Santena,  ordine del giorno dei Grillini a sostegno dei Centri antiviolenza

Santena – 27 luglio 2016 – Sostegno ai Centri antiviolenza: questo chiede l’ordine del giorno presentato dai due consiglieri del Movimento 5 Stelle in vista del consiglio comunale di domani.

Di seguito, il testo dell’ordine del giorno.

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Santena, 25 luglio 2016

Egregia Signora
 Concetta Siciliano
Presidente del Consiglio Comunale di Santena

Egregio Signor Baldi Ugo
Sindaco di Santena

E il Consiglio Comunale di Santena

ORDINE DEL GIORNO PER ESPRIMERE SOSTEGNO AI CENTRI ANTIVIOLENZA

Premesso che:
il primo agosto 2014 è entrata in vigore la Convenzione di Istanbul in Italia.

Premesso altresì che:
La Convenzione (art. 3) precisa che la violenza contro le donne è una violazione dei diritti umani ed è una forma di discriminazione contro le donne. E l’articolo 22, “Servizi di supporto specializzati”, recita:

  1. Le Parti adottano le misure legislative o di altro tipo necessarie per fornire o, se del caso, predisporre, secondo una ripartizione geografica appropriata, dei servizi di supporto immediato specializzati, nel breve e lungo periodo, per ogni vittima di un qualsiasi atto di violenza che rientra nel campo di applicazione della presente Convenzione.
  2. Le Parti forniscono o predispongono dei servizi di supporto specializzati per tutte le donne vittime di violenza e i loro bambini.

Considerato che:

Nel nostro ordinamento, l’aiuto e il sostegno alle donne vittime di violenza è assicurato dai centri antiviolenza, soggetti molto spesso privati, quali associazioni del terzo settore, che godono del sostegno pubblico.

I centri antiviolenza si sono dimostrati un presidio fondamentale di aiuto e sostegno alle donne vittime di violenza. Essi sono stati però per lungo tempo disciplinati solo a livello regionale; ciò ha determinato un’offerta molto disomogenea sul territorio nazionale. L’esistenza di tali centri è spesso dipesa da elementi variabili: dalla legislazione della regione, dal sostegno degli enti locali, dalla presenza di associazioni di volontariato nonché dalla disponibilità di fonti di finanziamento che si sono nel tempo assottigliate a causa della crisi economica. In alcuni casi, i Centri dipendevano esclusivamente da lavoro volontario e da finanziamenti privati.

Secondo un calcolo dell’Unione europea, ogni Paese dovrebbe prevedere un posto letto per vittime di violenza di genere ogni 10mila abitanti. In Italia ve ne sono meno di un migliaio: ne servirebbero ancora seimila.

Sul punto è intervenuto il decreto-legge sul contrasto alla violenza di genere (Decreto legge 93/2013) che ha introdotto una disciplina di riferimento nazionale relativa ai centri antiviolenza ed alle case-rifugio.

Una specifica finalità del piano d’azione contro la violenza di genere è il potenziamento delle forme di assistenza e di sostegno alle donne vittime di violenza e ai loro figli attraverso modalità omogenee di rafforzamento della rete dei servizi territoriali, dei centri antiviolenza e dei servizi di assistenza alle donne vittime di violenza (articolo 5, comma 2, lett. d, Decreto legge 93/2013). Tra le numerose finalità del piano, questa è l’unica destinataria di uno specifico finanziamento di carattere permanente, pari a 10 milioni di euro per il 2013, di 7 milioni per il 2014 e di 10 milioni annui a decorrere dal 2015 (art. 5-bis).

Purtroppo lo stanziamento di 7 milioni di euro per il 2014 è stato ridotto di euro 550.615, pari quasi all’8 per cento, in virtù delle riduzioni lineari delle spese dei ministeri disposte dall’art. 2 del Decreto legge 4/2014. Ulteriori riduzioni, la cui entità non è al momento conoscibile, dovrebbero avere interessato anche gli stanziamenti per gli anni successivi. Inoltre  la prima trance del 2013-2014 è stata trasferita alle regioni solo nell’autunno del 2014. E di questi soldi, una volta arrivati nelle casse regionali, nella maggior parte dei casi si è persa traccia.

Queste risorse sono ripartite annualmente dal Ministro per le pari opportunità, d’intesa con la Conferenza Stato-Regioni, sulla base di una serie di criteri:
a) programmazione regionale e interventi già operativi per contrastare la violenza nei confronti delle donne;
b) numero dei centri antiviolenza pubblici e privati già esistenti in ogni regione;
c) numero delle case-rifugio pubbliche e private già esistenti in ogni regione;
d) della necessità di riequilibrare la presenza dei centri antiviolenza e delle case-rifugio in ogni regione, riservando un terzo dei fondi disponibili all’istituzione di nuovi centri e di nuove case-rifugio, al fine di raggiungere l’obiettivo previsto dalla raccomandazione Expert Meeting sulla violenza contro le donne – Finlandia, 8-10 novembre 1999.

Considerato altresì che:

nell’ultimo anno diversi Centri antiviolenza sono stati chiusi, gli ultimi casi sono SOS Donna di Roma e Casa Fiorinda di Napoli.

Impegna il Consiglio Comunale
-a sollecitare il Governo sull’attuazione dello stanziamento di fondi adeguati e conseguentemente sull’erogazione dei previsti finanziamenti in modo tale da garantire l’attività dei centri antiviolenza, attuando il protocollo di tutela sancito dalla suddetta Convenzione del Consiglio d’ Europa.

Santena, lì 25 luglio 2016

I consiglieri comunali di Santena
Gianpaolo Caruso
Daniele Franco
Gruppo consiliare Movimento 5 Stelle Santena

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