La rete di relazioni tra Chierese, Moncalierese, Carmagnolese e la Città Metropolitana di Torino

Santena – 4 dicembre 2014 – Chi vuole conoscere vada su www.torinostrategica.it Noterà che tutti si muovono per definire la collocazione nel nuovo Ente – la Città metropolitana di Torino – e i compromessi, gli accordi e le relative strategie.

Lo fanno la zona Ovest, la zona Nord, il Pinerolese e buon ultimo l’Eporediese, che schiera l’unione tra i suoi 60 comuni. Più da vicino l’ambito di Piano Strategico Metropolitano di Torino si spinge su 38 comuni, comprendendo Baldissero, Chieri, Cambiano, Trofarello, Moncalieri. Gli altri sono fuori. La geografia della rete delle relazioni materiali e immateriali, delle dinamiche, interne ed esterne, prende una forma inclusiva ed esclusiva.

TorinoMetropolitanaDella omogeneità o meno della nostra Zona si parla da qualche mese. Ora si deve scegliere da che parte conviene stare, ma per farlo bisogna avere un’idea di ciò che rappresentiamo nel contesto metropolitano e regionale. Gioco forza occorre tener conto della complessità, della molteplicità degli interessi, delle vocazioni, dell’ampiezza della rete di relazioni, interne ed esterne. Forse star fuori dà dei vantaggi. Forse star dentro è conveniente. Per decidere bisogna definire i punti di forza e di debolezza dell’unione o della disunione tra Chierese, Carmagnolese e Moncalierese: una zona vasta a sufficienza per non morire di campanilismo, che finora non ha curato l’unione delle sue identità.

Delimitata dall’arco collinare e dal corso del Po, questa è l’area rurale metropolitana più dinamica, caratterizzata da ampie aree agricole adibite a coltivazioni diversificate e di qualità, inserite in una corona verde di valore ambientale, turistico e paesaggistico. In mezzo all’area corre una fitta rete di infrastrutture di mobilità su ferro e su gomma di rilievo europeo, nazionale, regionale e locale. Rete che sostanzia una primaria funzione logistica al servizio della Città metropolitana e delle attività agricole, industriali, commerciali e sociali del territorio. Da questo passaggio transitano ogni giorno centinaia di migliaia di persone e di tonnellate di merci verso l’Astigiano, l’Albese, il Cuneese, la Liguria, l’Ovest (Francia), il Nord (Milano), l’Est (Piacenza, Trieste) il Sud (Bologna), i porti di Genova, Savona, Livorno, l’Europa e il Mediterraneo e viceversa. Il “nucleo” su cui si regge il sistema della zona comprende: aziende legate all’alimentazione (ortaggi, vini, carni, mangimi, salumi, caffè, farine); grandi, medie e piccole imprese industriali; attività di turismo culturale, religioso, naturalistico e gastronomico; altre imprese, comprese le commerciali e ricreative, che si sono insediate per la posizione geografica e strategica dovuta alle infrastrutture.

Far parte dei 38 o essere un’area a se stante spinge a concentrare l’attenzione sulle modalità in cui il nuovo ente territoriale governerà i Programmi, i Piani, i Progetti e gli strumenti tramite i quali saranno attuate le politiche metropolitane, regionali, statali e dell’Unione Europea – PSR 2014-2020, FSC, FESR E POR 2014-2020 – in materia di investimenti in agricoltura, industria, lavoro, ambiente, paesaggio, energia, acqua, rifiuti, turismo, cultura e mobilità.

La funzione logistica, la presenza dei settori agricolo, alimentare, industriale e commerciale, le valenze paesaggistiche, architettoniche, storiche e culturali, la diffusa presenza della ristorazione di qualità, la rete di relazioni, il ruolo di area di congiunzione tra Torino e Monferrato, Langhe, Roero giustificano l’interesse e l’utilità di definire come il Chierese, il Carmagnolese e il Moncalierese si vogliono collocare nella Città Metropolitana. Ai portatori di interesse, ai cittadini, alle imprese, soprattutto ai Sindaci e ai Comuni compete l’onore e l’onere di decidere del futuro.

Gino Anchisi
da Santena, la Città di Camillo Cavour, 4 dicembre 2014

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