Santena, ex Ages, niente appropriazione indebita per Egidio Di Sora, resta l’omissione di atti d’ufficio

Santena – 28 settembre 2015 – I giudici del Tribunale di Asti hanno stralciato il reato di appropriazione indebita nei confronti dell’imprenditore dell’Ages, Egidio Di Sora, mentre intendono procedere per omissione di atti d’ufficio. Di seguito una ricostruzione della vicenda.

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Immagine di archivio: manifestazione a Torino del 28 febbraio 2009

Enrico De Paolo, ex sindacalista Filctem Cgil, che negli anni ha seguito l’odissea dell’Ages, la vicenda la riassume così: «Il 1° dicembre 2008 l’Ages, su decisione del Tribunale di Asti, entra in amministrazione straordinaria. A marzo-aprile 2009 il commissario straordinario dott. Civardi, ci chiama e spiega che avrebbe dovuto consegnare ai lavoratori i Cud relativi al 2008, in cui sarebbe stato riportato solamente l’imponibile fiscale, quindi la somma delle retribuzioni lorde, senza riportare le ritenute Irpef, cioè le tasse, trattenute in busta paga. Questo perché le tasse erano sì state trattenute in busta paga, ma l’azienda non le aveva versate all’Erario. Ricordo che l’azienda fa da sostituto di imposta, con tutte le responsabilità civili e penali. Infatti, l’articolo 64, comma 1, del Dpr 600/73 ha introdotto e definito la figura del sostituto: “chi in forza di disposizioni di legge è obbligato al pagamento di imposte in luogo di altri, per fatti o situazioni a questi riferibili ed anche a titolo di acconto”».

ages«Ebbene, l’imprenditore Egidio Di Sora – spiega Enrico De Paolo – in qualità di sostituto di imposta, così come verificato dal Commissario straordinario, aveva trattenuto, ma non aveva versato né i contributi all’Inps, né i contributi all’Inail e neanche le tasse all’Erario. A questo punto cosa sarebbe potuto succedere? I lavoratori avrebbero dovuto fare la dichiarazione dei redditi, presentando il Cud che alla voce ”ritenute Irpef”, riportava “zero” tasse pagate. Voleva dire che i dipendenti avrebbero dovuto ripagare migliaia e migliaia di euro di tasse. Tasse che i lavoratori, avevano già pagato in busta paga. A quel punto sentiti gli avvocati del sindacato e i Caf, a tutela dei lavoratori, abbiamo invitato e convenuto con il commissario nominato dal Tribunale, dottor Civardi, di riportare sui Cud la frase “Si dichiara che le ritenute operate nell’anno 2008 ammontano a euro xxxxx (la cifra trattenuta in busta paga) per l’Irpef e a euro xxxxx (la cifra trattenuta in busta paga), per l’acconto addizionale Irpef comunale”. Ricevuti questi Cud i lavoratori hanno così potuto presentare la dichiarazione dei redditi, senza dover ripagare le tasse già versate. Sempre su consiglio degli avvocati del sindacato i 350 lavoratori dello stabilimento di Santena, i 150 di Asti e i 60 addetti di Ceprano, hanno presentato un esposto alla Procura della Repubblica di Asti contro Egidio di Sora, per appropriazione indebita. Di questo esposto, per anni non abbiamo saputo più nulla».

Enrico De Paolo aggiunge: «Alla fine del 2014, a seguito della denuncia dei lavoratori il Pm ha rinviato a giudizio Egidio Di Sora per appropriazione indebita e omissione atti di ufficio. E’ così iniziato il processo. Ci sono state varie schermaglie. Non sono mancati vari rinvii; una volta per legittimo impedimento, perché Di Sora era impegnato in altro processo; un’altra volta sempre per legittimo impedimento, perché l’avvocato dell’imprenditore era contestualmente impegnato in un altro processo». «Poi, nei giorni scorsi – informa ancora Enrico De Paolo – il giudice si è pronunciato. Intende stralciare l’appropriazione indebita, lasciando e proseguendo il processo contro Di Sora, solo per omissione di atti di ufficio. Senza l’appropriazione indebita, i lavoratori non potranno chiedere i danni a Di Sora. Naturalmente ora noi attendiamo le motivazioni e poi commenteremo la vicenda. Siamo anche amareggiati dal fatto che i lavoratori, essendo parte diretta nel procedimento, non possano fare appello alla sentenza. L’unico che potrà farlo sarà il Pubblico Ministero che ha rinviato a giudizio Di Sora».

10 novembre 2010
10 novembre 2010

Enrico de Paolo precisa: «Questa settimana ho letto quanto dichiarato al Corriere di Chieri dall’avvocato dell’imprenditore Di Sora (ndr: l’articolo è stato pubblicato a pagina 35 del numero del settimanale di venerdì 25 settembre scorso). Secondo il legale di Di Sora i lavoratori dovrebbero quasi ringraziare questo imprenditore che ha scelto di pagare solo gli stipendi e non quanto dovuto all’Inps, all’Inail e all’Agenzia delle Entrate. Mi auguro che alla base delle decisioni del mancato rinvio a giudizio ci siano altre motivazioni, perché questo costituerebbe un precedente del tutto inedito. Secondo noi non ha senso stralciare l’appropriazione indebita visto che l’azienda e il suo amministratore delegato sono legalmente responsabili». «Le dichiarazioni al giornale dell’avvocato dell’imprenditore sono evidentemente di parte – aggiunge ancora Enrico De Paolo –. Accettare una simile tesi vorrebbe dire aprire a tutti la possibilità di omettere il versamento delle tasse, perché si sceglie di pagare lo stipendio. Le aziende sono sostituti di imposta e hanno obblighi come detto in precedenza, ma anche i sostituiti, cioè i dipendenti, corrono rischi verso l’Erario. L’avvocato dell’imprenditore Di Sora dovrebbe saperlo. Alcune sentenze hanno dato ragione ai dipendenti, mentre altre volte gli hanno dato torto».

Enrico De Paolo precisa: «Vorrei cercare di rassicurare i lavoratori. L’esposto presentato, il processo per omissione di atti di ufficio, le stesse dichiarazioni dell’avvocato, certificano che ai lavoratori le tasse sono state trattenute, ma non versate e quindi nulla deve e può essere richiesto ai dipendenti. L’esposto che hanno presentato tutti i lavoratori dell’ex Ages andava proprio in questa direzione: cercare di salvaguardarsi a fronte del fatto che l’imprenditore aveva accantonato le tasse ma poi non le aveva versate». Il sindacalista prosegue: «Restiamo in attesa delle motivazioni alla base della decisione del Tribunale. Subito dopo, sia chiaro, non ce ne staremo con le mani in mano. Visto che l’unico che può presentare ricorso contro la decisione di stralciare l’appropriazione indebita è il Pm vuol dire che ci faremo sentire affinché possa presentare appello». Enrico De Paolo chiude: «Naturalmente ci auguriamo che le motivazioni per il non rinvio a giudizio dell’imprenditore per appropriazione indebita, siano un tantino diverse da quelle sostenute dell’avvocato che difende l’imprenditore. Ora il processo contro Egidio Di Sora prosegue per omissione di atti d’ufficio».

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