Santena, quando un parroco se ne va è tempo di bilanci per tutta la comunità

Santena – 16 luglio 2015 – Don Nino Olivero doveva andare via. Da troppi anni era a Santena. Sarà trasferito a Torino perché così vogliono le buone leggi della Chiesa.

DonNinoOlivero_corpusDomine2015Nessun parroco deve restare per troppo tempo nello stesso luogo, è un bene per lui e per tutti gli altri cristiani e forse anche per chi cristiano lo è poco o per niente. E’ una regola di contrasto alla formazione di incrostazioni sulle strutture portanti della comunità cattolica locale ed è garanzia di ricambio di metodi e persone: una naturale operazione di riequilibrio tra i “poteri” grandi e piccoli che si formano inevitabilmente nei gruppi di persone. Don Nino è stato a Santena oltre il periodo normale. In corso c’erano operazioni complesse da risolvere, come la nascita della parrocchia di Cambiano-Santena, o viceversa, Santena-Cambiano. Adesso viene inviato in una zona di Torino sicuramente più bisognosa di un parroco con esperienza e don Olivero ne ha fatte tante in 14 anni.

Arrivò in tempi già difficili. La questione Barcenisio-Brusson, che ancor oggi si trascina tra difficoltà, creava malumori e divisioni. Subito dopo si aprì la vicenda indecorosa dell’usura, una delle pagine più tragiche della nostra storia insieme all’alluvione. Paure, dolori e sorprese mettevano a nudo una realtà che ancora pesa su tutta la comunità. La cattiva fama di paese infiltrato dalla ‘Ndrangheta, periodicamente riemergente, si appiccicò allora alla città. Non fu facile curare un’infezione che aveva contagiato “importanti” uomini e fondamentali istituzioni. Nel frattempo il declino produttivo dell’Italia accresceva una crisi sociale mai vista prima.

Fabbriche chiuse, significa perdita di ruolo sociale per chi lavorando produce ricchezza, la dignità delle persone è travolta da quel mare di debiti sui quali si è vissuti, in una follia collettiva che ricorda bolle finanziarie già viste nei secoli passati e mai memorizzate a sufficienza. Don Nino infine, dopo un non facile confronto, ha affrontato l’affrancamento dall’oratorio della festa dei santi Cosma e Damiano, salvaguardando la parte devozionale-religiosa. Bisogna ancora ricordare la sua presenza alle manifestazioni cavouriane, sempre caratterizzate dall’immancabile scampanata, che interrompe i discorsi ufficiali, singolare memoria del conflitto di interesse tra Stato e Chiesa su cui è intervenuto beneficamente Camillo Cavour. Dal 2001 in avanti la vita del parroco di Santena, come quella di tante persone, si è fatta più dura rispetto al passato. Don Nino sarà inviato in una comunità sicuramente più in difficoltà della nostra per mettere a frutto ciò che qui ha imparato. Grazie, auguri e arrivederci.

Gino Anchisi
da Santena, la città di Camillo Cavour, 16 luglio 2015

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