Santena. Inchiesta tassa rifiuti. Mancano 800-900.000 euro: chi paga?

Santena – 17 novembre 2014 – La telefonata del Sindaco sulla Tari coinvolge tutti: chi ha pagato e chi no. Il senso del messaggio è chiaro. Gli smemorati paghino in fretta.

TARI_logoPoi i vigili faranno le verifiche. Solo allora si saprà “quanto, chi già paga, pagherà in più, per chi non ha pagato”. Non è uno scioglilingua. Anzi. E’ un Padrenostro che rivela fatti con cui i Santenesi fanno i conti da tempo, mettendo alla prova il loro senso civico. L’allarme è chiaro. C’è il rischio che nel 2014 la quota degli “evasori” raddoppi. Dalla seconda rata manca il 22 per cento di quanto dovuto per il servizio rifiuti urbani: ben 330.000 euro su un totale di 1.481.314 – 1.401.314 per il servizio, 80.000 per il personale comunale –, una media di 130 euro per abitante e 375 per ogni abitazione. Ma non finisce qui.

Rispondendo alle domande di Filippo Tesio, il Sindaco ha pure parlato dell’evasione degli anni 2009-2013, stimabile in 500.000 euro – una media annua di 100.000 euro – crediti da riscuotere da cittadini e imprese, passati a ruolo e inesigibili. Somme fino a ieri coperte con il prestito, ormai esaurito, che avevamo con il Consorzio e oggi da ridistribuire su tutte le bollette. Adesso i costi cambiano. Coloro che pagano regolarmente sono avvisati. Su di essi sarà caricata una percentuale annua in più per coprire l’arretrato. Altre strade non ci sono, a meno che qualcuno intervenga al loro posto. Non risulta però che la Regione, lo Stato o l’Europa vogliano rimettere i debiti cumulati dal Comune.

Con quel trillo di telefono la campana è suonata. Ci sono i soliti furbi ma pare aumentino anche i casi di chi proprio non ce la fa e che non si può indicare come evasore. Tra poco il Comune accerterà la situazione. Poi dovrà fare scelte inevitabili. Pagare i debiti è un dovere morale e civile. Per la vigilanza comunale ci sarà da lavorare. Contenere e tagliare i costi, controllare, risparmiare, rateare, razionalizzare, riorganizzare, accorpare e associare gli uffici e i servizi è un obbligo civile, morale e di giustizia verso chi vuole rispettare le regole della convivenza civile. Non scegliere, fingere, ingannare, rinviare potrà servire a sollevare polveroni, ma, non sarà utile ai nostri figli e nipoti che pagano già gli errori, i debiti e le omissioni di questi ultimi decenni italiani.

Gino Anchisi
da Santena, la Città di Camillo Cavour, 17 novembre 2014.

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