Santena, Festa in famiglia 2015, l’intervento del sindaco Ugo Baldi

Santena – 28 aprile 2015 – “La famiglia come risorsa”: questo il tema della tavola rotonda, organizzata dall’Unità pastorale 57, domenica scorsa, a palazzo Visconti Venosta. Di seguito, l’intervento del sindaco Ugo Baldi.

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In occasione della sesta edizione della Festa in famiglia, organizzata dall’Unità pastorale 57, che riunisce le parrocchie site a Cambiano, Poirino, Santena, Trofarello e Villastellone, è stata organizzata una tavola rotonda che ha visto la presenza di Augusto Ferrari, assessore regionale alle Politiche sociali, della famiglia e della casa e degli amministratori dei Comuni dell’Up 57. Di seguito, l’intervento del sindaco di Santena Ugo Baldi.

Il sindaco Ugo Baldi ha iniziato così: «La famiglia come risorsa. L’Unità pastorale ci ha dato tre domande su cui fare qualche ragionamento. Perché la famiglia è una risorsa? Come e in che modo la famiglia è una risorsa? Che cosa si aspetta l’amministrazione comunale dalla risorsa famiglia? Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha ricordato, in un passaggio significativo e per nulla scontato, l’importanza di “sostenere la famiglia, risorsa della società”. In Italia la politica non si è mai occupata fino in fondo della famiglia, le risposte sono state di tipo assistenziale, senza una certezza nel tempo. Le coppie di giovani, oggi, non riescono a costituire il nucleo famigliare perchè manca il lavoro e non possono accedere a un mutuo. Se riteniamo che la famiglia sia un soggetto importante per la comunità e per un Paese civile, lo Stato deve creare i presupposti per favorire la formazione di famiglie. Non siamo un territorio ricco, il reddito procapite evidenzia un territorio economicamente inquadrabile nella classe medio bassa dei redditi. Proprio per questa sua caratteristica, le famiglie hanno sempre teso al risparmio. Oggi molti stanno combattendo la crisi utilizzando parte di quei risparmi messi via negli anni. Chi non ha però queste possibilità vive situazioni di estrema difficoltà, e le nuove povertà, dettate dalla perdita del lavoro, o da redditi pensionistici molto bassi, stanno aumentando sostanzialmente».

Il sindaco rispondendo alla domanda “Come e in che modo la famiglia è una risorsa?” ha detto: «In un momento come questo la famiglia tampona situazioni sociali di disagio; al giorno d’oggi, nella fase di crisi economica perdurante, ci rendiamo conto che una famiglia strutturata e organizzata riesce a essere una risorsa sociale e un’ancora di salvezza per il nucleo famigliare stesso. Se oggi non siamo al collasso sociale è perche gran parte dei nuclei famigliari sono ancora intatti e con azioni di sussidiarietà reciproca riescono, per il momento, a reggere la pesantissima onda d’urto della crisi economica dell’intero occidente e dell’Italia in particolare. Si tratta di azioni di sussidiarietà orizzontali e verticali. Orizzontali, tra i componenti classici della famiglia tradizionale: i genitori tra loro e verso i figli, conviventi e non conviventi e i figli, conviventi e non conviventi verso i genitori. Ma, sempre di più, anche verticali. Dove l’azione di sussidiarietà, anche economica, si svolge su tre generazioni – dai nonni verso papà e mamma –, ma anche direttamente dai nonni verso i nipoti – magari a loro volta già sposati –, che non ce la fanno ad andare avanti, né da soli né con il solo aiuto dei genitori. In ogni caso è un dato di fatto che le separazioni determinano non solo un evidente stato di disagio sociale tra i componenti della ex famiglia, ma costituiscono in molti casi la base di un vero e proprio tracollo economico per i suoi componenti, che sfocia in situazioni di morosità incolpevole e conseguenti situazioni di emergenza abitativa, difficilmente gestibili dai Comuni a causa di risorse e strutture dedicabili quasi inesistenti. Quindi, sempre di più, la famiglia rappresenta la vera e unica diga di contenimento verso uno stato di possibile povertà e di conseguente instabilità sociale, non solo per i suoi diretti componenti, ma anche per tutto il nostro Paese e per le sue istituzioni, ormai incapaci di fronteggiarla».

Il sindaco Ugo Baldi ha risposto così alla domanda “Come Amministrazione, cosa mi aspetto dalla risorsa famiglia?”: «Egoisticamente, mi aspetto che “resista”, che tenga duro, che non si sfaldi alla prima difficoltà relazionale. Che la diga, di cui parlavo prima, non crolli o non si faccia scavalcare da ondate di superficialità o di egoismo dei suoi singoli componenti. Perché dalla sua stabilità, dalla stabilità delle famiglie, dipende direttamente la stabilità di questa nostra Italia. Ma mi aspetto di più. Mi aspetto che la famiglia ridiventi, così com’era una volta, la culla della “buona educazione”, la palestra del “senso civico”, la prima scuola nella quale i ragazzi imparano il rispetto verso chi è più anziano di loro, ma anche verso i loro fratelli o sorelle coetanee. Mi aspetto che ridiventi il luogo di esaltazione delle buone doti dei figli o il luogo delle giuste punizioni per i loro errori, ma anche luogo di insegnamento, perché non li ripetano. Non certo luogo di difesa a oltranza degli errori indifendibili dei figli. Quindi luogo di esempio, ma anche di rifugio dove le tensioni si smorzano e non dove, viceversa, si esacerbano».

Il sindaco Ugo Baldi ha chiuso il suo intervento così: «Ho sempre immaginato la famiglia come ai tasselli di un puzzle che, combinandosi armoniosamente con gli altri tasselli, si completano l’un l’altro formando il quadro di una comunità che funziona. Oggi, purtroppo, l’impressione è quella che il “tassello famiglia” abbia margini così irregolari che difficilmente si combina con gli altri. Anzi, i suoi margini cambiano così spesso di forma, proprio per non volersi fondere con gli altri tasselli, come se ogni famiglia considerasse di essere essa stessa già una comunità completa che non ha bisogno di altro o di altri per poter sopravvivere. Ecco ciò che mi aspetto dalla risorsa famiglia: che sia forte al suo interno per essere, insieme con le altre famiglie, un’unica comunità forte e coesa, vigile nel difendere, rispettare e far rispettare le regole del vivere insieme e dei beni comuni, che sappia guardare, insomma, almeno qualche passo al di là del proprio uscio di casa».

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Audio integrale dell’intervento di Ugo Baldi:

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