanda, noi diciamo che prima occorre ristrutturare – soprattutto energeticamente – il patrimonio edilizio esistente. Ci sono anche esempi di imprenditori che costruiscono case con consumo di energia vicino allo zero. In tutti i settori gli esempi virtuosi non mancano. Ne cito qualcuno: c’è chi produce pompe solari, per tirare l’acqua da sotto terra e irrigare i campi, utilizzando il sole, senza neanche passare dall’energia fotovoltaica. A Torino un’importante azienda ha ripreso e sta sviluppando la micro cogenerazione».

Come viene accolta la vostra proposta dalle famiglie e dai giovani?
«Esistono famiglie e anche molti giovani che si avvicinano al nostro movimento e questo è una cosa davvero importante. Hanno capito che una società, come quella attuale, toglie possibilità di futuro e di lavoro. Ma c’è anche dell’altro; qualcosa di più profondo. E’ la ricerca di senso della vita che, in una società finalizzata soltanto alla produzione e al consumo di merci, manca del tutto».

Perché la proposta di una decrescita felice viene spesso irrisa dei politici?
«Innanzitutto, io non riesco a capire una cosa in questo atteggiamento: le politiche tradizionali finalizzate alla crescita sinora non hanno portato risultati. Proprio per questo snobbare la nostra proposta è ottusità colpevole. Di fronte a ogni proposta una persona intelligente – e aperta mentalmente – la analizza e poi può anche dire mi piace. Rifiutarla, a priori, è una posizione che ritengo incomprensibile. Va anche detto che la cultura dominante ha profondamente interiorizzato certi concetti e fa grossa difficolta a fare cambiamenti. Nei giovani vedo maggiore disponibilità rispetto alla nostra proposta: paiono più disponibili, mostrano più attenzione e sensibilità rispetto alle proposte del Movimento per la decrescita felice».

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Info www.decrescitafelice.it

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