Santena, corso di italiano per stranieri, una bella esperienza, un bel modo per conoscersi

Santena – 12 aprile 2016 – «Il corso di italiano per stranieri? E’ una bella esperienza …ovvero un bel modo per conoscersi!». Questo raccontano alcune volontarie: Assunta, Camilla, Claudia, Ornella e Rosaria.

Santena_Corso_italianoSantena_Corso_italiano3Anche quest’anno, come negli anni precedenti, si tiene un corso di italiano per stranieri, in accordo tra Cpia e l’amministrazione comunale. «Le lezioni si tengono al Centro Giovani, il lunedì dalle 14,30 alle 16,30, il mercoledì e il giovedì, dalle 10 alle 12 – spiegano Assunta, Camilla, Claudia, Ornella e Rosaria –. Al corso partecipano di un buon numero di stranieri o meglio straniere perché, tra tutti i partecipanti, c’è un solo uomo. Sono tutte persone che fanno parte di questo mondo globale e provengono dal Marocco, dall’Albania, dalla Nigeria, dalla Cina, dalla Corea del Sud e dalla Romania. Sono persone che vogliono integrarsi e studiano l’italiano».

Le cinque volontarie precisano: «Le donne sono giovani e hanno figli piccoli che non frequentano ancora la scuola materna e che non possono lasciare a casa ed è per questo che alcune di noi hanno deciso di farsi coinvolgere in questa esperienza, a titolo volontario. Mentre le loro mamme imparano l’italiano, noi ci occupiamo dei loro bambini. Una bella esperienza che va al di là della funzione di baby sitter. Parlando con le mamme si capiscono molte cose, dal carattere, al modo di vivere, la loro cultura. Il loro presente e il loro passato. Le loro aspettative. Cerchiamo di occuparci di loro in modo globale e lo capiscono. E’ bello quando sei in giro per Santena e ti fermano, ti salutano, ti invitano magari a casa a bere un tè e a mangiare un dolcino».

Assunta, Camilla, Claudia, Ornella e Rosaria non hanno dubbi: «Gli stranieri: se li conosci non li eviti. Hanno gli stessi nostri problemi, magari moltiplicati dal fatto di avere una famiglia lontana, di non conoscere bene la lingua. Hanno il problema del lavoro, dell’affitto da pagare, dei figli da crescere. I loro bambini sono uguali ai nostri: fanno i capricci, vogliono la mamma, si strappano i giochi dalle mani… Ti rendi conto però, che non sono coperti di giocattoli costosi e si accontentano di un pennarello, di un libro, di un peluche e questa è forse la differenza».

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