Santena e memorie 50

Santena – 31 dicembre 2016 – Ciao, Andrea. Draghi e Appendino fanno i conti con Cavour. A proposito di scritte a fianco dei murales. La biodiversità avanza nel Pianalto, prima con il PAT dell’asparago e adesso con l’IGP del vitellone. Ma di quale migrazione e integrazione stiamo parlando?

Ex ristorante Andrea e l’intelaiatura dell’insegna


1) Andrea, il Re degli Asparagi
Lieve e impeccabile come fosse nelle sale da pranzo dei suoi famosi ristoranti, se n’è andato durante le feste. Andrea Visconti (1932-2016) aveva il coraggio di osare. Quell’immensa scritta sul tetto del palazzo di via Torino, svettante sulla Tangenziale, era il suo biglietto da visita. Ma non solo, era la promozione di Santena, del Castello di Camillo Cavour e delle tradizioni del territorio circostante. Quell’insegna segnava il passaggio tra città e campagna, tra Torinese e Langhe-Monferrato-Roero. Di notte o di giorno, con nebbia o sereno, chi arrivava dal Mare, dalla Pianura Padana, dal Centro-Sud Italia o dalla Francia scorgendola sapeva che era alle porte di Torino. E il viaggiatore progettava di gustare gli asparagi in compagnia di famigliari e amici. Scopriva così i legami con il Tessitore e con la storia patria. Andrea è stato un grande sponsor e promotore di Santena e del suo Asparago; un esempio di come si può valorizzare la città un cui si vive e si lavora. Santena, oltre ad essergli grata, dovrebbe decidersi a mettere ben in vista sulla tangenziale una scritta che ricordi l’Asparago, il Castello, la Tomba e il Parco di Camillo Cavour. E Andrea da lassù sorriderà, in compagnia del suo maestro Giacomo Morra.

©ANSA/ARNE DEDERT

2) Arriva Draghi, ma l’Appendino? Il 23 gennaio s’avvicina. Sale la tensione. La presenza alla cerimonia della Sindaca Chiara Appendino è ancora in sospeso. Non si sa se per spregio verso Draghi o Cavour, per tutti e due, o per impegni più rilevanti. Mancare al Premio Cavour darebbe comunque un ulteriore grosso dispiacere ai volontari che da vent’anni lavorano gratuitamente per Torino, per il Piemonte e per l’Italia. L’essenzialità cavouriana, fatta di riguardi per signori e signore, che si distinguono non dai titoli e dalle etichette, ma per il rispetto delle regole civili e per reale rappresentanza di interessi sociali non dovrebbe sollevare pregiudizi pentastellari e sindacali. Per Santena e per l’Associazione Amici di Camillo Cavour sarà comunque una giornata storica.

3) Povero Piemonte. La sottrazione del senso della storia è cosa grave. La scomparsa dai programmi scolastici della memoria di ciò che hanno fatto gli antenati semina ignoranza sul corso degli eventi piemontesi, locali, patrii ed europei. Nascondere sistematicamente alle giovani generazioni le vicende di cui sono stati protagonisti i loro progenitori significa abituarli a non dare valore a ciò che hanno ereditato. Significa nascondere che sono stati i loro padri e le loro madri di due, tre, quattro generazioni passate a costruire una società più libera e più giusta, di respiro europeo, basata sulla produttività del lavoro e sulla responsabilità personale. Senza nulla togliere ai Sumeri, Assiri, Egizi, Celti, Inca, Maya ecc. ecc.

Particolari dei murali

4) Custodire i Murali. Per ora le immagini artistiche si concentrano solo sui personaggi. In futuro potranno riferirsi ai cambiamenti sociali, colturali, culturali, tecnici e scientifici degli ultimi duecento anni. Secoli che hanno visto la grande massa contadina trasformarsi e diluirsi in nuove categorie sociali e lavorative, da allora in perpetuo sommovimento sotto la spinta della produttività del lavoro. Un processo avvenuto ad alta velocità e in poco tempo, che conferma l’origine agricola di tutti gli Italiani. Le pitture murarie di Santena dunque vanno protette perché rappresentano la memoria dell’opera di generazioni passate che hanno contribuito a fare l’Unità d’Italia e a migliorare la vita di tutti i suoi abitanti.

5) Ruanda non migrante. Alla fine del Giubileo la Chiesa ruandese ha chiesto perdono. 22 anni sono passati da uno dei più ipocriti genocidi moderni. Nel 1994, da aprile a luglio, nella Shoah africana, morirono circa un milione di martiri, cristiani e non. Gli Hutu, la maggioranza che deteneva il potere decise di sterminare i Tutsi. Il Ruanda era il paese più cattolico d’Africa. La Chiesa allora finse di non vedere i massacri e di non sentire le urla di disperazione. Nessuno parlò, neanche quando per risparmiare i proiettili si usò il machete. Pochi allora ebbero l’opportunità di migrare.

6) Ceronetti-Quirico e Migranti. (La Stampa. Martedì, 27 dicembre 2016, pag. 26-27)
Ceronetti “Il Papa e il Governo sbagliano. Non possono venire tutti, bisogna mettere dei paletti……. Tutto questo fa paura perché dietro il migrante ci sono secoli, gli ultimi, che sono di crescita demografica paurosa. La Cina è oltre, molto oltre, il miliardo…… Me la prendo con chi li chiama……… La bomba biologica è la peggiore delle atomiche”.
Quirico “Se tu li respingi indietro, cosa diventeranno? Cercheranno un’altra identità, opposta alla nostra, diventeranno integralisti, salafiti….. Il loro è un viaggio senza ritorno, sono fuggiti da qualcosa che non esiste più o dalla morte, dalla fame, dal dolore. Il migrante ci mette in discussione, ci pone domande ineludibili, la migrazione è mistica….”.

L’asparago Pat

7) Asparago-Vitellone. La terra, la storia, la cultura, la tradizione li accomunano. Li differenzia la collocazione nell’ecosistema del Pianalto della Banna. La coesistenza degli ortaggi con le coltivazioni di mais, grano e soia è, infatti, squilibrata biologicamente. Il “vitellone piemontese della coscia” a dicembre ha ottenuto l’IGP, Indicazione Geografica Protetta. Scatta così la tutela di un patrimonio economico tradizionale che caratterizza la gastronomia, il lavoro e la società di larga parte della pianura padana piemontese e della collina. L’Asparago di Santena e delle Terre del Pianalto da più di un decennio, è un PAT, Prodotto Agroalimentare Tradizionale, con l’aggiunta di un’indicazione geografica, che ne tutela la biodiversità, il metodo di coltivazione, la specialità, la provenienza e la genuinità.

Gino Anchisi
da Santena, la Città di Camillo Cavour, 31 dicembre 2016.

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