Santena e Contorni 64

Santena – 8 aprile 2017 – Due appuntamenti a Torino, il 18 e 21 aprile, per promuovere Santena e la 84° Sagra dell’Asparago. La campagna 2017 è avviata ma il freddo delle notti limita la produzione. Il Pianalto è la terra che deve nutrire Torino e Cintura con prodotti genuini e sani. Castello Cavour più ottimismo. Nel Pianalto non si fa così!

1) 84° Sagra Asparago di Santena. La promozione della Campagna 2017 dell’Asparago di Santena e delle Terre del Pianalto prosegue con altri appuntamenti. Il 18 aprile, al Circolo dei Lettori, di via Bogino, prestigioso luogo in cui la cultura incontra una coltura che fa parte della plurisecolare tradizione Piemontese e Italiana. Il 21 aprile, è una prima assoluta. Si svolge nella sede della Biblioteca Nazionale in Piazza Carlo Alberto, di fronte al Primo Parlamento del Regno di Sardegna e d’Italia. Parlamento che ebbe come principale protagonista, è il caso di sottolinearlo, un coltivatore di asparagi: Camillo Cavour. I due appuntamenti sono organizzati da: Associazione Ristoratori  Santenesi e Associazione Produttori Asparago di Santena e delle Terre del Pianalto, in collaborazione con: Pro-Loco Santena, Cantine Balbiano di Andezeno, Cantina Terra dei Santi di Castelnuovo Don Bosco, Associazione Amici della Fondazione Camillo Cavour di Santena, Comune di Pecetto, Comune di Santena.

2) Fresco a Tempo Zero. L’Asparago di Santena è un prodotto di eccellenza dell’orticoltura torinese, piemontese e italiana. Il Germoglio d’Asparago deve la sua fama al sapore dolce e delicato, alla scarsa fibrosità, alla salubrità, alla freschezza, frutto dalle terre sabbiose e dell’ambiente in cui cresce. Il segreto della sua bontà sta nel consumo a tempo zero. Trattandosi di un tenero germoglio, il tempo trascorso tra la raccolta e il consumo fa la differenza. Gli asparagi si acquistano al dettaglio direttamente dalle Aziende agricole associate o in qualificati negozi e bancarelle, oppure si possono gustare nei ristoranti e nelle trattorie che esibiscono il Marchio dell’Associazione Produttori Asparago di Santena e delle Terre del Pianalto.

3) Riso Rintracciabile. Il riso vercellese, coltivato da Camillo Cavour nella mitica Leri, è in crisi per le importazioni dal Sud-Est asiatico. Il Piemonte, dove si coltivano 120mila ettari, il 50% dell’Italia, chiede di innalzare i dazi d’importazione e di introdurre l’etichettatura d’origine perché l’indicazione “Made in Italy” può essere apposta sul prodotto coltivato altrove, ma confezionato in Italia. Come per l’asparago, anche per il riso si pone il tema della rintracciabilità della provenienza, a garanzia delle aziende e soprattutto dei consumatori.

4) Catasto per i giovani. Cavour sa di cosa si parla, da lassù osserva. Preparò l’Unificazione italiana puntando sulle riforme. Compresa quella del Catasto, affidato al geometra Antonio Rabbini, suo stretto collaboratore fin dal 1853. Già allora andò male. Morto Cavour, quel catasto, nel 1870, fu messo da parte. Per fortuna quello del Pianalto è rimasto, custodito dai Comuni più attenti. Adesso l’Italia ritenta la carta della riforma del catasto, implorata dall’Europa. L’impressione è che, tranne i giovani, nessun altro capisca l’utilità sociale dell’operazione. L’idea di partenza è di passare dal vecchio calcolo, fondato sul numero dei vani, ai metri quadri. E a un algoritmo che, tenendo presente la posizione dell’immobile, la collocazione dell’appartamento, le dotazioni di vario tipo porterebbe alla riclassificazione. Cavour sorride. Sa che non ci sono categorie sociali in grado di fare un favore ai giovani. Sorride perché da vecchio contadino sa pure quanto bisogno c’è del catasto dei terreni.

5) Lavori in Casa Cavour. I lavori sono stati assegnati. Nell’ex Condominio dei Benso di Cavour tra 40 giorni i muratori dovrebbero iniziare. Da anni non si facevano interventi interni. Per la precisione dal 1960, quando si allestì il “Memoriale degli Italiani” ideato dalla Professoressa Maria Avetta, in occasione di Italia61. Un allestimento d’insieme straordinario, moderno, attuale, intelligente e capace di raccogliere e collegare informazioni sul processo sociale e sulla storia delle generazioni che hanno vissuto prima, dopo e durante l’Unità d’Italia.

 

6) Caro amato Castello. Terminati i lavori, si faranno le inaugurazioni e tutte le cerimonie necessarie. Poi si vedrà. Molti sono preoccupati. Se non si fa promozione in grande stile e a livello nazionale, non ci saranno i numeri per mantenere aperta una struttura che, secondo un recente studio specialistico dovrebbe costare, a pieno regime, mezzo milione di euro all’anno. Da qui le fibrillazioni che toccano i soci fondatori privati e i rappresentanti degli enti pubblici. I pessimisti sbagliano. C’è bisogno di più ottimismo. Tenere aperto questo centro della memoria patria non è così difficile, come può sembrare a chi non ne conosce le potenzialità. Forse contenendo i costi #celasipuòfare.

7) Giallo Mortale. Rientri da Roma all’imbrunire. L’aereo passa largo su Poirino. Poi vira a destra. Sotto ci sono Pralormo e La Longa. Siamo sul magnifico Pianalto, la terra della Città Metropolitana che nutre da millenni Asti, Chieri e Torino e Cintura. Il verde è splendido, come lo è solo in aprile. Rispetto lo scorso anno la campagna è avanti di tre settimane, almeno. All’improvviso appaiono a terra macchie di giallo innaturale. La morte chimica, assurda, inspiegabile, inconcepibile, inutile, velenosa si vede anche dall’alto. E’ diserbante chimico. Sono, anzi erano, campi d’orzo pronti per il sovescio. Probabilmente i coltivatori pensavano di seminare il mais. Cosa sia subentrato è inimmaginabile. Nel Bacino della Banna, terra di splendidi ortaggi e di allevamenti di qualità, cose del genere non devono succedere perché danneggiano tutti. L’ avanzare dell’immensa foresta di mais non rende giustizia alle potenzialità agricole e lavorative di questa zona.

Gino Anchisi
da Santena, la città di Camillo Cavour, 8 aprile 2017.

 

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