Santena, l’amministrazione dice no a un secondo campo nomadi

Santena – 21 settembre 2015 – «Santena con difficoltà riesce ad accettare un campo rom. Non ne possiamo accettare due». Questa è la posizione del sindaco a fronte dell’abuso edilizio di una famiglia nomade, sorto in un’altra area vicina al campo sito al fondo di via Longoria.

Santena_cartellocittàNei mesi scorsi una famiglia che viveva nel campo nomadi sito in borgata Ponticelli ha acquistato un terreno nei pressi dell’uscita autostradale distante alcune decine di metri dal campo posto al fondo di via Longoria, Dopo avere acquistato i terreni siti di fronte all’ex cava di argilla della fornace Mosso, P.A. ha costruito una baracca in legno. L’abuso edilizio è stato segnalato dagli uffici comunali nel luglio scorso alla Procura delle Repubblica. Nelle scorse settimane il Comune ha consegnato al proprietario del terreno che vive nella baracca con la sua numerosa famiglia, un’ordinanza di demolizione per la struttura realizzata abusivamente.

Il sindaco Ugo Baldi, spiega: «Una famiglia si è staccata dal campo nomadi di via Longoria e ha acquistato dei terreni dove ha realizzato la baracca. Si tratta di terreni agricoli, siti nella fascia di rispetto dell’autostrada. Oltre a essere gravati da servitù della fascia autostradale, i terreni sono posizionati sopra il gasdotto della Snam». «La famiglia di nomadi che abita nella baracca – aggiunge il sindaco – è venuta a chiedere di soprassedere all’ordinanza di demolizione. Io ho detto che questo non sarà possibile. Noi daremo corso al provvedimento: hanno 90 giorni di tempo per demolire la struttura, poi interverremo. Durante il colloquio ho chiesto alla famiglia che si è staccata dal campo nomadi di via Longoria di ritornare in quel campo. La città di Santena, se pur con qualche difficoltà, riesce ad accettare un campo nomadi. Assolutamente non ne possiamo accettare due».

Il sindaco aggiunge: «In questi anni, con il capoclan dei nomadi dell’insediamento di via Longoria avevamo chiesto il rispetto di una serie di condizioni. La prima era che il campo non si ampliasse. E quindi non se ne parla proprio di vedere sorgere un nuovo campo nomadi, se pur a breve distanza dal primo. Tra le condizioni chieste ai nomadi vi è quella di garantire la frequenza dei bambini alle scuole cittadine. Ancora avevamo chiesto di porre fine al girovagare dei componenti del campo nei supermercati della zona, con comportamenti non sempre trasparenti. Non solo alcune di queste condizioni non sono state rispettate, ma ora hanno tentato di dare vita a un secondo campo nomadi. Una cosa davvero inaccettabile. Nell’incontro sono stato chiaro: daremo corso all’ordinanza di abbattimento».

Il responsabile dell’Ufficio legale del Comune, Guglielmo Lo Presti, aggiunge: «Noi abbiamo chiesto alla famiglia che abita nella baracca abusiva di demolire la struttura e di rientrare nel campo di via Longoria. Se entro 90 giorni la baracca abusiva non sarà demolita il Comune procederà alla demolizione d’ufficio e all’acquisizione dell’area al patrimonio comunale. Nel frattempo il capo clan del campo di via Longoria ha chiesto al Comune di poter avere l’allacciamento di acqua potabile per il campo. La città è disposta a valutare la richiesta a patto che i nomadi rispettino le indicazioni fornite dall’amministrazione. Ricordo che anche per l’insediamento di via Longoria c’è in piedi una ordinanza di demolizione per una struttura. I nomadi hanno fatto ricorso al Tar, ma il comune può comunque procedere con la demolizione». Guglielmo Lo Presti chiude così: «Mi auguro che la comunità di nomadi ponga fine al tentativo di realizzare un secondo campo nomadi e che la comunità nomade tenga nella dovuta considerazione e rispetti le richieste dell’amministrazione. Se così non avverrà saremo costretti a dare corso anche all’ordinanza di demolizione relativa a una struttura del campo sito subito lungo via Longoria, subito dopo il sottopasso autostradale, a ridosso dell’area della ditta Laria».

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