Santena, Banna: la voce degli esperti e un contratto per lavorare insieme

Santena – 9 novembre 2014 – Virgilio Anselmo, Bartolomeo Visconti, Domenico Tropeano sono i massimi esperti mondiali del Bacino della Banna. Conoscono come le loro tasche questa zona delle colline e delle terre del Pianalto torinese. Venerdì sera hanno spiegato qual è la situazione di Santena in confronto all’alluvione.

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Chi ha voluto ha capito che, dopo i lavori eseguiti, il rischio rispetto al 1994 è diminuito. E’ sceso perché dall’imbuto di Santena può passare più acqua di prima, vedi le piene del 2011 e del 2013. Dunque la situazione oggi è meglio di ieri, anche se bisogna elevare in fretta l’arginatura sulla sinistra, verso la Trinità. Il pericolo però rimane.

Gli esperti han detto che anche se si alzassero tutti gli argini il rischio rimarrà. Chi vive in basso deve farsene una ragione. Scartata, almeno per ora, l’ipotesi di un bypass, l’unico passaggio per l’acqua è il letto del fiume. I mutamenti del clima, causati dall’innalzamento della temperatura della terra però complicano le previsioni, come ha spiegato il meteorologo Luca Mercalli. Il messaggio è chiaro: Santena è destinata a convivere con il rischio. Per ora questo è il destino di una città-imbuto, da cui deve per forza passare la pioggia che scende su un bacino idrografico splendido, fertile, ricco e giovane.

A differenza di ieri, oggi il contesto è diverso. La notte del 5 novembre 1994 Santena perse definitivamente l’ingenuità. Tutti videro ciò che gli antenati sapevano. La Banna sale, inonda le zone basse e passa dove trova spazio. Quella notte non riuscì ad andare oltre il ponte della ferrovia e si scatenò nella città. Allagò la Trinità. In parte riprese la strada della Banna Vecchia, il Rio Santenassa che attraversava il Parco Cavour, ma non riuscì a passare perché si trovò bloccata dalle costruzioni edificate negli anni quando l’unico problema era costruire ovunque, anche là dove si sapeva che c’era il rischio.

Oggi Santena è più consapevole. Diversamente da allora, è rinata una protezione civile che vigila sulle sponde e sul flusso di acqua e che mantiene viva l’attenzione sulle opere di sicurezza, nelle quali rientra anche la manutenzione dell’alveo, dei canali e dei fossi colatori. Tra le righe dei discorsi fa capolino un problema. A monte dell’imbuto, nel territorio che altri Comuni dovrebbero governare avendo in mente che sotto vivono dei cristiani che rischiano di andare a mollo, la prevenzione è debole. La forma di governo del territorio del Bacino della Banna e la sua gestione associata non è adeguata, specie adesso che si scioglie la Provincia e si forma la Città metropolitana. C’è dunque tanto lavoro da fare per il Comune, per il Sindaco alluvionato, il Consiglio, i tecnici comunali e tutti i cittadini. Per non essere soli questo è il momento di realizzare il Contratto di fiume tra tutti i Comuni del Bacino della Banna.

Gino Anchisi
da Santena, la Città di Camillo Cavour, domenica, 9 novembre 2014.

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