Santena nel CAAT, puntata 76

SANTENA – 1° luglio 2017 – Un Santenese al vertice dei grossisti del Mercato Agroalimentare di Torino. Il pittore Franco Negro espone a San Martino Alfieri. Sistemi telematici: riconversione del Mercato all’ingrosso, innovazione del mercato del fresco e di qualità. Ricordi di preti scomodi.  Si ai preziosi vaccini.

1) Presidente santenese. Stefano Cavaglià, giovane operatore del settore, è stato eletto Presidente dell’Associazione Piemontese Grossisti Ortofrutticoli (APGO). Organizzazione che rappresenta gli interessi dei “commercianti” che operano nel CAAT, il Centro AgroAlimentare di Torino, la cui proprietà è del Comune di Torino. L’elezione va nella direzione del rinnovamento degli organi di rappresentanza dopo lo scontro tra il Presidente APGO e Vice-Presidente CAAT, Ottavio Guala e il Presidente del CAAT, Giuliano Manolino, ormai in scadenza di mandato. In ballo c’è il governo e la gestione del mercato all’ingrosso di SITO. L’attenzione dei produttori agricoli del Pianalto, del Piemonte e di altre regioni d’Italia è puntata su come si sostanzierà l’avvicendamento in termini di efficienza e di produttività del mercato. Soprattutto sulla rivoluzione del sistema del commercio all’ingrosso, determinata da sistemi telematici che da tempo stanno profondamente modificando la logistica trasportistica e mercantile. E pure sulle nomine CAAT su cui decide la nostra Sindaca Appendino.

2) Santena e il CAAT. Geograficamente Santena è collocata su uno degli snodi delle piattaforme logistiche trasportistiche più interessanti e importanti d’Europa. Agronomicamente Santena ha goduto finora della vicinanza del grande mercato di consumo alimentare di Torino e della sua area Metropolitana. Stesso discorso è stato valido per tanti commercianti e grossisti. Con i cambiamenti in corso determinati dall’impiego di sistemi telematici e dalla logistica si apre una pagina nuova in cui per le produzioni santenesi e del Pianalto si fa più concreto il discorso della qualità e delle freschezza. Un discorso che non coglie impreparati i più attenti orticoltori del territorio.

3) Meno ettari di grano. Il riscaldamento climatico, l’inquinamento dell’ambiente e delle acque impongono la riconversione delle colture nel Bacino della Banna come nel Bacino del Mediterraneo. Già in Italia stanno diminuendo le superfici seminate a grano (La Stampa, 21 maggio). Secondo i dati del CREA, le superfici seminate a frumento duro nella campagna 2016/2017, hanno visto un calo più contenuto nel Centro Italia (-5,4%), contro il -7,4% del Sud e del -9,1% del Nord. Con l’estate la siccità e le alte temperature hanno ulteriormente fatto calare le rese per ettaro dei cereali. Bassi prezzi e cambiamenti climatici spingono decisamente verso altre coltivazioni.

 4) Nel Pianalto e dintorni la ricerca e la produzione di ortaggi freschi e di qualità caratterizza la trasformazione costante e duratura delle coltivazioni. Del resto alcune colture tradizionali in seguito agli svantaggi che creano sia alle aziende, sia all’ambiente sono destinate a ridimensionarsi. I segnali sono da anni evidenti a chi vuole coglierli. Adesso è necessario che i Comuni, la Città Metropolitana e la Regione ne prendano atto. C’è infatti bisogno di un intervento regolatore che solo le istituzioni sono in grado di adottare. C’è bisogno anche di costruire una lobby degli orticultori in grado di rappresentare gli interessi di categoria a livello regionale e metropolitano, senza nulla togliere ai vini, alla carne, al biogas, alla produzione di mangimi, al riso, alla frutticoltura.

5) Preti importanti. In qualche modo hanno influito su alcuni sacerdoti, forse anche sui tre vescovi santenesi: Mino Lanzetti, Marco Arnolfo, Marco Brunetti. L’eco della loro azione arrivò oltre 60 anni fa fino a Santena e in Piemonte. Don Primo Mazzolari, prete partigiano di Bozzolo e Don Lorenzo Milani, sostenitore dell’obiezione di coscienza, Prete di Barbiana, per tanti anni sono stati considerati sacerdoti sbagliati e cattivi maestri da cattolici e non. Rendendo loro omaggio Papa Francesco lunedì 20 giugno ha riparato i torti di una Chiesa che, nonostante siano passati 50 anni dal Concilio Vaticano, tarda a cogliere i segni del tempo, il valore della testimonianza, la portata rivoluzionaria dell’opera e la forza della laicità.

 6) Vaccini? Magari! A proposito della obbligatorietà delle vaccinazioni e delle conquiste dell’Illuminismo e della medicina. Succede da 250 anni e più.  Moriamo di morbillo, scarlattina, difterite, febbre gialla, tifo, vaiolo, tetano, poliomelite, febbri da parto, lebbra, pertosse, tisi, tubercolosi, dissenterie, pestilenze, fame, carestie, ecc. ecc.. Pur essendo discendenti di persone vissute in società dove non c’era la sanità, finiamo per credere a   neo-untori isterici, irragionevoli fautori di una faida antivaccino e propinatori di soluzioni miracolistiche e antiscientifiche, ammantate di valenze politiche. La colpa? Voler dimenticare chi siamo e da dove veniamo. I rottamatori della morte, che nel tempo ha accompagnato la vita delle nostre famiglie, vogliono far credere di poter fare a meno dei vaccini, la grande conquista della scienza e delle democrazie avuta in eredità dagli antenati.

 7) Santena-San Martino. Franco Negro espone a San Martino Alfieri (AT). L’inaugurazione è sabato 15 luglio, alle 17,30, nel salone del Municipio. San Martino ha delle affinità con Santena tramite gli eredi di Camillo Cavour e di Cesare Alfieri. Non solo. Da queste parti è nata Francesca Armosino, la moglie piemontese dell’eroe dei due mondi, Giuseppe Garibaldi. Ma i legami più forti, dall’Ottocento in avanti, tra le due comunità sono nelle relazioni di lavoro tra agricoltori, mezzadri, mediatori, negozianti, carrettieri, artigiani. Per i Santenesi l’inaugurazione è un’occasione da non perdere. Negro è artista capace di rappresentare lo spettacolo della natura, racchiuso in un paesaggio, in cui si avverte, in modo non invasivo, la mano dell’uomo. Paesaggi rurali reali in cui i colori e le visioni della natura e dell’agricoltura riportano al lavoro degli antenati. Il programma e gli orari della mostra sono riportati nella foto allegata.

 

Gino Anchisi.
da Santena, la città di Camillo Cavour, 1 luglio 2017.

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