Santena, Giornata dell’Unità nazionale, l’intervento del viceministro Andrea Olivero

Santena – 19 marzo 2016 – Andrea Olivero, viceministro alle Politiche agricole, giovedì scorso è intervenuto a Santena alle celebrazioni per la Giornata dell’Unità nazionale, della Costituzione, dell’Inno e della bandiera.

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Andrea Olivero, viceministro alle Politiche agricole, intervenendo nel cortile antistante il castello Cavour, ha iniziato così: «Saluto il sindaco, il prefetto, tutte le autorità civili e militari, convenute quest’oggi. Sono davvero onorato di poter essere qui, oggi, in rappresentanza del Governo italiano. Innanzitutto, perché voi date onore al nostro Paese. Voi ragazzi, voi giovani, che siete intervenuti. Naturalmente, noi non possiamo che cogliere questa iniziativa come pienamente corrispondente a quello che era l’intento di chi ha voluto questa festa, il 17 di marzo, che ha voluto ricordare l’unità nazionale, ma insieme anche i valori che hanno determinato il nostro essere nazione, il nostro essere un popolo coeso». Il viceministro Andre Olivero ha proseguito: «Dicevo, sono onorato, perché voi avete reso onore. Perché avete studiato, avete letto, vi siete confrontati con questa storia, con 155 anni di storia nazionale. E’ un aspetto importante, ragazzi – lo avete detto anche voi questa mattina –, noi abbiamo bisogno, come Paese, della vostra intelligenza. E abbiamo bisogno anche della vostra passione. Abbiamo bisogno che gli italiani – di oggi e di domani, forti di questa storia che, qui a Santena è rappresentata straordinariamente dalla memoria di Cavour – possano affrontare le sfide del futuro. Sfide complesse, difficili, ma non più difficili di quelle che dovettero affrontare i cittadini di 150 anni or sono, in condizioni di un Paese misero, in difficoltà, ancora molto diviso. Dovete affrontare la sfida di una nuova Europa. Dovete affrontare la sfida di un mondo globale che, sempre di più, chiede di essere cittadini con la testa nel mondo, con la capacità di guardare a tutti i popoli. Siete certamente chiamati a riformare il mondo del lavoro e dell’economia che, in questi anni, tanto ha conosciuto sofferenza e difficoltà. E tante altre drammatiche situazioni presenti nei nostri territori, facendo perdere lavoro. Facendo perdere la speranza di vita per molti. A voi toccheranno queste sfide, ma con il coraggio e con l’intelligenza, con la determinazione, con lo studio – come ci ha ricordato Nerio Nesi, quello studio appassionato, determinato, che è fondamentale per crescere come nazione – è possibile farlo».

Andrea_Olivero_Santena2016mar17bAndrea Olivero ha aggiunto: «Ma sono onorato anche perché, nella mia specifica funzione di viceministro delle Politiche agricole posso rendere omaggio, quest’oggi, a Camillo Benso conte di Cavour. Un uomo straordinario. Grande statista, è stato ricordato, ma anche grande appassionato di economia e agricoltura. Uomo che ha saputo per primo comprendere nel nostro paese quanto fosse necessario, per costruire unità, dare prospettive di sviluppo alle nostre terre, di lavoro, di buona economia, di crescita. Ebbene, io credo che noi, oggi come allora, dobbiamo guardare agli insegnamenti che Cavour ci ha dato. Io, ogni giorno, entrando al ministero delle Politiche agricole, mi trovo di fronte lo studiolo di Cavour, che donò il conte al ministero dell’Agricoltura, insieme con la sua ricchissima biblioteca. E, ogni giorno, ho l’occasione di ripensare a quell’uomo che 150, 160, 170 anni or sono girava per l’Europa, e non era facile come oggi. Non era un divertimento andare in giro per città e per campagne in quei tempi. Girava appassionato, non solo per incontrare gli uomini politici e le corti, ma per comprendere le tecnologie. Per comprendere le innovazioni. Per studiare e poi riportare qui, nel nostro Piemonte, nelle nostre terre tutte le idee migliori che negli altri Paesi stavano emergendo. Quella visione, appunto, internazionale dello sviluppo che oggi sappiamo essere fondamentale per la crescita. Abbiamo, quindi, bisogno davvero di guardare a questo nostro passato, da un lato, con la riconoscenza di chi sa quanto è stato dato per la nostra libertà da questi uomini, da Cavour e da tutti coloro che, nel primo e nel secondo Risorgimento, hanno donato il proprio sangue alla nazione. Ma dobbiamo guardare a quella storia perché ricchissima di insegnamenti riguardo a quello che dobbiamo fare, da adesso in avanti. Come dobbiamo aprirci al mondo e non avere paura. Come dobbiamo essere determinati nello studiare, nell’apprendere, nell’innovare la nostra economia, le nostre istituzioni, il nostro modo di relazionarci con i diversi popoli e al nostro interno. Ed è questo, veramente, l’insegnamento che maggiormente io credo noi dobbiamo, insieme, cogliere da questa giornata».

Andrea_Olivero_Santena2016mar17cRivolgendosi agli studenti santenesi della materna, delle elementari e delle medie, il viceministro ha detto: «Voi ragazzi vi siete confrontati per diverso tempo, per poter preparare questa mattinata insieme. Ebbene certamente noi istituzioni, noi che abbiamo funzioni pubbliche oggi però apprendiamo da voi molte cose e rileggiamo quelle pagine che spesso abbiamo tra le mani – della Costituzione e delle leggi – con un senso e una vitalità che, appunto, talvolta nei palazzi del governo non si colgono. Voi ragazzi date il senso, la prospettiva e la logica di quelle parole che sono state scritte nell’interesse del nostro popolo. Abbiamo la necessità, oggi, di fare festa, ma far sì che questa festa diventi anche una grande occasione di impegno e una grande occasione di apertura». Andrea Olivero ha aggiunto: «Vi lascio con una riflessione. Una piccola frase di un sindaco, di qualche decennio or sono, di Firenze. Un grande sindaco: Giorgio La Pira, che diceva che gli animali senza spina dorsale hanno bisogno del guscio. Ebbene io credo che il nostro Paese, noi che ci stiamo aprendo al mondo, con grande determinazione, abbiamo oggi bisogno di spina dorsale. Cioè di andare a ridirsi questi valori, come avete fatto voi ragazzi questa mattina, con noi. Andare a ribadire quali sono le cose essenziali per il nostro futuro. Per il nostro sviluppo. Per essere un popolo. Per sentirsi tutti appartenenti a una stessa Patria, a una stessa bandiera. Per ritrovarsi nelle parole di un canto, ma anche poi ogni giorno, quotidianamente, nei comportamenti da cittadini. Ma dobbiamo anche ricordarci che questo è il modo per non chiudersi. L’identità, essere appunto coscienti di essere appartenenti a un popolo, all’Italia, alla Repubblica, è un modo per non costruire muri, per non costruire barriere. Per non chiudersi in se stessi».

«Ebbene Cavour è un grande esempio, sotto questo profilo, e bene ha fatto il Governo e la Repubblica, a indicare Santena come uno dei 4 luoghi chiave per questo festeggiamento – ha chiuso Andrea Olivero –. Cavour è un uomo che ha saputo costruire l’Italia concretamente, ma l’ha costruita da subito lavorando nell’Europa del tempo. Lavorando nelle relazioni internazionali. Collocandola immediatamente come un Paese che sapeva andare ad aprirsi alle innovazioni. Un Paese che sapeva mettersi in dialogo. Un Paese che sapeva cogliere quella che era la sua vocazione, all’interno di tutta l’umanità. E, credo che, con questo spirito, con questa logica, ha significato essere qui oggi a festeggiare, tutti insieme».

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Audio integrale dell’intervento di Andrea Olivero:

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